Cornetti, brioches e croissant e il mondo nascosto dei knowledge graphs.

Non molto tempo addietro, durante uno dei miei tanti sabati liberi, ho passato del tempo in una libreria della catena Il Libraccio. Mi sono perso tra gli scaffali per non so quanto tempo - forse persino due ore, ma il tempo vola quando si è circondati dai libri. In quella spedizione libresca ho scovato due volumi che hanno catturato la mia attenzione, entrambi dedicati a un tema che sta rivoluzionando il modo in cui l'intelligenza artificiale comprende e organizza la conoscenza: i knowledge graphs. Quello che segue è un condensato dei miei appunti di lettura, un tentativo di mettere insieme le intuizioni di due prospettive molto diverse su una delle sfide più affascinanti del nostro tempo tecnologico.

Internet non è quello che sembra

Come infrastruttura, ormai privatizzata e occupata da piattaforme che hanno costruito in Rete veri e propri mondi chiusi, Internet è aperta ma non è più libera. Dipende ed è controllata da pochi Internet provider e da poche aziende tecnologiche, principalmente Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft e Netflix, che hanno trasformato Internet in un cartello, una mega-caverna platonica, in un grande centro commerciale (Saramago) nel quale gli utenti sono semplici consumatori e merci al tempo stesso. Gli spazi , gli arredi, i corridoi, di questi centri commerciali vengono usati per costruire narrazioni omologate e coformistiche, ma anche a diffondere messaggi reazionari e bigotti, fascisti e complottisti, false verità e informazioni sempre più fuori controllo.

Internet e Silicon Valley

C’era una volta Internet, paese aperto a innumerevoli opportunità e speranze. Poi sono arrivati i mondi chiusi delle APP e delle piattaforme di social networking che hanno creato una terra di mezzo tra mondo reale e mondo virtuale.