Negli ultimi dieci anni le aziende basate su abbonamenti hanno registrato una crescita straordinaria. Secondo il Subscription Economy Index di Zuora, i ricavi di queste imprese sono cresciuti 4,6 volte più rapidamente dell’S&P 500, con un tasso medio annuo del 17,5% contro il 3,8% delle aziende tradizionali. In alcuni rapporti si parla addirittura di un’espansione di quasi sei volte in nove anni.
Dietro questi numeri si nasconde un cambiamento profondo: non possediamo più i contenuti, li affittiamo. Un ebook su Kindle può sparire da un giorno all’altro per dispute di licenze; una serie scompare dal catalogo Netflix; un brano viene rimosso da Spotify. Ciò che sembra un acquisto è in realtà un accesso temporaneo. Cory Doctorow ha descritto Kindle come un “roach motel digitale”: i libri entrano ma non escono, e l’utente non ha mai pieno controllo.
Questo modello, definito da alcuni “tecno-feudalesimo”, concentra il potere in poche piattaforme, riducendo i diritti degli utenti e limitando la conservazione culturale di lungo periodo.
Dal consumo alla costruzione
La subscription economy punta su esperienze fluide, senza frizioni. Ma questa immediatezza toglie profondità: non ci sono segni d’uso, non c’è manutenzione, non c’è appropriazione reale. Tutto è reversibile e dimenticabile.
L’opposto avviene quando si costruisce. Montare una libreria IKEA è faticoso, ma proprio quell’impegno rende il mobile “tuo”. È lo sforzo che crea attaccamento.
Autore e lettore come costruttori
Scrivere e pubblicare su Stultifera Navis funziona allo stesso modo. L’autore offre materiali e una traccia interpretativa, ma il lettore completa l’opera. Leggendo, riorganizza e integra, trasformando l’articolo in qualcosa che appartiene anche a lui. Autore e lettore diventano entrambi costruttori: uno fornisce i pezzi, l’altro decide come montarli nella propria vita intellettuale.
La funzione della Stultifera Biblio
E qui si colloca il senso della Stultifera Biblio: un deposito simile a quello di IKEA. Ogni libro suggerito insieme a un articolo è un pezzo disponibile, pronto per essere assemblato. Le istruzioni dell’articolo sono solo un esempio: chi legge può montare i materiali come preferisce, dando vita a un mobile del pensiero unico e personale.
Così, un articolo con il suo libro associato non è un prodotto effimero in abbonamento, ma un oggetto durevole. Un libro comprato resta sullo scaffale, con le sue sottolineature, e dialoga nel tempo con le parole dell’articolo. Dopo dieci anni sarà ancora lì, diverso ma vivo, parte della memoria e dell’identità di chi lo ha fatto proprio.
Un possesso che resta
Qui sta la differenza: i servizi digitali offrono accesso fino a quando paghi, poi tutto svanisce. La Stultifera Biblio, invece, propone esperienze che durano, perché costruite dall’impegno congiunto di autore e lettore.
Se nel mondo digitale non possediamo quasi nulla, un articolo intrecciato a un libro diventa davvero nostro: non è in affitto, non è revocabile, non dipende da licenze mutevoli. È un bene culturale che resiste al tempo, perché nasce da una costruzione condivisa.
Per questo ogni articolo di Stultifera Navis con il suo libro associato è un pezzo unico, irripetibile. Un atto di resistenza all’oblio programmato delle piattaforme, un gesto che restituisce spessore al nostro rapporto con le idee.