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L’immagine della Stultiferanavis che vogliamo emerga non è una entità statica, è un processo in continuo divenire, un continuo presentarsi. Per questo motivo non esiste una descrizione statica del progetto ma sulla nave sono presenti molteplici racconti dedicati a raccontare la nave nel suo navigare.

La nave sta dentro le crisi dell’era delle macchine, ne attraversa i codici, gli effetti, le crepe e gli interstizi.

Non offre soluzioni perché non ha dogmi o istanze di fede a cui aggrapparsi o da predicare. Propone una forma comunitaria di esperienze intellettuali ed esistenziali. L’approccio comunitario serve per assumere le differenze che caratterizzano i naviganti (gli autori) saliti a bordo, un modo per amplificare l’efficacia della collaborazione e dell’azione collettiva.

Nel testo che segue provo a raccontare la Stultiferanavis come luogo di conoscenza utile per fare opinione, sia essa individuale o pubblica.


Il progetto della STULTIFERANAVIS nasce transdisciplinare, aspira a essere trasversale alle discipline e ai molteplici saperi che attraversa.

Non è un progetto militante, ma le sue radici poggiano saldamente sull’idea che mai come oggi sia necessario condurre una battaglia delle idee, culturale, intellettuale, liberatoria, de-coincidente, capace di creare crepe e interstizi, fare follie.

Non si pratica alcun ostracismo delle piattaforme digitali, anzi le si usa e si sfruttano, se ne fa un "misuse", intelligente, cercando di resistere agli algoritmi e impegnandosi a rendere la loro vita un po' più complicata. 

L'iniziativa della Stutiferanavis è però fuori dalle piattaforme nelle quali moltitudini si sono asserragliate, convinte che informazione e conoscenza siano la stessa cosa, così come fuori dalle torri, ormai non più d’avorio, nelle quali molti “intellettuali”, per fuggire da un mondo che non capiscono più, si sono rinchiusi, in attesa che cambi "il vento"e passi "a nuttata".

viviamo tempi nei quali valori come verità, libertà, democrazia, conoscenza, sapere, ma anche uguaglianza, solidarietà, giustizia, accoglienza sono entrati in crisi

Forte è il bisogno motivazionale di condurre una battaglia di civiltà, in un periodo storico nel quale sono entrate in crisi le parole stesse con cui siamo soliti riferirci a valori come verità, libertà, democrazia, conoscenza, sapere, ma anche uguaglianza, solidarietà, giustizia, accoglienza, e molto altro.

Nel DNA della Stultiferanavis c’è l’idea che:

In un mondo in cui domina l’ignoranza, la follia è essere saggi. Nei tempi in cui ci si affanna a chiedere luce a intelligenze artificiali, la novità sta nell’affidarsi al lume del pensiero umano, della parola e della poesia.”

L’ignoranza (pre)dominante, intesa anche come semplice mancanza di conoscenza, è il risultato di una combinazione incivile (mancanza di consapevolezza, responsabilità e volontà) e malata di elementi diversi, ma soprattutto di una realtà caratterizzata dalla scomparsa della verità e dalla pretesa che ognuno oggi possa avere una opinione su qualsiasi cosa, possa pretendere di disquisire di tutto e del suo contrario, si senta nel giusto a eleggersi a influencer del nulla e, se è un intellettuale o si ritiene tale, possa farsi “pop” e “tecno-guru” a piacere, eleggendo le proprie cattedre digitali e mediali a fari che, invece di illuminare, acchiappano “gonzi” diventati ciechi e falene ormai in via di estinzione. 

Quello che facciamo e possiamo fare è, in tutti i modi possibili, creare spazi liberati. Non sono spazi fisici, né tantomeno spazi totalmente liberi, [ci] basta che siano in procinto di diventarlo” (Jérôme Baschet ) per poi impegnarsi a difenderli.

Il panorama delle opinioni correnti appare oggi omologato, conformisticamente allineato, brutalizzato dal linguaggio usato, che ha eliminato la ricchezza polisemica delle parole. È un panorama appiattito (risultato anche di un processo di de-culturazione) e piallato ad arte perché, in un mondo che ha cancellato la storia e il passato, per i più è venuto meno il senso di affidarsi a interpretazioni fondate e accettate come valide, sempre falsificabili forse, ma ver(itier)e. Meglio fare propria l’idea che non esista una verità oggettiva e sposare posizioni di parte, spacciandole come credibili e vere.

la Stultiferanavis, con gentilezza e umiltà, oppone la ricerca costante di Itinerari interpretativi alternativi, diversi, un po’ anarchici, laici, transdisciplinari, aperti alla critica e alla falsificazione. 

A questa cieca fiducia nella validità della propria opinione, anche quando non è altro che espressione del “così fan tutti” e dell’uguale (Byung-Chul Han), la Stultiferanavis, con gentilezza e umiltà, oppone la ricerca costante di percorsi (li abbiamo chiamati Itinerari) interpretativi alternativi, diversi, un po’ anarchici, laici, transdisciplinari, aperti alla critica e alla falsificazione. A loro modo rivoluzionari, se si pensa al contesto cognitivamente ibridato e oscurato nel quale oggi, nell’era delle macchine-IA, ci troviamo tutti a esistere e a vivere.

Questi itinerari non sono pensati per cercare consenso, per aumentare visibilità o accessi alla nave, ma per suscitare il confronto, la condivisione e il dialogo. Un dialogo aperto a tutti, a una larga pluralità di soggetti, che condividono l’urgenza e la necessità di uscire dalle sabbie mobili nelle quali oggi ci si trova, ma che non si trovano più a loro agio con molti degli strumenti mediali che utilizzano. 

Lo spazio pubblico occupato dalla Stultiferanavis è culturale (collettivo e sociale, incarnato in pratiche e iniziative, trasformativo, situato dentro la realtà corrente) e intellettuale (individuale, teorico, orientato alla conoscenza, autonomo, libero, anarchico), l’uno si declina nell’altro e viceversa, fino a farsi progetto politico, filosofia, modo esistenziale di raccontare la realtà, di provare a cambiarla, di vivere. È anche uno spazio mediale e digitale, abita e si costruisce dentro contesti informativi fatti di storytelling e narrazioni sui social, discorsi e comunicazioni che utilizzano tutti i media oggi disponibili, siano essi cartacei, audio-visivi, digitali, IA, ecc. Come tale aspira a dare un suo contributo di conoscenza nella formazione delle opinioni dei singoli e dell’opinione pubblica in generale. Fuori dai canoni conformistici e omologati e fuori dalle camere dell’eco nelle quali siamo tutti stati confinati.

La Stultiferanavis aspira a dare un suo contributo di conoscenza nella formazione delle opinioni dei singoli e dell’opinione pubblica in generale

La Stultiferanavis nasce come rivista, si pone quindi dentro uno spazio giornalistico e editoriale, oggi attraversato da una crisi sempre più profonda che sembra senza sbocchi (in Italia i giornali venduti in edicola sono soltanto 900.000 e gli abbonamenti ai giornali digitali non decollano). La nave però è più di una rivista, di una piattaforma, di una applicazione Web, è una comunità di persone.

Più che un semplice media aspira a farsi e a permettere di coltivare una esperienza collaborativa, a essere percepita come uno dei tanti “falò digitali” che, come scintille, stanno popolando la Internet odierna sempre più privatizzata e moribonda (rispetto a ciò che era ed è stata) fornendo l’opportunità per aggregazioni dal basso, di partecipare a una visione del mondo, comprese le sue rappresentazioni virtuali, condividendo valori, approcci, comportamenti collaborativi, disponibilità e generosità, scegliendo di fare la propria parte per creare alternative possibili a una realtà mediale in catalessi.

La Stultiferanavis è uno dei tanti falò digitali che si accendono come scintille in una realtà Internet nella quale cresce il disincanto, la disillusione, il timore che qualcosa nell'evoluzione della tecnologia sia andato maledettamente storto

La nave in qualche modo esprime una sua idea di giornalismo online.

La Stultiferanavis si pone dentro (riconosce) quella che Jay D. Bolter, nel suo libro del 2005, Remediation. Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, definì “plenitudine digitale”.

Siamo da anni immersi in ecosistemi informativi e mediali nei quali agiamo allo stesso tempo come fruitori, produttori, diffusori, commentatori e nei quali sembra essere venuta meno per sempre qualsiasi gerarchia di valore. Non c’è più una cultura alta o una popolare, di élite intellettuali o della massa, tutto è diventato magmatico, ibridato, interconnesso. Non c’è più una cultura con la “C” maiuscola, non perché non esista più, ma perché come tale non è più percepita, forse neppure prodotta da élite intellettuali da tempo in crisi di nervi e di identità. Scomparse sembrano le élite di una volta, oggi sostituite da moltitudini di influencer, tiktoker, instagrammer, finti maestri e guru di tutti i tipi. Di questo fenomeno parliamo oggi ma esso viene da lontano, le piattaforme dei social network e altre tecnolog-IA l’hanno solo accelerato. Il risultato è che ci si trova impantanati dentro una realtà senza più alcun centro, caratterizzata dalla sovrabbondanza (plenitudine) ma anche dalla crescente ignoranza.

A essere onesti con noi stessi possiamo solo ammettere di sentirci impantanati dentro una realtà senza più alcun centro, caratterizzata dalla sovrabbondanza (plenitudine) ma anche dalla crescente ignoranza

Dentro questa “plenitudine digitale” (STULTIFERANAVIS è sul Web) la nave non ha cabine personalizzate, su piani diversi, divise per classi, per generi o per ruoli. Tutti gli autori stanno sullo stesso livello, hanno una loro cabina uguale alle altre, non ci sono privilegi o regalie. Tutti coloro che sono saliti a bordo, a partire da coloro che la nave hanno varato, sono sullo stesso piano, non perché hanno accettato una scelta editoriale o redazionale, ma perché hanno compreso l’importanza di aver scelto una comunità, una forma di partecipazione culturale che prevede che ognuno possa trovare il proprio posto a sedere intorno al falò, posto al centro della comunità, metafora della nave e del suo viaggio.

La comunità, l’esperienza comunitarista, è una reazione alla disgregazione culturale, di valori e di ideali, alla perdita progressiva di fondamenti comuni, al distacco in atto da codici, diritti e valori fondanti e fondamentali (vedi quelli citati sopra) per culture diverse ma reali.  È in questo contesto che la STULTUFERANAVIS vuole provare a dare un suo contributo originale. L’idea è di contribuire alla creazione e alla condivisione di conoscenze, finalizzate alla conoscenza, alla consapevolezza e alla responsabilità. Obiettivo, tra gli altri, è di contribuire, anche grazie alle IA che hanno già scoperto la qualità dei numerosi contenuti della nave e li “saccheggiano” gratuitamente ogni giorno, alla formazione delle opinioni degli individui e a quella dell’opinione pubblica generale.

Stultiferanavis è una reazione alla disgregazione culturale, di valori e di ideali, alla perdita progressiva di fondamenti comuni, al distacco in atto da codici, diritti e valori fondanti e fondamentali

StultiferaBiblio

Pubblicato il 13 dicembre 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

http://www.stultiferanavis.it