Emozioni antidemocratiche. L'esempio di Israele
Anno:
2024
Casa editrice:
Castelvecchi

Emozioni antidemocratiche. L'esempio di Israele

In tutto il mondo la democrazia è minacciata da movimenti e ideologie populiste. La paura generalizzata del nemico, la separazione e il disgusto tra differenti gruppi sociali, il risentimento causato da esclusione e discriminazione, oltre a generare un orgoglio nazionale esasperato, sono il combustibile che alimenta e sostiene il populismo autoritario.

Le emozioni giocano infatti un ruolo cruciale nella sfera politica, che Eva Illouz indaga a partire da Israele, paradigma dello stile nazionalista e populista che si è esteso a livello globale negli ultimi decenni.

Fin dalla sua fondazione, Israele è stato un modello di democrazia securitaria forse senza eguali, basato sull'imperativo «sconfiggere il nemico o essere distrutti».

Se l'olocausto ha mutato per sempre l'inconscio ebraico, traumatizzato da un antisemitismo eterno e ineluttabile, «come fosse scritto nell'ordine stesso del mondo», la costante minaccia esistenziale che incombe sulla popolazione ebraica ha portato alla ricorrente violazione della legge in nome della sopravvivenza biologica.

È così che Benjamin Netanyahu ha raggiunto l'impresa machiavellica di essere amato grazie alla paura che semina, mescolando il carattere biblico e teologico della storia ebraica con gli intrecci geopolitici del Paese. Solo un nuovo orientamento emotivo, fondato sul sentimento della fraternità, potrà allora contrastare l'estrema destra al potere e preservare quello che resta dell'unica democrazia del Medio Oriente.

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La censura del silenzio

Due mesi fa è stato pubblicato su un noto social americano un post a proposito del libro di Eva Illouz "Emozioni antidemocratiche. L'esempio di Israele". Una settimana dopo, l'account è stato bloccato dalla piattaforma senza alcuna motivazione. Non è più possibile accedere, non si possono recuperare le foto, i post, i contatti di una vita. Tutto cancellato per aver promosso un libro. Un libro scritto da una sociologa israeliana, cittadina dello stato di cui osava criticare le derive autoritarie.