Non certo, come molti propongono, prendere a termine di paragone, per conoscere noi stessi, macchine digitali. Non certo ci conviene specchiarci nei nostri ‘gemelli digitali’.
Ci conviene cercare con più profondità, con più ampiezza il nostro ‘essere umani’ nella storia della vita, nella natura, cui apparteniamo.
Turing aveva fondato il suo tentativo di immaginare una macchina capace di imitare il pensiero umano su una definizione riduttiva del pensiero. Ci conviene al contrario dar valore alla straordinaria ampiezza di ciò che è il pensare umano.
Basta ricordare qualcuno dei tanti verbi latini, ognuno dei quale mette in luce un diverso aspetto del pensiero:
- 'cogitare': ‘agitare insieme’, dove agitare riprende in modo più intenso il senso del verbo 'agere', ‘agire’;
- -'considerare': ‘essere in sintonia con le stelle’, con l’osservazione del mondo e con le conoscenze che possono guidarci in un certo attimo di fronte a un certo problema;
- 'desiderare': ‘essere in sintonia con le stelle anche quando siamo privati della possibilità di vederle’; 'contemplare': -‘concentrare l’attenzione su una certa porzione del cielo stellato’;
- 'pensare': derivato da 'pendere': come ‘il piatto di una bilancia che pesa’;
- 'intueri', italiano 'intuire': ‘vedere dentro’;
- 'capere' e 'apprehendere': 'afferrare la preda'.
Importantissimo tenere presente questa ampiezza di senso. Solo così, se avremo tenuto conto di questa ampiezza di senso, potremo fissare l’attenzione su due verbi
- 'Putare': ‘potare l’albero’. Di qui viene il 'computare': se ci facciamo caso il verbo conferma il fatto che la computazione passa per la via della riduzione, della semplificazione: approccio che può essere utile, ma che per definizione tralascia sempre qualcosa.
- 'Intelligere': ‘legere’ significa ‘raccogliere frasche’. Da qui anche ‘leggere’. 'Inter legere', e quindi 'intelligere' significano: ‘trascegliere’, ‘scegliere tra le frasche raccolte’.
Dovremmo ricordare questo antico ed attualissimo senso ogni volta che parliamo, come fin troppo spesso facciamo, di 'intelligenza artificiale'.
Ma possiamo anche sentirci liberi. Essendo la parola 'intelligenza' usata per descrivere l'attributo di una macchina, possiamo anche permetterci di non usarla più, quando parliamo di noi stessi. Possiamo regalarla alla macchina! Segnando così la distanza.
I verbi latini ci ricordano infatti i tanti modi tramite i quali sappiamo definire l'umano 'pensare'.
E restiamo capaci anche di inventarne altri nuovi.