Il corpo vissuto è essenzialmente vulnerabile. Può ammalarsi, invecchiare, soffrire, morire. Questa vulnerabilità non è un difetto accidentale che la tecnologia potrebbe eliminare, ma una dimensione costitutiva dell'esistenza corporea. La vulnerabilità corporea ci espone agli altri, crea dipendenza reciproca, è la base dell'etica. Se il corpo viene paragonato a una macchina hardware, può essere riparabile si può aggiustare, ma il corpo vivente non funziona così. La malattia, il dolore cronico, l'invecchiamento non sono "malfunzionamenti" correggibili, ma esperienze esistenziali che ridefiniscono radicalmente il nostro essere-nel-mondo.