Zappo parole per coltivare idee. - LM in Filosofia, LM in Storia, PhD in Storia, saggista, editore e compilatore di almanacchi, coeditore di Temposospeso, conservatore dell’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento di Genova lavori recenti 2024 – Lo sciallo del Risorgimento 2024 – Ecologia della parola 2023 – Minima Ruralia 2023 – Màtrie di un’altra Italia monografie e selezione di articoli
IL DONO
Grazie è tra le parole più comuni della nostra lingua; fa parte del vocabolario di base, è tra le prime parole insegnate ai bambini, elementare come mamma, papà, ciao… e poche altre, che costituiscono il nucleo di parole fondamentali della relazione. Tuttavia è parola che, osservo tra le pagine della mia memoria, sta perdendo campo, si dice di meno. Grazie è anche risposta reattiva, automatica: ricevo qualcosa – un oggetto, del denaro, un augurio – e dico (o dovrei dire) grazie.
[cul·tù·ra]
Cultura rinvia alla forma di un participio futuro, come natura, creatura, ventura; la stessa parola latina futurus è participio futuro del verbo esse (così come presente è un participio presente – da præesse, essere di fronte – e passato è un participio passato – da passare). La matrice che genera la parola cultura è un verbo latino, còlere, che significa innanzitutto coltivare, anche nel senso figurato di avere cura, trattare con attenzione o con riguardo, quindi onorare; per estensione, perché la coltivazione implica la stanzialità, significa anche abitare. Da tutto questo prendono vita parole comuni e diffuse come: agricoltura, culto, colonia e colono, inquilino... oltre a coltivare, e cultura.