Realizzare Se Stessi significa:
“…pervenire a quella consapevolezza di sé che permette alla personalità di realizzarsi completamente e di vivere, allora, realmente, quelle ore, quei giorni, quegli anni che vengono invece, di solito sciupati nella banalità quotidiana di una esistenza di ordinaria amministrazione…”(citazione tratta dalla prefazione del Siddharta di Hesse edito da Adelphi)
Non è tuttavia una prospettiva di matrice egoistica che soggettivizza l’Io perché la Realizzazione di Se Stessi può anche e forse soprattutto, significare dedizione verso gli altri
Realizzare Se Stessi vuole dire:
portare a completa maturazione il Seme che CASUALMENTE è gia deposto in noi fin dalla nascita e che possiamo chiamare Carattere o anche Temperamento o anche Indole Nativa
Insieme ad esso concorreranno altri due fattori non meno importanti per il raggiungimento dello scopo finale:
L’Ambiente e il Fato
Carattere - Ambiente - Fato saranno uniti in una danza sincrona e inter-dipendente che possiamo racchiudere addirittura in una formula matematica:
REALIZZAZIONE DI SE STESSI = C x A x F
C di Carattere, A di Ambiente, F di Fato, sono i tre fattori unici e fondamentali che stabiliscono il grado potenziale e anche reale, di riuscita della missione di ogni Singolo Individuo
Analizzandoli nel dettaglio:
Per AMBIENTE si intende: il nucleo famigliare (soprattutto durante l’infanzia), poi gli amici, la scuola, l’educazione spirituale ottenuta per tramandazione, l’educazione sentimentale ricevuta, il contesto sociale, economico, politico in cui si vive (Nazione) etc etc.
Cioè tutto ciò che è “fuori”, “esterno” alla nostra intimità dell”Essere e… tutto ciò HA e AVRÀ profonda influenza su di noi e sulle scelte che potremo agire
Ma…
Esiste anche il FATO, inteso come Casualità e cioè come qualcosa che può interagire favorevolmente o sfavorevolmente con la nostra Esistenza indipendentemente dalla nostra Volontà
È un fattore che “pesa” sulla nostra Realizzazione (un incontro fortunoso o al contrario… una malattia improvvisa o un incidente)
Terzo fattore: CARATTERE definibile anche come Temperamento o Indole Nativa dell’Individuo
Tuttavia pur riconoscendo che l’Ambiente possa agire su di noi e per converso che noi possiamo agire su di esso plasmandolo e che il Fato invece agisca a senso unico poiché minimamente influenzabile dal nostro agire, le ulteriori speculazioni che seguiranno sul Carattere, ci condurranno a sintesi finali inaspettate
Al netto delle influenze esterne imputabili ad Ambiente e Fato, bisogna infatti considerare che ogni EU (Essere Umano) non nasce “nudo” caratterialmente ma nasce già con un corredo caratteriale ereditato in parte dai genitori ed in parte (poco descrivibile anche dalla scienza) originato casualmente da imprevedibili fattori temporali-geografici-istantanei difficilmente catalogabili e quindi eleggibili a “casuali
In definitiva non nasciamo tutti uguali ma nasciamo già profilati da “motivazioni intrinseche” che veicoleranno anche le nostre scelte future
Osservando il Mondo eterogeneo degli Individui si comprende come le loro azioni, pur essendo influenzate da Ambiente e Fato, hanno già un sedimento di tendenza primitiva individuale riconducibile a quel Seme che chiamiamo Carattere
In parole più povere, le nostre “scelte” sono già influenzate a priori (in parte) dal nostro Essere Primitivo Nativo
Ciò non significa che l’Ambiente (e il Fato) non possano modificare, educare, influenzare, anche in grande misura, la formazione di un individuo ma… una parte altrettanto consistente di quell’individuo ne inficerà il comportamento ed è quella sua parte di Indole Nativa
L’idea che ogni individuo nasca con una struttura caratteriale innata trova oggi ampia conferma anche nel campo delle neuroscienze e della psicologia dello sviluppo
Inoltre, le neuroscienze e la psicologia moderna riconoscono ormai senza ambiguità che:
Il carattere e la personalità hanno una base genetica importante, trasmessa sì dai genitori, ma non solo: si parla allora di interazione gene-ambiente, dove l’“ambiente” non è solo sociale o culturale, ma anche appunto casuale (infezioni prenatali, microtraumi, eventi epigenetici, ecc.).
Fin dalla nascita, ogni individuo mostra differenze temperamentali innate: alcuni neonati sono più irritabili, altri più curiosi, altri ancora più apatici
Studi longitudinali condotti da Alexander Thomas e Stella Chess hanno individuato nei neonati tratti di temperamento stabili ma diversi, come appunto il livello di attività, l’adattabilità e la soglia di reazione, questo si inquadrerebbe sotto l’etichetta di temperamento, che è in larga parte biologico e stabile nel tempo, evidenziando una componente genetica significativa nella formazione della personalità
Fin dalla vita prenatale, si osservano differenze temperamentali che non possono essere ricondotte all’influenza ambientale postnatale
Il concetto di motivazione intrinseca è reale: ci sono spinte interne all’azione che non derivano da condizioni esterne
E queste sembrano emergere dalla struttura stessa dell’individuo, e quindi non sono “libere”, ma iscritte nella sua natura
La psicologia evolutiva e la psicobiologia confermano che non esiste una tabula rasa: l’individuo nasce con predisposizioni che orientano tutto il suo percorso di vita
La psicologia del ciclo di vita riconosce che l’ambiente può modulare, ma non riscrivere completamente, le caratteristiche fondamentali
La psicologia umanistica d’altro canto (Maslow, Rogers) è più ottimista, ma anche lì si ammette che il “potenziale umano” è già inscritto nella natura dell’individuo e che il compito non è diventare altro, ma realizzarsi per ciò che si è
Il concetto di temperamento, distinto dalla personalità per la sua natura più biologica e innata, è stato ulteriormente sviluppato da autori come Jerome Kagan, che ha mostrato come alcuni bambini manifestino precocemente una tendenza all’inibizione comportamentale, correlata a differenze nell’attivazione dell’amigdala
Simili risultati indicano che l’individuo nasce già “programmato” con un certo profilo reattivo, il quale orienta in modo decisivo il suo modo di percepire e rispondere al mondo
Anche la teoria della motivazione intrinseca, introdotta da Deci e Ryan nel contesto della Self-Determination Theory, pur enfatizzando l’importanza dell’autodeterminazione, riconosce che le spinte motivazionali originano da un’interazione complessa tra fattori biologici e psicologici
In questa prospettiva, ciò che appare come “libera scelta” è spesso l’espressione spontanea di strutture interne già esistenti, che l’ambiente può facilitare o ostacolare, ma raramente creare ex novo
Le esperienze non forgiano un Sé arbitrariamente modellabile, ma modulano espressioni di una natura preesistente, più o meno plastica, ma mai infinitamente malleabile
In questa visione, il ruolo dell’Ambiente e del Caso (il “fato”, nel senso etimologico di ciò che “accade”) si configura come modulatore, non come creatore
L’ambiente può potenziare, ridurre o deviare tratti innati, ma difficilmente può cancellarli o trasformarli radicalmente
Le neuroscienze dello sviluppo confermano che la plasticità cerebrale ha limiti ben definiti: l’esperienza agisce sempre all’interno di una cornice biologica determinata, con vincoli strutturali e funzional
Questa posizione è in linea anche con le visioni filosofiche di Schopenhauer, il quale sosteneva che “l’uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole”, anticipando con lucidità il tema dell’illusione della volontà libera, che oggi viene ripreso da neuroscienziati come Benjamin Libet e Sam Harris, i quali mostrano come le decisioni coscienti siano spesso precedute da processi neuronali inconsci
In questa ottica, ciò che chiamiamo “libero arbitrio” è in realtà solo la percezione soggettiva di una decisione, ma la decisione è già figlia di cause antecedenti: Carattere o Temperamento o Indole Primitiv
In sintesi, l’idea secondo cui l’individuo possa diventare qualsiasi cosa grazie alla libertà di scelta appare, alla luce delle evidenze attuali, una mitologia del soggetto moderno
Le cosiddette “scelte libere” sembrano piuttosto scelte concesse dalla struttura psichica e biologica dell’individuo, una sorta di selezione interna tra opzioni compatibili con la propria natura primitiva.
L’identità individuale non si costruisce dal nulla, ma si realizza all’interno di una traiettoria concessa
… ognuno può Crescere, Svilupparsi e Realizzarsi attingendo alle fonti esterne ambientali ma lo potrà fare se il suo Carattere Nativo glielo permetterà
In altre parole: SIAMO ciò che già SIAMO, e diventiamo ciò che il nostro Carattere ci consente di diventare.
L’ESSERE si sviluppa intorno all’Essere Nativo intinseco che sarà però influenzato anche da cause estrinseche come Ambiente e Fato
C x A X F è la formula che racchiude la tesi qui esposta
So che potrebbe sembrare una tesi assolutamente poco “consolatoria”
Ma forse, proprio perché non consola, è più vera
Ed è con la Verità e la Realtà e non con le ilusioni, che gli Esseri Umani dovranno sempre più confrontarsi…