Estate 2017. Mi fermo alla libreria Feltrinelli della stazione di Milano per ammazzare il tempo. Fa caldo, sono stanca: la vita si consuma in fretta tra viaggi di lavoro e qualsiasi pretesto pur di non restare in casa. Eppure non ho né il coraggio né la possibilità economica di lasciare un rapporto tormentato, fatto di bugie e tradimenti. So di essere forte, ma questa volta la mia forza sembra non bastare.
Curiosando tra gli scaffali, il mio sguardo cade sul romanzo Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby. Dopo aver letto la prefazione, il libro è già nella mia borsa. Arriva il treno e posso finalmente abbandonarmi alla lettura per un’ora e mezza.
La storia di Maria mi rapisce e mi ispira. Una ragazza che ha saputo farsi strada con la sua bellezza e l’intelligenza in un’epoca in cui alle donne non era riconosciuto alcun diritto. Maria ottiene la gestione delle risorse derivanti dal matrimonio con il facoltoso Pietro Sala e si occupa delle condizioni dei lavoratori nelle miniere di zolfo. (La descrizione dei piccoli minatori all’abbeveratoio è straziante nella sua nudità e rimarrà per sempre impressa nella mia memoria.)
Maria non rinuncia all’amore e alla passione, che la guidano come una stella polare. Non si lascia schiacciare dagli avvenimenti storici – il fascismo, la guerra – e cerca di mantenere la calma, rendersi utile e infondere fiducia nel futuro.
Leggere la storia di questa giovane donna, capace di vivere con amore e pienezza nonostante le avversità, ha cambiato la mia prospettiva. Cogliere le opportunità, rimanere fiduciosi e amare se stessi e gli altri non erano più parole astratte, ma rappresentazioni concrete.
Negli anni successivi ho cambiato lavoro, ho guadagnato abbastanza da comprare un appartamento tutto mio, ho incontrato una persona sincera e passionale con cui condivido ogni pensiero. Durante l’ultimo mese di gravidanza ho letto La Mennulara, poi sono seguite le letture del Piano Nobile e Punto Pieno. Tutti questi romanzi hanno un tratto comune: donne forti e intelligenti che costruiscono il proprio mondo nella vita con gli strumenti che hanno, invece di accettare quello imposto dalla famiglia o dalla società. Storie concrete e veritiere, talvolta difficili da leggere per le crudeltà che la società e la storia infliggono alle protagoniste.
Se osservassimo le nostre vite da vicino, scavando negli anfratti delle memorie familiari, troveremmo molte somiglianze con Maria, la Mennulara, Rita, Rosaria, Laura, Sara, Mariolina. Nemmeno le tragedie più atroci hanno spento la loro – e la nostra – voglia di amare e di guardare all’avvenire con serenità e fiducia.
Simonetta Agnello Hornby è stata il mio empowerment femminile. I suoi libri, ambientati nella Sicilia del Novecento, hanno risuonato nella mente e nel cuore di una ragazza ucraina che di Sicilia non sapeva nulla.