Glossario narrativo dal futuro prossimo di un ecosistema informativo affranto.
Ogni voce è autonoma. Ogni voce è memoria. Ogni voce è un frammento di ciò che un tempo dava senso.
Esperienza (s.f.)
Un tempo indicava ciò che si apprende agendo, misurando con il corpo e la mente. Oggi è sostituita da “formazione obbligatoria” in Moodle. Può sopravvivere come parola storica, relegata alle note in fondo ai report PDF.
Responsabilità (s.f.)
Non è più promessa, ma tracciamento: un campo da compilare in Jira. “Ownership” ha ucciso la responsabilità: se non c’è bug, non c’è colpa.
Coerenza (s.f.)
Fa rima con “bugfix retrocompatibile” e “scadenza rispettata”. Non esiste più nel senso etico: è stata sostituita da “conformità”.
Dialogo (s.m.)
Era lo spazio dove si mettevano a confronto visioni diverse. Oggi è un thread su Teams. Si chiude dopo 400 notifiche.
Errore (s.m.)
Era fonte di apprendimento. Ora è un ticket da chiudere velocemente. Le post-mortem diventano checklist.
Visione (s.f.)
Eredità retorica: nessuno sa cosa significa. Si ritorna all’esecuzione sequenziale. Si dice “allinearsi” e ci si salva.
Tempo (s.m.)
Era profondità storica, ritmo, cognizione. Oggi è backlog, sprint, due settimane. Si vive in slide uguali, montate a ciclo continuo.