Secondo Paolucci Clark “ha mostrato come la natura stessa dell’essere umano, quella natura che gli ha consentito di passare dall’essere predato all’essere il più spietato predatore esistente sul pianeta senza fare nulla al suo corpo, sia la sua continua capacità di delegare all’ambiente e agli artefatti culturali le proprie skill cognitive in modo da svolgere in modo più efficace compiti che, se li svolgessimo all’interno della nostra testa o del nostro corpo biologico, sarebbero molto meno efficaci o molto più complessi”