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La vita, con tutte le sue imperfezioni, è una continua ricerca di significato. E in questo viaggio, anche un’emozione come l’invidia o una tempesta inaspettata possono guidarci verso una maggiore consapevolezza e una serenità più profonda.


Immaginate di trovarvi in ufficio. Il vostro collega ha appena ricevuto una promozione che desideravate da tempo. Sentite un peso, un fastidio, quasi un piccolo nodo allo stomaco: è l’invidia che si fa strada. 

È una sensazione che conosciamo tutti, anche se spesso cerchiamo di nasconderla o reprimerla. Eppure, questa emozione può rivelarsi una preziosa alleata, se sappiamo ascoltarla e comprenderla. 

L’invidia una reazione umana inevitabile, ma non per forza negativa. 

L’invidia nasce da un confronto naturale: vediamo qualcuno raggiungere un traguardo e sentiamo che ci manca qualcosa. Lo aveva capito Aristotele, che considerava l’invidia una reazione umana inevitabile, ma non per forza negativa. 

Se ben gestita, questa emozione può diventare uno stimolo per migliorarsi. Al contrario, Friedrich Nietzsche la vedeva come un segnale di debolezza, una resa di fronte al successo altrui. 

Ma, come ci insegna Daniel Goleman, esperto di intelligenza emotiva, non dobbiamo temere queste emozioni. Esse sono strumenti che, se usati con saggezza, possono trasformare la nostra prospettiva e persino rafforzare le relazioni. 

Prendiamo un momento per riflettere: cosa accadrebbe se, invece di sentirci minacciati dal successo degli altri, lo considerassimo un’opportunità per crescere? 

Questo è uno degli insegnamenti fondamentali dell’intelligenza emotiva: accettare le nostre insicurezze e trasformarle in energia positiva. In un ambiente di lavoro, questo approccio può fare la differenza, aiutandoci a collaborare meglio con i colleghi e a costruire un clima più armonioso. 

È qui che entra in gioco anche l’empatia, quella capacità di mettersi nei panni degli altri che Aristotele considerava essenziale per mantenere relazioni equilibrate. 

Facciamo un esempio concreto. Immaginate un progetto IT complesso: un team sta sviluppando una nuova piattaforma digitale, e il responsabile tecnico ottiene grandi elogi per la sua leadership. Un altro membro del team, che si sente sottovalutato, potrebbe provare invidia. 

Questo sentimento, se non gestito, rischia di tradursi in conflitti sotterranei e un calo della produttività. Tuttavia, con una guida empatica e una buona comunicazione, il responsabile può trasformare questa situazione. Riconoscendo i contributi del collega e offrendogli nuove opportunità di crescita, come la gestione di una parte rilevante del progetto, l’invidia può essere canalizzata in motivazione e collaborazione. 

Ma la vita non è fatta solo di emozioni che nascono dal confronto con gli altri. Ci sono momenti in cui le difficoltà ci travolgono: una perdita improvvisa, un cambiamento imprevisto, o persino le crisi globali che ci fanno sentire piccoli e impotenti. 

Come affrontare queste tempeste? I filosofi Stoici, come Marco Aurelio, avevano una risposta chiara: non possiamo controllare gli eventi esterni, ma possiamo sempre scegliere come reagire. “Se sei turbato da qualcosa di esterno,” scriveva, “non è la cosa in sé a disturbarti, ma il tuo giudizio su di essa.” 

Questa visione ci invita a concentrarci su ciò che è davvero nelle nostre mani. La resilienza, per i filosofi Stoici, non significa ignorare il dolore, ma viverlo come un’opportunità per esercitare virtù e forza interiore. 

È un insegnamento che, sorprendentemente, si intreccia con il pensiero di Aristotele. Nella sua Etica Nicomachea, Aristotele parlava di eudaimonia, quella fioritura umana che si raggiunge vivendo secondo virtù e armonia. Non è un obiettivo statico, ma un processo, un continuo adattarsi alle sfide della vita. 

Pensate a un team di project management che si confronta con una scadenza mancata a causa di imprevisti tecnici. Invece di incolparsi reciprocamente o cadere nello sconforto, i membri del team possono applicare i principi stoici e aristotelici. 

Riconoscendo gli errori come parte del processo e concentrandosi sulle soluzioni, trasformano una crisi in un momento di apprendimento. Questo approccio non solo salva il progetto, ma rafforza il team, rendendolo più resiliente per il futuro. 

Unendo queste intuizioni filosofiche all’intelligenza emotiva, scopriamo una mappa per vivere con maggiore consapevolezza. Non si tratta solo di superare l’invidia o di affrontare le difficoltà, ma di vedere la vita come un’opera in continuo divenire. Invece di fuggire dalle emozioni o dai problemi, possiamo imparare ad abbracciarli e trasformarli in risorse. 

Alla fine, il momento presente, per quanto complesso, è davvero un momento meraviglioso. Ci offre la possibilità di osservare, riflettere e agire con saggezza. Come ci insegnano i filosofi e gli esperti di intelligenza emotiva, possiamo scegliere di affrontare ogni sfida con equilibrio, trasformando le difficoltà in occasioni di crescita. 

La vita, con tutte le sue imperfezioni, è una continua ricerca di significato. E in questo viaggio, anche un’emozione come l’invidia o una tempesta inaspettata possono guidarci verso una maggiore consapevolezza e una serenità più profonda. 

Bibliografia Commentata 

  1. Aristotele, Etica Nicomachea -- Un testo fondamentale della filosofia occidentale, in cui Aristotele esplora la natura della felicità e delle virtù. Centrale è il concetto di eudaimonia, la fioritura umana, e l’importanza dell’equilibrio tra estremi opposti. 
  1. Daniel Goleman, Emotional Intelligence: Why It Can Matter More Than IQ -- Un’opera rivoluzionaria che ha introdotto il concetto di intelligenza emotiva al grande pubblico. Goleman sottolinea come la capacità di riconoscere e gestire le emozioni sia essenziale per il successo personale e professionale. 
  1. Marco Aurelio, Colloqui con sé stesso -- Un classico della filosofia stoica, scritto sotto forma di riflessioni personali. Marco Aurelio invita il lettore a concentrarsi sul controllo delle proprie reazioni e a vivere con virtù. 
  1. Friedrich Nietzsche, Genealogia della morale -- Una critica alla morale tradizionale, dove Nietzsche analizza l’origine delle emozioni umane, tra cui l’invidia, vista come segnale di debolezza morale. 
  1. Søren Kierkegaard, La malattia mortale -- Un’opera che indaga il concetto di disperazione esistenziale, collegandola al desiderio di essere qualcun altro. Kierkegaard offre un’analisi profonda delle emozioni legate all’identità e alla soddisfazione personale.

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Calogero (Kàlos) Bonasia

Calogero (Kàlos) Bonasia / “omnia mea mecum porto”: il vero valore risiede nell’esperienza e nella conoscenza che portiamo con noi