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"Generative AI models are trained on publicly accessible creative content yet offer little to the artists, journalists, coders, and others who produce it. A levy on AI firms’ revenues could help fund the arts, promote open access, and ensure that human ingenuity doesn’t become collateral damage in the quest for profit." ( Mariana Mazzucato and Fausto Gernone)


L'IA generativa non è magia. È il prodotto di milioni di creatori invisibili – poeti, programmatori, fotografi, musicisti – il cui lavoro è stato raccolto, raschiato, e assorbito in modelli di intelligenza artificiale senza consenso o compenso. Questi modelli si nutrono dei beni comuni, ma non danno nulla in cambio. Mentre le aziende di intelligenza artificiale raccolgono miliardi, gli stessi ecosistemi culturali che sfruttano – il giornalismo locale, l'arte indipendente, il cinema sperimentale – stanno crollando sotto il peso dell'incuria e dell'estrazione.

Questa non è innovazione. È l'espropriazione.

Come sostengono Mariana Mazzucato e Fausto Gernone, la soluzione non è privatizzare ulteriormente la conoscenza con un'applicazione più rigorosa della proprietà intellettuale, che non farebbe altro che consolidare il feudalesimo digitale. Invece, dobbiamo riconoscere il contenuto culturale come un bene pubblico, un bene comune da cui tutti attingiamo e che dobbiamo sostenere collettivamente. Proprio come tassiamo le strade e gli ospedali, ora dobbiamo tassare le infrastrutture della creatività umana.

Un prelievo sui ricavi lordi delle aziende di intelligenza artificiale, non sui profitti, può finanziare un nuovo patto culturale: fondi indipendenti che sostengono direttamente i creatori, democratizzano l'accesso alla conoscenza e preservano la ricchezza della nostra vita intellettuale condivisa. Questa non è carità. È la giustizia economica. Il moltiplicatore dell'arte è reale: ogni creazione umana produce ora sia valore culturale che carburante algoritmico.

Senza riforme strutturali, il futuro della cultura sarà sminuito, omogeneizzato e di proprietà di pochi monopoli tecnologici. Ma con una politica pubblica coraggiosa, possiamo trasformare l'intelligenza artificiale in un veicolo per la prosperità pubblica, non solo per il guadagno privato.

È tempo di riprogrammare il sistema: l'intelligenza artificiale deve finanziare i beni comuni, non consumarli.

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Englisg original text

AI Must Fund the Commons – Not Eat Them

Generative AI is not magic. It is the product of millions of invisible creators—poets, coders, photographers, musicians—whose work has been harvested, scraped, and absorbed into AI models without consent or compensation. These models feed on the commons, yet give nothing back. While AI firms reap billions, the very cultural ecosystems they exploit—local journalism, independent art, experimental film—are collapsing under the weight of neglect and extraction.

This is not innovation. It is expropriation.

As Mariana Mazzucato and Fausto Gernone argue, the solution is not to privatize knowledge further with stricter IP enforcement, which would only entrench digital feudalism. Instead, we must recognise cultural content as a public good—a commons we all draw from and must collectively sustain. Just as we tax for roads and hospitals, we must now tax for the infrastructure of human creativity.

A levy on AI firms' gross revenues—not profits—can finance a new cultural compact: independent funds that directly support creators, democratize access to knowledge, and preserve the richness of our shared intellectual life. This is not charity. It is economic justice. The art multiplier is real: each human creation now yields both cultural value and algorithmic fuel.

Without structural reform, the future of culture will be cheapened, homogenised, and owned by a few tech monopolies. But with bold public policy, we can turn AI into a vehicle for public flourishing, not just private gain.

It’s time to reprogram the system: AI must fund the commons, not consume them.

Read full essay here: https://lnkd.in/eJ947uFM

Pubblicato il 03 agosto 2025

Otti Vogt

Otti Vogt / Leadership for Good | Host Leaders For Humanity & Business For Humanity | Good Organisations Lab

otti.vogt@gmail.com