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Perché serve pensare prima di pianificare Questo testo si rivolge a chi guida progetti in ambienti tecnologicamente avanzati e organizzativamente complessi: chief technology officer, portfolio e project manager, responsabili dell’innovazione, architetti del software, team lead. A coloro che non cercano solo strumenti, ma modi di pensare e strutturare il lavoro in maniera più intelligente, sostenibile, orientata al valore. In contesti dove il cambiamento è continuo e le risorse limitate, progettare significa prima di tutto mettere ordine nei significati. Temi come la documentazione, l’architettura modulare e la roadmap non sono semplici strumenti tecnici, ma dispositivi che rendono leggibili e negoziabili le intenzioni. Se affrontati con consapevolezza, diventano leve strategiche per generare coerenza, responsabilità e orientamento tra chi decide, chi costruisce e chi verifica.


Documentare per decidere: dall’obbligo alla competenza strategica

In molte aziende, la documentazione è ancora vista come un “male necessario”: un’attività marginale, utile solo a fini di audit o di conformità. Ma chi ha lavorato davvero nella gestione di progetti complessi sa che le informazioni frammentate, le versioni non tracciabili e i documenti incoerenti sono tra le principali cause di disallineamento interno. Un requisito ambiguo può costare settimane di rework, e una specifica non condivisa può rendere inutile un’intera fase di sviluppo.

Una documentazione ben progettata, aggiornata e accessibile non serve solo a ricordare: serve a rendere ogni attore più autonomo, a ridurre le dipendenze comunicative e a stabilire un linguaggio comune tra funzioni diverse. È, di fatto, una piattaforma cognitiva che integra le diverse forme di sapere operativo: tecnico, gestionale, strategico. Dove la qualità della parola scritta si traduce direttamente in qualità dell’azione.

Servizi coesi, team autonomi: il principio di architettura organizzativa

Nel mondo dei microservizi, così come nelle organizzazioni distribuite, il principio guida è la coesione: un modulo, come un team, deve avere un’identità chiara, una responsabilità delimitata, un’interfaccia ben definita. Quando queste condizioni non sono rispettate, emergono fenomeni di interdipendenza opaca: ogni modifica in un’area richiede aggiustamenti in altre, si moltiplicano le necessità di coordinamento e si alza il costo della manutenzione.

La coesione, però, non è solo una questione tecnica. È una forma di progettazione che riguarda le informazioni, i ruoli e le attese reciproche. Un servizio che sa troppo del suo contesto è fragile. Un team che non conosce i propri limiti operativi rischia di espandersi oltre misura, perdendo efficacia. Segmentare con rigore non è ridurre, ma chiarire: cosa facciamo, con chi interagiamo, dove iniziamo e dove finiamo. È questo che rende un’architettura realmente scalabile e un’organizzazione realmente agile.

Il caso: una roadmap che cambia il passo

Una software house di medie dimensioni, impegnata nella ristrutturazione della propria piattaforma cloud, affrontava un progressivo deterioramento della capacità di previsione. Le roadmap erano statiche, gli obiettivi sovrapposti, le risorse allocate in modo disomogeneo. Questo causava tensioni crescenti nei team, ritardi nelle consegne e un progressivo abbassamento del morale.

L’introduzione combinata di Jira per la pianificazione e di BigPicture per la gestione della capacità e delle dipendenze, e Confluence per la documentazione condivisa, ha consentito una riconfigurazione dell’intero processo. Le review sono diventate momenti di allineamento reale, le priorità sono state ridefinite in base alla capacità effettiva, e la roadmap è tornata a essere uno strumento di guida, non un vincolo formale. La produttività è migliorata, ma più ancora è migliorata la chiarezza strategica: ogni team sapeva non solo cosa fare, ma perché lo stava facendo.

Roadmap: una grammatica per sistemi adattivi

La roadmap non serve a predire il futuro. Serve a renderlo trattabile, navigabile, discutibile. In ambienti dove obiettivi, tecnologie e condizioni di contesto cambiano rapidamente, la roadmap deve essere uno strumento di dialogo continuo. Per questo deve poggiare su stime tracciabili, aggiornabili e verificabili. Deve essere leggibile a più livelli (tecnico, operativo, strategico) e deve favorire l’adattamento, non l’irrigidimento.

Una buona roadmap è fatta di pochi elementi ben connessi: obiettivi chiari, visibilità del carico, capacità reale, stime dinamiche, rappresentazione critica. Usare strumenti integrati — Jira, BigPicture, Confluence — è fondamentale, ma non basta. Serve una cultura del dato, della verifica e della condivisione. E serve una leadership capace di usare questi strumenti non per controllare, ma per abilitare.

Indicatori di una buona roadmap:

1. Obiettivi misurabili: ogni iniziativa deve essere legata a un KPI o OKR monitorabile.
2. Stime aggiornate: il confronto tra effort previsto e effort speso deve essere continuo.
3. Visualizzazione critica: il Gantt non serve a rassicurare, ma a mostrare problemi.
4. Capacità tracciata: nessuna pianificazione ha senso se ignora i vincoli delle risorse.
5. Priorità documentate: ogni scelta di priorità deve avere una motivazione accessibile.
6. Review integrate: le roadmap vanno discusse regolarmente, non solo consultate.

Un investimento nella lucidità operativa

Progettare bene oggi significa decidere con chiarezza in contesti incerti. Non esistono più ambiti in cui la complessità possa essere evitata: può solo essere gestita, letta, negoziata. E gli strumenti con cui la si affronta — roadmap, documentazione, architettura dei servizi — sono parte integrante della qualità del pensiero organizzativo.

Una roadmap ben fatta non migliora solo l’esecuzione. Migliora il clima, rafforza la fiducia, crea un terreno comune tra chi costruisce e chi guida. Scrivere meglio, pianificare con rigore, stimare con onestà: sono gesti che valgono più di molte tecnologie. Perché se la base informativa è solida, le decisioni possono essere assunte con coraggio e lungimiranza.

In questo senso, progettare non è solo una funzione. È un impegno verso l’intelligenza collettiva.

Riferimenti bibliografici

Libri - Project Management in Complex Environments

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ISBN: 978-0470847527
Approcci sistemici alla modellazione di progetti complessi, con focus su uncertainty management e risk assessment.

[3] Cooke-Davies, TerryAspects of Complexity: Managing Projects in a Complex World (Project Management Institute, 2011)
ISBN: 978-1935589129
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Libri - Systems Thinking e Architettura Organizzativa

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ISBN: 978-8893916820
Traduzione italiana a cura di Luigi Maria Sicca. Teoria e pratica del systems thinking applicato alle organizzazioni.

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ISBN: 978-8868961114
Traduzione italiana del System Dynamics Italian Chapter (SYDIC). Introduzione ai principi del systems thinking.

[6] Jackson, Michael C.Systems Thinking: Creative Holism for Managers (Wiley, 2003)
ISBN: 978-0470845226
Analisi critica di dieci approcci di systems thinking applicati al management, da hard systems a post-modern systems thinking.

Libri - Microservices e Architettura Software

[7] Richardson, ChrisMicroservices Patterns: With Examples in Java (Manning Publications, 2018)
ISBN: 978-1617294549
Framework completo per design e implementazione di architetture microservizi, con focus su service collaboration patterns.

[8] Newman, SamBuilding Microservices: Designing Fine-Grained Systems (O'Reilly Media, 2015)
ISBN: 978-1491950357
Guida pratica alla progettazione di sistemi fine-grained con focus su coesione, autonomous services e bounded contexts.

[9] Evans, EricDomain-Driven Design: Tackling Complexity in the Heart of Software (Addison-Wesley, 2003)
ISBN: 978-0321125217
Principi fondamentali del domain-driven design applicabili all'architettura modulare e alla definizione di bounded contexts.

Libri - Strategic Planning e Product Management

[10] Cagan, MartyInspired: How to Create Tech Products Customers Love (Wiley, 2017)
ISBN: 978-1119387503
Metodologie per product management e roadmap planning in contesti tecnologici avanzati, con focus su product discovery.

Fonti Online - Research e Best Practices

[11] Thamhain, Hans J.Managing Teams in Complex Project Environments (PMI Research Conference, 2006)
Disponibile: https://www.pmi.org/learning/library/managing-teams-complex-project-environments-8081

[12] Schneider, Robert A.Managing Projects in Complex Business Environments: The Contribution of Systems Thinking (PMI Research Conference, 2008)
Disponibile: https://www.pmi.org/learning/library/complex-business-environments-contribution-systems-7125

[13] Microsoft Azure Architecture CenterMicroservices Architecture Design (Microsoft Learn, 2024)
Disponibile: https://learn.microsoft.com/en-us/azure/architecture/microservices/

[14] AtlassianProduct Roadmap Guide: What is it & How to Create One (Atlassian Agile)
Disponibile: https://www.atlassian.com/agile/product-management/product-roadmaps

[15] MDPISystems Thinking: A Review and Bibliometric Analysis (2020)
Disponibile: https://www.mdpi.com/2079-8954/8/3/23

[16] Nielsen Norman GroupThe 6 Steps to Roadmapping (2024)
Disponibile: https://www.nngroup.com/articles/roadmapping-steps/

Pubblicato il 15 giugno 2025

Calogero (Kàlos) Bonasia

Calogero (Kàlos) Bonasia / omnia mea mecum porto