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Nel suo bel libro “Anima e iPad” e prima ancora nel libro precedente sulla documentalità, Maurizio Ferraris ha sottolineato il paradosso della nostra epoca caratterizzata dalla pervasività delle telefonia cellulare e dei dispositivi mobili. La diffusione di questi strumenti ha reso più facile comunicare ma a prevalere non è tanto la comunicazione verbale quanto quella scritta. La scrittura, dentro e fuori la mente, è all'origine della coscienza e del mondo sociale, scrive Ferraris, "Perché la scrittura è insieme la base della realtà sociale e del nostro pensiero, il cui spettro peggiore è proprio l'Alzheimer, la perdita della memoria vissuta come perdita del pensiero. Ecco perché la grande svolta tecnologica che ha caratterizzato gli ultimi trent'anni ha riguardato proprio la scrittura=


Nel suo bel libro “Anima e iPad”del 2011e prima ancora nel libro precedente sulla documentalità (Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce), Maurizio Ferraris ha sottolineato il paradosso della nostra epoca caratterizzata dalla pervasività delle telefonia cellulare e dei dispositivi mobili. La diffusione di questi strumenti ha reso più facile comunicare ma a prevalere non è tanto la comunicazione verbale quanto quella scritta.

Gli smartphone e i tablet hanno portato alla ribalta cose antichissime e una di queste è la scrittura. Il tablet viene paragonato dal filosofo all’anima di  Platone e di Freud e di altri filosofi ma anche alla tabula di cera su cui era possibile, nei tempi antichi, di scrivere, cancellare, e scrivere di nuovo.

Oggi un nuovo libro, scritto da Tom Standage dal titolo “Writing on the wall”, sembra confermare quanto già scritto sulla documentalità come memoria e pratica storica e come tendenza da parte di Ferraris. Standage è un giornalista scientifico che lavora per il quotidiano The Guardina e per l’Economist. Nel suo libro sostiene che “Per condividere informazioni all’interno di una rete di conoscenti, attività centrale dei media sociali, non c’è bisogno di Internet, basta che ci sia un modo poco costoso per copiare e condividere”. 

Nell’antica Roma la rete, in termini di connessione tra nodi-persone, era rappresentata dagli schiavi che venivano usati in quantità come postini per collegare e far comunicare persone diverse tra di loro. Nel sedicesimo e diciassettesimo secolo la comunicazione avveniva attraverso Miscellanee, raccolte di scritti, disegni e ricopiature assimilabili a Pinterest e Tmblr.

I testi contenuti nelle Miscellanee non erano creati dal loro autore ma erano per lo più testi trascritti, ricopiati e condivisi con altri. Una attività simile a quella degli amanuensi, con la differenza che delle Miscellanee era garantita una maggiore diffusione.

Infine Standage ci ricorda che anche la viralità non è stata inventata sulla rete ma molti anni fa. Un esempio di questa viralità sono state le famose 95 tesi di Martin Lutero che scatenarono nel giro di poco tempo la ribellione dei paesi nordici contro la chiesa cattolica e centralista di Roma.

Le Tesi furono apposte sul portone di una chiesa e subito copiate e riscritte su centinaia di altri portoni do chiese, conventi e monasteri. Per non parlare di Twitter che secondo l’autore ebbe origine ai tempi di re Carloprimo Tudor quando la contesa tra parlamento e sovrano venne combattuta attraverso una miriade di pamplhet usati per alimentare polemiche e discussioni e che durò per diversi mesi. 

Chi fosse interessato al libro: Writing on the Wall


Pubblicato il 04 agosto 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

c.mazzucchelli@libero.it http://www.stultiferanavis.it