Non sono passati che pochi anni dal rilascio ufficiale (30 novembre 2022) della prima IA conversazionale nota come ChatGPT, e ormai tutti (furono un milione al tempo del rilascio), più o meno, utilizzano l'applicazione per le loro ricerche online. Ricerche che non hanno nulla a che fare con l'esplorare e il ricercare.
In realtà le ricerche sono diventate semplici domande, a cui le IA generative offrono risposte più o meno valide e soluzioni, più o meno indovinate. Non più elenchi di link da selezionare per continuare una personale esplorazione esperienziale individuale, alla ricerca di ciò che si percepisce essere la risposta più adeguata e utile, ma risposte dirette che i più prendono per sufficienti, adeguate, pertinenti, anche se in realtà sono a volte semplicemente allucinogene e/o sbagliate
Nessuno può negare le potenzialità delle intelligenze artificiali, tutti dovrebbero interrogarsi sul rischio che la loro diffusione possa avere conseguenze negative sulla salute di Internet (la sua salute interessa ancora a qualcuno?) e delle sue piattaforme, spazi web, progetti, istituzioni (Wikipedia e non solo), ecc. Il rischio maggiore è collegabile all'impoverimento dell'esperienza utente e alla potenziale trasformazione di uno spazio abitato da umani in uno colonizzato, frequentato e governato sempre più da automi, bot, macchine.
Mentre si riflette e ci si interroga, quello che sta emergendo e si afferma è una transizione tecnologica che si porta appresso una transizione di tipo economico e culturale.
Da Una Internet abitata da persone, stiamo assistendo e contribuendo, con la nostra complicità, all'affermarsi di un sistema opaco, disintermediato dalle macchine. Macchine che agiscono da pirate (forse sarebbe meglio dire da corsare) dell'informazione, sempre a caccia di nuovi dati e di nuove informazioni, senza riconoscere alcun valore o compenso a chi quei dati e quelle informazioni ha prodotto.
nel nuovo ecosistema digitale dominato dalle IA dovremo cambiare il modo di produrre i contenuti?
Il motore di ricerca tradizionale è morto e sepolto
La cartina di tornasole di quanto sta avvenendo è il motore di ricerca, in particolare quello che ha reso ricca e famosa Alphabet, proprietaria di Google Search, ma anche di potenti motori di IA come Gemini. Motori che hanno portato allo sviluppo (dei trasformer) degli LLM oggi predominanti. Google è da sempre impegnata nell'introduzione della IA dentro il suo motore di ricerca online, ma è rimasta spiazzata dal successo delle soluzioni/applicazioni di IA generative come la ChatGPT di OpenAI.
Per correre ai ripari Alphabet nel maggio 2024 ha introdotto AI Overviews che ha in pratica modificato per sempre la percezione di molti su cosa sia una ricerca web online. In pratica AI Overviews inserisce in un riquadro apposito, in alto nella pagina web, che compare prima dei risultati standard della ricerca/esplorazione Google, una risposta, la soluzione al quesito posto dall'utente. Il primo effetto è stato un calo significativo nell'utilizzo dei link che ha generato un crollo degli accessi ad un numero elevato di siti web online. I link rimanevano comunque disponibili e utilizzabili da coloro che volevano ricercare per conto proprio un percorso di esplorazione personalizzato e non si accontentavano della soluzione proposta da AI Overviews.
Con l'introduzione recente (2025) di AI Mode Google prova a competere con motori di ricerca IA come Perplexity, rivoluzionando la ricerca online a cui tutti si sono abituati negli anni. In pratica cliccando il bottone apposito AI Mode nella pagina del motore di ricerca si può cambiare la propria esperienza di ricerca. Si pone una domanda e la IA risponde collocando sulla parte destra dello schermo un elenco di link, quelli utilizzati dalla IA per elaborare una soluzione e/o risposta.
Con AI Mode, prefigurazione dei motori di ricerca futuri, è sparita ogni possibilità di esplorazione individuale, limitata è l'esperienza utente, suggerito (condizionato) e delimitato è lo spazio esplorativo dentro il quale muoversi. A tutto ci pensa la AI Mode. Le note marketing descrittive della soluzione di Google esaltano l'applicazione come utile per domande esplorative e attività complesse, ma in realtà al ragionamento umano, utile a scegliere e decidere quali percorsi di navigazione effettuare all'interno di centinaia di link, potenzialmente utili, si sostituisce il ragionamento pre-codificato di una IA (una macchina), sia essa AI Mode, ChatGPT o altro ancora.
Mentre Google corre ai ripari per proteggere il so monopolio, si trova a competere con i nuovi attori del mercato come OpenAI (il suo motore di ricerca è attivo dal 2024), Anthropic e altri, molti stanno pensando che il motore di ricerca di Google non è più così efficace come tutti pensavamo che fosse. Ogni ricerca finisce per generare data trash (riferimento al libro di Arthut Kroker), un mare di spazzatura spam generata da IA e link che non hanno alcun reale valore.
Per capire questa discesa verso la discarica è sufficiente provare a usare altri motori di ricerca come Bing, DuckDuckGo, Startpage, Searx, o Yandex. motori di ricerca che non stanno neppure loro tanto bene, visto quanto sta crescendo e si sta diffondendo l'uso delle IA e dei suoi prodotti, motori di ricerca, piattaforme.
Il collasso di strumenti considerati efficienti e affidabili
Quello a cui si sta assistendo è il collasso di strumenti considerati efficienti e affidabili, una testimonianza del decadimento della Internet attuale.
Il collasso riguarda anche l'entusiasmo di quanti, soprattutto i professionisti della SEO, hanno sempre visto in Google Search uno strumento inaffondabile. In realtà prima delle IA, il motore di ricerca era già moribondo, sconfitto dalla crescente inaccuratezza dei risultati delle ricerche, dallo spam e dalla bassa qualità dei contenuti generati per coltivare e mantenere i modelli SEO su cui molti avevano costruito le loro fonti di sopravvivenza e di guadagno.
Si potrebbe dire che Google sia stato vittima delle sue stesse scelte e azioni, preparando il terreno a ciò che oggi definiamo come il proliferare di contenuti semplificati, ripetitivi, di bassa qualità, generati dalle IA. Più interessato al suo modello marketing predatorio che alle ricerche degli utenti, Google non ha visto arrivare i nuovi motori di ricerca targati AI che oggi mettono in discussione modelli di business, reputazione e dominio incontrastato del mercato che Google aveva sempre avuto.
Non li ha visti arrivare perché troppo focalizzato su un modello di business come Google Ads che nel 2023 ha generato 240 miliardi di fatturato con un aumento di quasi il 400% sugli ultimi dieci anni.
L'aumento è avvenuto anche grazie alla alluvione di contenuti di scarsa qualità che Google ha incentivato, finendo con il generare uno tsunami che ha trasformato Internet in una macchina generatrice di spam.
Ne è derivata quella che molti chiamano la “enshittification” (merdificazione, merdaio), praticata da Google e dalle innumerevoli aziende che hanno aderito ai suoi programmi di affiliazione marketing, ma anche dall'uso diffuso fatto dei contenuti di piattaforme di forum come Reddit e Quora sempre posizionati in alto nelle ricerche. La scelta di Reddit è stata raccontata come dettata dalla volontà di trarre vantaggio dalla condivisione di intuzioni genuine praticate su quelle piattaforme. Peccato che su di esse a prevalere siano opinioni disinformate e superficiali, molta disinformazione deliberata e tanta misinformazione
Cambierà la ricerca online?
Mentre ferve il dibattito su come e quanto AI Mode e altre soluzioni simili potranno migliorare la ricerca online, mentre molti richiamano l'attenzione sui limiti e i rischi (allucinazioni, cannibalizzazione dei contenuti presenti sul Web, in probabile quasi certa e silente violazione del copyright), insorgenza di un potere eccessivo nelle mani di poche aziende High Tech) di questo approccio al web emergente, ciò che conta veramente e che cambierà il modo di stare online di moltitudini di persone è la componente soggettiva dell'esperienza di navigazione e di esplorazione online.
A questo va aggiunto il restringimento (controllato e frutto di scelte ben precise) delle fonti di informazioni (da sempre Google Search ha permesso di navigare solo su una parte dell'intera Internet), il loro assoggettamento a logiche privatistiche, alla loro composizione sempre più omogeneizzata, omologata e piegata a logiche di potere finalizzate a condizionare la libertà di scelta e a limitare l'autonomia decisionale delle singole persone. A scomparire sono anche l'imprevisto, la scoperta casuale e inaspettata, la sorpresa, i percorsi di ricerca non previsti, le destinazioni inusuali raggiunte, in una parola la possibilità di de-coincidere, agire in autonomia, anche in modalità caotica, stocastica e anarchica.
Il rischio, per chi rinuncerà a resistere, sarà una omologazione crescente dettata dal conformismo delle IA, da soluzioni rapide e preconfezionate, da risposte filtrate dall'algoritmo e spacciate per veritiere perché fondate sui fatti e le informazioni trovati.
Le Intelligenze Artificiali sono destinate a provocare cambiamenti radicali in tutti gli ambiti di vita delle persone, in tutte le discipline, nella realtà sociale, economica e politica.
Online il cambiamento sarà profondo e radicale. A cambiare non saranno soltanto le soluzioni disponibili che muteranno i comportamenti degli utenti e dei naviganti online. A cambiare saranno (sono) anche i modelli di business. Come cambierà ad esempio il modello su cui è stato costruito il successo di Google Search se, con l'introduzione di AI Ovrviews (oggi di AI Mode) gli utenti che cliccano sui link sono diminuiti del 40% riducendo drasticamente gli accessi ai siti web, compresi quelli dei principali media online? Con l'introduzione di AI Mode Google sembra voler cambiare modello, espressione della volontà di non volere tornare indietro. Il cambiamento è radicale. Prima Google garantiva ai proprietari dei siti la visibilità in cambio di contenuti utili a generare profitto. Domani il guadagno cercherà di costruirlo semplicemente saccheggiando l'intero database di contenuti dei siti online, senza dare nulla in cambio, neppure l'illusione di poter guadagnare. Il saccheggio dei contenuti è ciò che già fanno tutte le numerose IA generative attive online.
Strumenti come ChatGpt rimarcano la separazione tra agire con successo, come fa un’intelligenza artificiale, e la capacità di agire in modo intelligente per arrivare a quel successo, come fa generalmente una persona. ChatGpt ha una enorme capacità di agire, ma senza 'intelligere. (Luciano Floridi)
Che fine faranno i siti Web nell'era delle macchine e delle IA?
La volontà di potenza e l'accelerazione delle IA porteranno a una trasformazione radicale del Web come lo conosciamo oggi. Nessuna entità tradizionale oggi presente in rete, sia esso sito web o blog, sopravviverà senza cambiamenti profondi, nel modo con cui i siti web funzionano, sono disegnati, implementati e utilizzati. Cambierà la user experience dell'utente ma per rendere possibile questo mutamento i siti web dovranno passare dall'essere semplici contenitori di contenuti al favorire esperienze dinamiche, dialogiche, conversazionali, anche con agenti di intelligenza artificiale che si faranno carico di comprendere le loro esigenze e di personalizzare le risposte in tempo reale. Spariranno i menu, ci saranno interfacce vocali e testuali per comunicare con una IA integrata nell'applicazione del sito e capace di adattare i contenuti su richiesta. Spariranno strutture di navigazione pre-impostate, sostituite da percorsi personalizzati in continua evoluzione. Le IA agiranno da assistenti personali, istruiti a d anticipare i bisogni dell'utente, a curare i contenuti in modo dinamico, a definire modalità di interazione personalizzate e pensate per aumentare l'ingaggio dell'utente.
La diffusione delle IA porterà a siti web pieni di contenuti generati automaticamente, robotizzati, obbligando a interrogarsi su quanto ci si possa (af)fidare di quei contenuti, sulla loro autenticità, sulla loro differenza con contenuti prodotti da esseri umani non ancora robotizzati o ridotti a semplici macchine. Uno degli effetti potrebbe essere una riduzione nella creatività umana e della qualità. L'ecosistema web del futuro sarà popolato da una popolazione mista di umani e di macchine che obbligherà a ripensare molte delle interfacce Internet oggi in uso.
Cosa faremo con i nostri siti web?
In attesa che questa metamorfosi avvenga, oggi tutti coloro che vivono delle loro attività online, semplici utenti e autori, blogger, divulgatori, creatori di contenuti, specialisti e professionisti, testate online ed editori, ecc. devono fare fronte a un calo devastante del traffico online stimato intorno al 70% (il traffico di Google già oggi è calato del 30%) e a un calo consistente della loro potenzialità di guadagno online. Facile prevedere che milioni di siti web siano destinati semplicemente a scomparire, per l'impossibilità di sopravvivere in scenari futuri sempre più omogeneizzati, privatizzati e controllati da poche entità mondiali, proprietarie delle piattaforme e in grado di determinare l'evoluzione di Internet e del web. Facile prevedere che diventerà sempre più urgente rivedere il rapporto, che si sta imponendo, tra intelligenza artificiale e contenuti digitali.
Nel nuovo web che sta emergendo grazie alla Intelligenza Artificiale, il rumore non sarà più il disordine, ma la perfezione (Calogero Bonasia)
Che fine farà la Stultiferanavis?
La STULTIFERANAVIS non è un sito web, ma un progetto pensato per contrastare l'ignoranza crescente e diffusa, la stupidità diventata virale (citazione da Otti Vogt). La nave è un'iniziativa collettiva, un generatore di conoscenze e di conoscenza, un deposito (BAULE) ricco di saperi transdisciplinari, un dispensatore di informazioni di qualità, un contenitore di riflessioni e di analisi dalla insostituibile profondità, un evento ricco di eventi, una "soglia" sempre da oltrepassare, attraversare!
La STULTIFERANAVIS è uno spazio (temporaneamente) libero online, una comunità di persone, non di robot o chatbot. In un mondo online nel quale le Intelligenze Artificiali diventeranno i nuovi e potenti (dispotici) intermediari della conoscenza, bisogna essere consapevoli che non sarà più il lettore a “trovare” la nave online. ma sarà la macchina a selezionare per lui. Con questa consapevolezza la nave non modificherà i suoi linguaggi, non favorirà testi semplificati, coerenti e strutturati, standardizzati, per aiutare le IA nelle loro ricerche e preferenze. La scrittura non può essere snaturata, appiattita, governata da logiche e modelli pensati per elaborazioni automatiche e piegate a motivazioni puramente utilitaristiche e di comodità. Non ci si può piegare e adeguare a regole dettate da macchine di IA e algoritmi che non sono in grado di comprendere il senso ma lo simulano.
La STULTIFERANAVIS è un mondo a parte, non poggia su alcun modello economico di business, perché fondato sulla gratuità e senza alcuna finalità di monetizzazione o di guadagno. Non ha bisogno di implementare alcun modello di compensazione. Le persone che navigano sulla nave trovano le motivazioni a continuare a farlo dal piacere di stare insieme dentro una comunità di persone, di esseri umani non ancora robotizzati, "mantenendo uno spazio critico dove la parola non è ancora ridotta a dato" (Calogero Bonasia).
La STULTIFERANAVIS non è luogo per influencer, individualisti e narcisisti vari, non è un megafono offerto a filosofi o monaci pop che frequentano le piattaforme social online, a nuovi arrivati già senza fiato al momento di salire sulla nave che però credono di poter trarre vantaggio dal semplice essere a bordo. Per stare a bordo e essere presi sul serio bisogna avere condiviso lo spirito della nave e partecipare convinti e motivati alla sua navigazione. Più che la ricerca della visibilità ai naviganti serve la ricerca della virtù, l'abbraccio della pluralità, il pensare lento e disciplinato, il riflettere criticamente, la reazione non binaria e la capacità di ascoltare e comprendere prima di parlare e scrivere.
basta "dire la verità al potere" quando stiamo solo facendo clic sull'algoritmo (Otti Vogt)
In un mondo online futuro dominato dalle IA, la STULTIFERANAVIS navigherà con le vele spiegate al vento, libera da algoritmi, chatbot e strumenti di IA, senza destinazioni predeterminate o fissate a priori da altri, come un viaggio in continuo divenire e ridefinizione. A far la differenza per la nave non "saranno testi grammaticalmente impeccabili, ma privi di vita. La differenza la farà la voce: la presenza di un autore riconoscibile, la deviazione, la parola che sorprende." (Calogero Bonasia).
La nave non ha bisogno di investire in modelli alternativi quali Cloudflare (pay as you crawl), Tollbit, ProRata e soluzioni simili (richiesta di micropagamenti ai Bot per concedere l'accesso ai contenuti e/o redistribuzione dei ricavi pubblicitari), Newsletter proprietarie, marketplace AI-Ready (aperti alla comprensione delle macchine), adesioni a nuovi standard tecnici pensati per tutelare i diritti dei creatori di contenuti.
La STULTIFERANAVIS mira a una sua autorità intellettuale, tranquilla e rigorosa, non ricerca la viralità del "non dire nulla". Ha consapevolezza che i contenuti del suo BAULE possano essere preda della pesca a strascico delle IA, ma non per questo implementerà meccanismi di difesa per impedire l'accesso ai suoi dati, anzi questi dati, le informazioni che ne derivano e le conoscenze prodotte sono generosamente regalate alla Rete, nella convinzione che, per la loro qualità, possano fornire potenti strumenti di conoscenza, di apprendimento, di tecnoconsapevolezza, di comportamenti etici e di responsabilità.
Riuscirà la nave nel suo intento a continuare a navigare? Difficile fare una previsione certa. ma le utopie non sono mai morte!
La differenza la faranno persone in carne e ossa, disponibili a leggere, a scrivere, a condividere e a partecipare. Persone che amano la lentezza, la riflessione critica, la selezione, il confronto e il dialogo, la responsabilità editoriale e redazionale.
sarà per questo che gli accessi alla stultiferanavis continuano ad aumentare? Merito del disincanto e della ricerca di falò digitali?