Da afoni proviamo a urlare, a alzare la voce, ma quando lo facciamo ciò che esce dalla nostra bocca è sgraziato, appare violento, poco gentile, improvvisato, difficile da comprendere.
La sparizione della voce si nota anche dalla difficoltà a ridere, forse anche a sorridere. Si sorride allo schermo, si ride guardando uno dei tanti post di Tik To(x)k, ma il sorriso si spegne ogni qualvolta lo sguardo abbandona lo schermo e si posa su altri, imprigionati e sorridenti dentro i loro schermi.
Il fenomeno della perdita della voce (da non confondersi con il silenzio) riguarda i più, poi ci sono gli altri, quelli che la voce l’hanno usata, anche per gridare, di fronte alle tante "schifezze" di questo momento corrente, per scoprire che era tutto invano, nessuno si poneva in ascolto.
In un contesto di perdita di voce e di rinuncia a usarla, il bisogno di riprendere a parlare, di farlo gentilmente ma con perseveranza consapevole e dialogica, continua a crescere.
Prendersi la parola però non significa semplicemente ritrovare il coraggio di parlare e di farsi sentire.
"si è dovuto mollare gli ormeggi del comodo stato primo in cui ci si trovava, su cui ci si appoggiava, e perdere le proprie localizzazioni, che tenevano l'infinito fuori dalle mura" ( H, Michaux, L'infinito turbolento)
Significa cambiare il modo con cui si parla e le cose di cui si parla.
Ciò che tutti oggi vorrebbero fare senza averne il coraggio, privi come sono delle motivazioni giuste, di forza di volontà e di capacità di scelta, è di esprimere cosa realmente provano di fronte e dentro le tante realtà che sperimentano.
Per ritrovare la voce bisogna vincere la paura, partire dal proprio vissuto, dalle proprie esperienze.
Bisogna abbandonare la neutralità delle narrazioni e raccontarsi in prima persona, fornire testimonianze non opinioni, lasciare spazio alle emozioni e alle interconnessioni che generano.
Non bisogna rinunciare alla propria identità, che oggi molti hanno regalato al loro profilo digitale, ma ritrovare un posto nella vita, non su una piattaforma.
Bisogna arricchire, dare forza e profondità alla propria voce invece di imitare quella degli altri, far intravedere, attraverso il racconto delle proprie esperienze, nuove prospettive di vita, di realtà, di futuro.
In sintesi, viviamo tempi nei quali molte sono le forze che vorrebbero impedire alla voce di esprimersi.
Per questo è urgente riprendere il controllo della propria voce, tornare a parlare.