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L'opinione pubblica di tutto il mondo si sta mobilitando per Gaza. Di fronte all'inazione, alla codardia e al malato pragmatismo di leader politici ormai incapaci di agire per paura di fare scelte coraggiose, al cittadino non rimane che manifestare pubblicamente e apertamente la sua opinione. In Europa e in molti altri paesi crescono in numero e in partecipazione le manifestazioni. In Italia ieri sera a Genova la fiaccolata a sostegno della Global Sumud Flottilla ha visto la partecipazione di quasi 40000 persone. Sempre ieri (sabato 30 agosto) a Venezia un'altra manifestazione, organizzata da Venice4Palestine ha sfruttato la visibilità della Mostra del Cinema di Venezia ha raccolto la partecipazione do qualche migliaio di persone.


Le prime barche della Global Sumud Flotilla, dirette a Gaza con i loro aiuti umanitari, lasceranno il porto di Barcellona il 31 agosto 2025, alcune partenze sono previste anche dal porto di Genova. Altre seguiranno il 4 settembre da località come la Sicilia, da Tunisi e da altri porti mediterranei. La flotta composta da più di 50 imbarcazioni di 44 paesi, con una traversata di sette-otto giorni, si propone di rompere il blocco navale israeliano portando a Gaza aiuti umanitari ma soprattutto un messaggio di solidarietà a un popolo allo stremo e minacciato di genocidio

L’iniziativa della Global Sumud Flottilla è stata ispirata dalla Marcia dei cinquecento, una iniziativa pacifista promossa dall’associazione padovana del Beati Costruttori di Pace (su proposta di Monsignor Tonino Bello), che il 7 dicembre 1992 cercò di rompere simbolicamente l’assedio di Sarajaevo, città martoriata dalla guerra e nella quale dopo molte traversie i partecipanti (pacifisti, sacerdoti, medici, parlamentari, esponenti religiosi e militanti laici)  riuscirono a entrare a piedi il 12 dicembre, percorrendo le vie principali della città fino alla Baščaršija. Una guerra che la diplomazia e l’ONU non erano riusciti a fermare. L’obiettivo era semplice ma potente: forzare temporaneamente una tregua creando un ingombro umano, una barriera tra le fazioni in guerra, attestando che dove non possono (fanno) la politica e la diplomazia, può l’opinione pubblica, il popolo, la cittadinanza attiva, le singole persone.

Il ricordo di questa iniziativa è importante, perché la marcia, un esempio di diplomazia dei popoli e una forma di resistenza civile, interruppe momentaneamente l’assedio, creando uno spazio di relazione, solidarietà, aiuto umanitario e testimonianza diretta. Alimentò una solidarietà diffusasi anche in seguito, con l’invio di medicinali, aiuti, progetti post-conflitto e messaggi di speranza.

La mobilitazione lanciata dalla Global Sumud Flottilla per Gaza si rivolge alla società civile internazionale. Lo fa proprio nel momento in cui l’offensiva israeliana sta per raggiungere il suo punto più critico con l’evacuazione forzata delle popolazioni della Striscia. Come la Marcia dei Cinqueento di trent’anni fa, quella della Global Sumud Flotilla è una sfida via mare con un gruppo di imbarcazioni civili che solcheranno le acque del Mediterraneo per tentare di rompere il blocco navale e l’assedio che tiene imprigionata la popolazione.

La sfida più grande però è rompere la nebbia dei media e le loro manipolazioni frutto di propaganda e finto realismo piegato alle logiche autoritarie, violente e illiberali che oggi stanno avendo il sopravvento in varie parti del mondo. Il messaggio che si vuole lanciare, nel vuoto assoluto e assordante della politica e dei media mainstream, è di resistenza non violenta e di dignità.

L’iniziativa non prevede solo l’andar per mare, ma eventi e altre iniziative sulla terraferma a sostegno del viaggio che molti avranno intrapreso. A Barcellona, ad esempio, un migliaio di persone hanno già manifestato a sostegno del popolo palestinese fornendo una cornice all’annuncio della partenza della missione dal porto catalano.

Il portavoce della Global Sumud Flottilla, rivolgendo un appello a tutti di governi e all’Unione Europea affinchè garantiscano la sicurezza della missione e impongano un embargo totale delle armi a Israele, ha spiegato la nuova iniziativa come un salto di qualità: «Ci saranno decine di imbarcazioni in rappresentanza di decine di paesi con la partecipazione di migliaia di volontari». Chi si imbarcherà lo potrà fare grazie alla generosità di 30mila donatori che hanno raccolto quasi due milioni di euro per sostenere quella che in arabo è chiamata SUMUD, persevrenza, resilienza, resistenza, determinazione a non arrendersi anche quando le circostanze sembrano insormontabili.

L’Italia parteciperà all’iniziativa con almeno un paio di equipaggi.


 

Pubblicato il 31 agosto 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

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