Can Science Make Sense of Life?
Anno:
2019
Casa editrice:
Polity

Can Science Make Sense of Life?

“Nelle nostre relazioni con la tecnologia. Come nei rapporti umani, i matrimoni d’amore spesso non si rivelano affatto migliori di quelli di convenienza. Quando le nuove tecnologie sono in fase di costruzione, il nostro attaccamento nei loro confronti appare gravido di promesse, e il futuro che ci si dispiega di fronte è roseo. Eppure queste relazioni d’amore con il tempo si esauriscono. Ciò che in prospettiva sembrava allettante, spesso nella pratica si rivela mal concepito, quando non addirittura catastrofico”.


L'autrice 

Sheila Jasanoff, nata a Calcutta ma statunitense per educazione e percorso accademico, ha fondato il primo dipartimento di Science and Technology Studies alla Cornell University e attualmente insegna questa disciplina alla John F. Kennedy School of Government della Harvard University. Delle sue numerose pubblicazioni, in Italia è uscito La scienza davanti ai giudici (Giuffrè, 2001).

Sociologa e professoressa di Scienze della tecnologia alla Harvard Kennedy School, Sheila Jasanoff ha scritto più di 100 articoli e autrice di numerosi libri incentrati sullo studio e l’esplorazione delle scienze tecnologiche alla ricerca del loro ruolo in politica, nella società, nella democrazia, nella giurisdizione. 

Di Sheila Jasanoff in lingua italiana sono disponibili due testi: La scienza davanti ai giudici (Giuffré 2001) e Fabbriche della natura (il Saggiatore 2008), oltre ad un contributo nel libro Innovazione tra utopia e storia pubblicato da Codice Edizioni. 

Sinossi

Since the discovery of the structure of DNA and the birth of the genetic age, a powerful vocabulary has emerged to express science’s growing command over the matter of life. Armed with knowledge of the code that governs all living things, biology and biotechnology are poised to edit, even rewrite, the texts of life to correct nature’s mistakes. Yet, how far should the capacity to manipulate what life is at the molecular level authorize science to define what life is for? This book looks at flash points in law, politics, ethics, and culture to argue that science’s promises of perfectibility have gone too far. Science may have editorial control over the material elements of life, but it does not supersede the languages of sense-making that have helped define human values across millennia: the meanings of autonomy, integrity, and privacy; the bonds of kinship, family, and society; and the place of humans in nature.

Recensione

(Tratta dal libro di Carlo Mazzucchelli: Nei labirinti della tecnologia - Bibliografia ragionata tra nuove e vecchie forme di tecnofilia e tecnofobia!) 

Il lavoro di Sheila Jasanoff è menzionato in questo e-book per aver coniato il termine di ‘tecnologia dell’umiltà’ (2003) e per il suo lavoro a sostegno di una tecnologia umana e attenta ai bisogni delle persone nella loro veste di cittadini e utenti, malati, indagati. La sua ricerca è sempre stata indirizzata a collegare tra loro gli approcci tipicamente decisionisti (posso farlo e lo faccio) resi possibili dalle nuove scienze della tecnologia e le questioni etiche e sociali ( cosa andrebbe fatto). Per operare questa integrazione i governi e le istituzioni devono dotarsi di ‘tecnologie dell’umiltà’ preparandosi ad affrontare ciò che è sconosciuto, imprevedibile e incerto all’interno di contesti caratterizzati da vulnerabilità, distribuzione e apprendimento. 

L’analisi della Jasanoff parte dalla constatazione che disastri tecnologici sono sempre possibili perché imprevedibili. Questi disastri mettono in dubbio la pretesa umana di poter controllare la tecnologia e suggeriscono nuovi approcci, legati alla visione del rischio come endemico alle società moderne, con l’obiettivo di evitarne di ulteriori. Le innovazioni tecnologiche e scientifiche hanno portato indubbi vantaggi e benefici ma anche generato fallimenti e incertezze con il risultato di minare conoscenze e risultati, e di creare effetti negativi dalle conseguenze nefaste per il progresso dell’umanità. 

La consapevolezza degli effetti negativi prodotti dalla tecnologia, impone riflessioni critiche e scelte politiche diverse perché non tutte le problematiche possono essere gestite allo stesso modo e ricorrendo a strumenti e competenze tradizionali. E’ necessario interrogarsi democraticamente quanto le nuove tecnologie rivoluzionarie possano incidere nell’aumento della disuguaglianza, nell’aumento della violenza, nel mettere in discussione la diversità culturale e a rischio l’ecosistema ambientale. Nel farlo bisogna prendere coscienza della limitatezza delle capacità previsionali e di controllo e trattare le tecnologie con umiltà come se non fossero mai così perfette come amano rappresentarsi e come sono spesso applicate. 

Le scelte tecnologiche devono essere fatte democraticamente e con meccanismi formalizzati di partecipazione del cittadino e in contesti intellettualmente attivi nei quali il cittadino si senta incoraggiato a contribuire con le sue idee, conoscenze e abilità alla risoluzione dei problemi. Questo approccio è diverso da quello tradizionale legato al coinvolgimento di persone esperte e di probabilità statistiche da essi calcolate in modo razionale. Aspetti di importanza fondamentale per la vita del cittadino non possono essere lasciati in gestione ai soli esperti o alla politica ma devono vedere coinvolti  tutti. Dal coinvolgimento nasce la scelta di tecnologie dell’umiltà, tecnologie sociali sviluppate secondo criteri che pongono alla base di ogni scelta e sviluppo futuro alcune domande topiche come: quali sono le finalità, chi viene interessato e coinvolto dalle scelte fatte, chi ne trae beneficio, come possiamo prevederlo e quali possono essere i risvolti negativi. 

Jasanoff sembra suggerire che la tecnologia moderna non è né buona né cattiva ma il suo potere deve essere compreso e indirizzato con adeguati strumenti di controllo e governo in modo da favorire innovazioni sociali e benefici democratici. L’umiltà serve a complementare le attività previsionali, a demistificare l’eccessivo potere della tecnologia, ad applicare normative adeguate al controllo e a tenere sempre in considerazione il punto di vista e l’opinione collettiva. 

Le tecnologie dell’umiltà sono focalizzate, secondo Jasanoff, su quattro aspetti cardine o concetti chiave: la visione olistica e la cornice nella quale sono fatte le analisi e le scelte tecnologiche, la vulnerabilità implicita a ogni tecnologia che deve essere riconosciuta nella fase di assessment del rischio ma anche per facilitare la partecipazione attiva del cittadino, la distribuzione dei benefici su larghi strati della popolazione e non solo su gruppi limitati o elite, e l’apprendimento come approccio da perseguire in modo continuativo in modo da facilitare una riflessione collettiva e capace di mettere a confronto le ambiguità delle esperienze e la diversità di opinioni. 

L’approccio tecno-critico di Jasanoff non punta a demonizzare la tecnologia ma a enfatizzarne un utilizzo democratico e partecipativo e il suo governo sociale in modo da mutare i rapporti di forza tra scienza e società.


 

Bibliografia 

  • Science and pubblic reason (science in society), 2013
  • Risk amnagement and political culture: a comparative analysis of science, 1986
  • The Fifth Branch: Science Advisers as Policymakers, 1998
  • States of Knowledge: The Co-production of Science and the Social Order (International Library of Sociology), 2004