A cura di Carlo Mazzucchelli e Francesco Varanini

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How to survive artificial intelligence

Carlo Mazzucchelli
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Intelligenza artificiale, tecnofascismo e guerra - Un saggio di Giorgio Griziotti


Giorgio Griziotti è un libero pensatore che seguo da tempo per il suo lavoro intellettuale su due tematiche che anche io amo, la politica e la tecnica (tecnologia).

Griziotti ha da poco reso diposnibile  atutti un suo saggio che parla di Intelligenza artificiale, tecnofascismo e guerra. Il saggio è stato pubblicato sul sito di Effimera, espressione di un collettivo virtuale composto da più di 200 persone, interconnesse tra loro, che risiedono in varie parti del mondo. Il collettivo composto da una rete di ricercatori e attivisti, accomunati da una pratica di ricerca militante che origina dall’operaismo italiano a partire dai Quaderni Rossi degli anni Sessanta, fino alle più recenti teorie sul capitalismo biocognitivo-relazionale. Il collettivo ama la discussione, l'elaborazione collettiva e l’organizzazione di seminari.

Il testo di Griziotti, di cui riprendiamo la premessa è parte dei materiali che serviranno per il convegno: “How to Survive Artificial Intelligence – Intelligenza artificiale, tecnofascismo e guerra“

Per leggere l'intero saggio

Premessa del testo

Il pamphlet statunitense degli anni ’50 How to Survive an Atomic Bomb1 non fu solo un manuale pratico: trasformava l’incubo nucleare della Distruzione Mutualmente Assicurata in una sequenza di azioni individuali e gestibili, offrendo all’individuo un’illusione di controllo e agency (capacità di agire) di fronte a una minaccia che lo sovrastava.

Con l’intelligenza artificiale (IA) la dinamica cambia: non siamo di fronte a una catastrofe possibile, ma immersi in una catastrofe già in corso. Nei discorsi dominanti spesso si oscilla tra narrazioni opposte e semplificate: l’IA come minaccia di dominio delle macchine, come promessa salvifica capace di rimediare al caos a cui il capitalismo ci sta conducendo, oppure come strumento transumanista di potenziamento destinato a creare una nuova élite 'aumentata'.

Probabilmente le cose non stanno proprio così, e per questo mi sembra opportuno avviare un’indagine per affrontare l’insieme dei fenomeni complessi generato in questo nuovo contesto in cui l’IA è entrata a far parte del paesaggio quotidiano.

Questo saggio vuole gettare le basi per un discorso più ampio, adottando un approccio specifico e limitando per il momento l’analisi a linee di indagine centrali. Si tratta di direttrici che non esauriscono il quadro complessivo, ma che consentono di iniziare a tracciare un percorso.

Come approccio si propone di affrontare politicamente, socialmente ed economicamente questo salto tecnologico adottando una prospettiva che prende la fisica quantistica come quadro reale della natura, superando l’illusione di un modello puramente newtoniano. In coerenza con questa impostazione quantistica, si adotta una metodologia “diffrattiva”, che intreccia i riferimenti del materialismo storico con quelli dei nuovi materialismi. Il primo passo è situare l’IA nel contesto storico.

Come ogni tecnologia essa non nasce in astratto, ma si sviluppa dentro precise condizioni storiche, politiche e socio-tecniche, fino a infiltrarsi in quasi ogni sfera della vita — anche se, a dispetto degli ingenti investimenti e dei proclami roboanti (da Trump in giù), il suo modello economico capitalista resta tutt’altro che consolidato.

Il corpo dello scritto, è costituito da un'analisi dell’IA come realtà relazionale articolata in due prospettive complementari.

Nell’una si esaminano le dinamiche, le modalità e le 1 How to Survive an Atomic Bomb" è un rassicurante manuale di protezione civile pubblicato negli USA nel 1950 da Richard Gerstell. Guy Debord, nella Société du spectacle (1967), ne mostra l'assurdità ideologica: non strumento di salvezza, ma dispositivo per addestrare la popolazione ad accettare la catastrofe come normalità amministrabile. 2 Il dottor Stranamore (film di Stanley Kubrick, 1964). responsabilità attraverso cui l'IA viene modellata, costituita e plasmata: chi la costruisce, con quali interessi, dentro quali rapporti di potere, secondo quali logiche estrattive o distributive.

Nell’altra prospettiva si indagano i fenomeni che si producono nella sua progressione pervasiva, quegli effetti che eccedono l'utilizzazione intenzionale da parte degli umani e che emergono dall'interazione complessa tra algoritmi, infrastrutture materiali e contesti sociali ed ecologici. Questi due aspetti non sono disgiunti ma profondamente intrecciati. Le loro connessioni avvengono nello spaziotempomateria: quella dimensione in cui spazio, tempo e materia costituiscono un continuum inseparabile. Inoltre l'IA è una perfetta incarnazione dell’inseparabilità tra dimensione materiale e dimensione discorsiva, essendo al tempo stesso infrastruttura fisica concreta e produzione incessante di linguaggio.

Abbandonata ai tecnofascisti, viene fatta gonfiare smisuratamente in entrambe le direzioni – infrastrutture ecocide da un lato, narrazioni compiacenti dall'altro – fino a esplodere come una bomba atomica confortevole e leccaculo.

L'epilogo cercherà di individuare come generare, dai segnali che già si manifestano, le deviazioni infinitesimali capaci di sottrarre Gaia — e noi in essa — alla traiettoria da incubo che la sta travolgendo. 

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Pubblicato il 03 novembre 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

c.mazzucchelli@libero.it http://www.stultiferanavis.it
Una segnalazione: Examining Popular Arguments Against AI Existential Risk: A Philosophical Analysis
La tecnica è da sempre una forma di mediazione col mondo, con tutte le sue contraddizioni e biforcazioni

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