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La semplicità non è sempre utile. La "piramide dei bisogni" di Maslow – mai intesa come tale dal suo creatore – rimane una delle finzioni più seducenti del management. La sua apparente chiarezza è tanto convincente quanto fuorviante, semplificando eccessivamente la motivazione e priva di un autentico supporto empirico. La promessa di una progressione ordinata – soddisfare i bisogni primari prima di progredire verso l'appartenenza, la stima e l'autorealizzazione – riflette una prospettiva occidentale e individualista che cancella la complessità culturale e contestuale. Inoltre, eleva l'autonomia, l'autoespressione e il successo a beni universali, marginalizzando al contempo solidarietà, sacrificio e senso del dovere.


Conosci la storia.
Innanzitutto, "metti in ordine le tue basi".
Poi, scala la piramide magica: sicurezza, appartenenza, stima, autorealizzazione.
E abracadabra: la motivazione diventa scienza del management.

Eccetto... Come la maggior parte degli atti di magia, è tutto solo un'illusione.

La "piramide dei bisogni" di Maslow è lo schema piramidale preferito dagli americani: seducente, redditizio e quasi interamente inventato.

Maslow non disegnò mai una piramide.

✨Non c'è una scala fissa di bisogni: le vite reali non funzionano per fasi.
✨Il modello è stato costruito su una fetta ristretta e privilegiata dell'America, quindi esportato in ogni consiglio di amministrazione e dipartimento delle risorse umane del mondo.
✨Peggio ancora, la piramide fa sembrare la vera dignità e la giustizia dei vantaggi per i privilegiati, qualcosa che "si può guadagnare" una volta che si è comprato.

Perché i manager lo amano ancora? Perché la piramide ci permette di frammentare, rimandare e depoliticizzare ciò che conta. Trasforma la prosperità umana in una lista di controllo, la giustizia strutturale in lezioni di yoga e la solidarietà in un ripensamento.

Pronto a sventare la truffa motivazionale più famosa del mondo?

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Pubblicato il 30 settembre 2025

Otti Vogt

Otti Vogt / Leadership for Good | Host Leaders For Humanity & Business For Humanity | Good Organisations Lab

otti.vogt@gmail.com