Go down

I tempi che stiamo vivendo sono paradigmatici di una realtà che non riesce più neppure a fare i conti con sé stessa. In tanti condividono la sensazione di vivere tempi strani, crepuscolari ma senza sapere bene cosa fare.


Dopo anni di storytelling malato, di complicità con i poteri forti che si sono via via affermati, di difficoltà crescente, anche per mancanza di strumenti culturali e intellettuali, a comprendere la realtà e il nostro stare bene o male dentro di essa, molti scoprono che “il mondo al quale eravamo stati addestrati a sopravvivere non esiste più”.

Siamo precipitati nel disagio e nell’infelicità, di fronte a narrazioni che raccontano che tutto va bene, la paranoia e schizofrenia sono in costante aumento. Grande è la delusione, elevata la frustrazione, forte è il senso di inutilità, è come se a tenerci in questa condizione sia una forza gravitazionale psicologica, sociale e politica che si è venuta formando negli anni.

A crescere di più è la percezione della propria sofferenza (altro che felicità!), della propria irrilevanza come cittadini/e (la politica se ne frega ormai dell’opinione pubblica), della crescente indifferenza (rabbia repressa alla ricerca di sfoghi necessari) da parte di chi dovrebbero capire e ascoltare sofferenze e bisogni.

Tutto questo spiega, in parte, secondo me, ciò che è successo nella giornata di ieri quando centinaia di migliaia di persone in Italia (manifestazioni mai così affollate da anni) si sono riversate in strada per dire di non sopportare di e di non riuscire più a superare il malessere generato da ciò che sta succedendo a Gaza.

Questo malessere, espressione di altro malessere ancora più diffuso e rilevante, avrebbe potuto essere un ottimo argomento per giornali, media e giornalisti che i fatti di ieri hanno raccontato.

Così non è stato.

Ieri sera le TV, oggi i giornali (cartacei e digitali) si sono riempiti di articoli, editoriali, analisi, riferimenti storici, richiami, ecc. per raccontare alcuni fatti (gravi) successi a Milano intorno alla stazione centrale di Milano.

Media e giornalisti hanno perso un’occasione, poco male, di occasioni future ce ne saranno a iosa. Il malessere crescente è destinato a manifestarsi ancora ed ancora e in forme a oggi imprevedibili a tutti noi.

Disagio e infelicità sono una brutta cosa, soprattutto se sono diffusi come lo sono oggi!

Pubblicato il 23 settembre 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

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