NOVITA'[1188]
Architetture della paura tra case, corpi e profili digitali.
Ogni città parla con la propria paura. Lo fa in silenzio, nei dettagli che riempiono lo spazio urbano: sbarre alle finestre, cancelli chiusi, telecamere che scrutano, cartelli che ammoniscono. Questi segni, spesso invisibili per abitudine, non proteggono soltanto beni materiali. Difendono identità fragili, confini morali, la sensazione di appartenere a un ordine ancora comprensibile. Sono sintomi di un’epoca in cui la sicurezza è diventata linguaggio, e il linguaggio stesso una forma di sicurezza.
La fiducia, il filo invisibile che tiene insieme le nostre relazioni, il nostro coraggio e il nostro futuro
Viviamo in un tempo in cui la fiducia sembra una merce molto rara. La fiducia negli altri, nelle istituzioni, nelle relazioni… e spesso anche in noi stessi. Eppure, ogni giorno, scegliamo — più o meno consapevolmente — di fidarci: quando saliamo su un autobus, quando condividiamo un pensiero intimo, quando affrontiamo una sfida nuova.