Husserl e Merleau-Ponty hanno mostrato che l'esperienza dell'altro corpo non è mediata da inferenze cognitive (come nella "teoria della teoria" della mente), ma è diretta e pre-riflessiva. Questa dimensione è oggi confermata dalla scoperta dei neuroni specchio (Rizzolatti, Gallese), ma sarebbe un errore ridurre l'intercorporeità a meccanismo neurale. In Paolucci la dimensione sociale è presente ma tende ad essere pensata in termini di condivisione di abitudini cognitive, non di risonanza corporea, manca l'attenzione alla gestualità, alla postura, alla prossimità corporea che costituiscono il tessuto pre-linguistico dell'interazione sociale.