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Sono uno dei miliardi di naufraghi della società moderna. A differenza del classico naufragio in mare, dove ci si ritrova da soli in chissà quale isola sperduta, i naufraghi sociali si ritrovano soli in mezzo alle moltitudini di altri individui, isolati, tutti con gli stessi pochi mezzi e le stesse limitate competenze logico/cognitive con cui dover affrontare la realtà della cattività Urbana.


Uno si guarda intorno, camminando per strada, in macchina, al lavoro, al centro commerciale, al ristorante, sull'autobus, sulla spiaggia… ovunque, incrocia sempre decine, centinaia di fotocopie di sé che vanno negli stessi posti e fanno le stesse cose, ma, in base alla forma e al colore degli abiti, degli accessori, dei capelli, dell'orologio, delle credenze religiose, politiche… crediamo che siano persone totalmente diverse da noi. Ne abbiamo l'incredibile quanto inconsapevole convinzione. Quando poi osserviamo dettagli qualitativi come l'abito firmato, l'automobile, la borsetta, il modello del cellulare, la villa, il luogo di vacanza… subito identifichiamo i confini di classe di appartenenza e vengono a galla tutte le frustrazioni, le angosce, i desideri… e quel surreale senso della nostra realtà limitata, rispetto a quello che crediamo fermamente dovrebbe essere anche un nostro diritto, e non riusciamo a identificare una causa alla nostra miserabile condizione, a non essere il fato, la sfortuna, i nostri limiti, le nostre incapacità…

A 14 anni, il casuale incontro con la logica e in particolare con un concetto che mi sembrava poco chiaro, ma non tanto per la sua complessità, quanto per il modo in cui veniva definito e descritto nei libri, ha dato inizio a una ricerca della verità durata oltre trent'anni. Quella ricerca, mi ha condotto a numerosi studi in varie aree e a preziose scoperte e risultati. Nonostante il continuo avanzo delle mie conoscenze scientifiche, l'applicazione proficua a beneficio di decine di studenti e collaboratori nel mio percorso professionale, gli innumerevoli miei sforzi di comunicazione con professionisti e accademici del settore, non sono mai riuscito a superare le barriere del mare dell'indifferenza e dei confini di classe, e mi ritrovo ancora oggi naufrago, solo, e più vecchio e fragile.

Vedo chiaramente in atto, tutti quegli schemi e quelle distorsioni che ho indagato e compreso in tanti anni, schiacciare ogni giorno sempre più forte, me e le moltitudini attorno a me, e anche in questi ambienti artificiali dove ci si rifugia e si dice di navigare nell'illusione di essere immersi nella moltitudine globale, l'indifferenza e i confini di classe, ancor più definiti, evidenti quanto non correttamente percepiti, continuano a separarci nettamente, mentre nella più totale incoscienza, ci crediamo più vicini e più uguali agli altri.

Ho usato ormai l'ultima goccia d'acqua che avevo e mi è rimasta soltanto questa bottiglia, dove sto infilando ora questo messaggio, nella speranza che possa arrivare lontano, cosi lontano da raggiungere finalmente un luogo dove possa esistere qualcuno, che abbia come me, il desidero di raccontare e di parlare di verità, e di fare qualcosa di concreto per raccontarla e discuterla insieme agli altri, affinché almeno i più giovani, possano svegliarsi dal torpore indotto attraverso la razionalità limita da quei pochi eletti che ci hanno abbandonato al destino che hanno deciso per noi.


Pubblicato il 02 novembre 2025

Fabrizio Ranzani

Fabrizio Ranzani / Scrittore | Docente | Ricercatore | Analista e Sviluppatore di software | Opinionista

fabrizio.ranzani.it@gmail.com