Per essere intelligenti serve un cervello?
Mancuso osserva che definire l'intelligenza solo attraverso la presenza di un cervello esclude ingiustamente il 99,7% degli organismi viventi, cioè le piante, quasi tutte escluse dalla categoria. Propone una definizione più inclusiva, l’intelligenza come capacità di risolvere problemi, anche senza un organo centrale dedicato.
Cosa ci distingue dalle piante?
Gli animali (compresi noi) sono organizzati in modo centralizzato, con un cervello che elabora tutto. Le piante hanno invece un’organizzazione distribuita e ridondante, ogni parte può contribuire alle funzioni vitali. Questo le rende molto resilienti, possono perdere porzioni significative e sopravvivere.
Com’è organizzata l’intelligenza animale?
Il sistema animale privilegia risposte rapide grazie a una struttura a comando centrale (cervello). Tuttavia, tale organizzazione è fragile: il guasto di un componente critico può essere letale.
Com’è organizzata l’intelligenza delle piante?
Le piante operano via sensori distribuiti, ad esempio le radici rilevano luce, nutrienti, pressione, sostanze chimiche. Mancuso paragona questa rete a internet, dove ogni apice radicale agisce come un nodo comunicante e funzionale.
Cosa percepiscono le piante?
Le piante percepiscono luce, suono, sostanze chimiche e persino vibrazioni, grazie a recettori sparsi in tutto l’organismo. Non hanno occhi o orecchie, eppure “sentono” l’ambiente, modificando il proprio comportamento in risposta.
Le piante apprendono?
Un esperimento con Mimosa pudica dimostra che, dopo diverse cadute, smette di chiudere le foglie: ha imparato che la caduta non è pericolosa, un esempio di apprendimento comportamentale.
Le piante ricordano?
Quello appena descritto è una forma di memoria, non tanto temporale quanto adattiva. Alcuni studi indicano una sorta di “memoria immunologica” e pattern di comportamento modificati in risposta al passato.
Stefano Mancuso è un neurobiologo vegetale italiano, tra i massimi esperti mondiali nello studio dell’intelligenza delle piante.
Professore ordinario all’Università di Firenze, è Direttore del LINV – Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, che ha fondato.