Economia della conoscenza. Creatività e valore nel capitalismo delle reti
Anno:
2004
Casa editrice:
Carocci

Economia della conoscenza. Creatività e valore nel capitalismo delle reti


L'Era della Conoscenza non è cominciata da qualche anno, ma molto prima.

L'uso produttivo della conoscenza è diventato rilevante e sistematico a partire dalla rivoluzione industriale, caratterizzando tutta la modernità. Dunque, l'economia moderna è sempre stata un'economia basata sulla conoscenza.

L'Italia delle piccole imprese, dei distretti e del made in ltaly non ne è rimasta fuori, ma ha sviluppato un modello originale di impiego della conoscenza.

Oggi molti nodi, legati a questa originalità, stanno venendo al pettine.

Bisogna cambiare, ma in che direzione?

Un numero crescente di persone, imprese e policy makers si domanda che cosa bisogna conservare e che cosa bisogna cambiare, nel nostro sistema, per poter andare avanti.

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Quando pensiamo all’economia, la mente corre subito a immagini concrete: fabbriche brulicanti di operai, catene di montaggio che non si fermano mai, bilanci e merci che cambiano mani. Tutto questo esiste ancora, ma oggi il cuore pulsante della ricchezza si trova altrove, in un luogo meno visibile e più profondo. È la conoscenza. Invisibile come l’aria, eppure indispensabile come l’ossigeno, la conoscenza è ciò che rende possibili le invenzioni, le imprese, le rivoluzioni tecnologiche. Senza di essa, nessun capitale finanziario, nessuna risorsa naturale, nessuna macchina avrebbe valore.