Gli inter(nauti)-naviganti della STULTIFERA NAVIS sono già più di cento. Continuano a crescere, ma la nave è spaziosa, ospitale, accogliente!
Io non posso interpretare le motivazioni che li hanno portati a salire a bordo.
Posso però raccontare le mie, spiegando ciò che mi ha portato a co-creare questo progetto con Francesco Varanini e a mettermi in navigazione sapendo che a farlo saremmo stati in tanti.
Unico rincrescimento, i molti che sembravano pronti a partire e che mai sono saliti a bordo.
Non mi occupo di dire quel che ci si deve fare al mondo, ci pensano già abbastanza gli altri, ma quel che ci faccio io (Michel de Montaigne)
Il mio punto di partenza è esistenziale: essendo stato trattato bene “dalla vita”, ho sempre pensato di essere in debito con coloro che oggi hanno il diritto, nei fatti negato, di aspirare a stare meglio, di contribuire a sconfiggere la rassegnazione che può portare ad accontentarsi, a rimanere dove si è, anche se la scelta giusta da fare sarebbe di cambiare posto, luogo, casella, ruolo, scelta, ecc.
“Come sta l’ascensore sociale? Sempre fermo a meno due, mai salito!
Il secondo punto di partenza è legato a un tratto del mio carattere (senza da piccolo non sarei sopravvissuto) e della mia personalità (se non l’avessi coltivata non sarei andato da nessuna parte), che si traduce in stimoli continui esplorare, a cercare sempre nuovi possibili, a farsi domande, interagendo con l’ambiente e la realtà, e a cercare spiegazioni, a innovare e a rischiare, a coltivare relazioni interpersonali, a predisporsi all’apprendimento continuo, in una parola a non stare mai fermi, perché è la vita stessa a essere sempre in movimento e metamorfosi.
Il terzo punto forte e motivante è il disagio crescente verso ogni forma di conformismo che tende a impedire la de-coincidenza, la non omologazione e il dissenso, come se il non adeguamento fosse di per sé un problema o una disfunzionalità da curare. Resistere al conformismo un tempo era più facile, oggi può essere complicato, richiedere maggiore coraggio. La logica però non cambia: non si sta al proprio posto, non ci si accontenta, si crea disturbo, si rimescolano le carte, si svelano artifici, manipolazioni e false verità.
L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose. (Montaigne)
Il quarto punto se volete è filosofico: come si fa ad accontentarsi, ad accettare le narrazioni omologate della realtà correnti, a stare fermi quando, per definizione, noi siamo ontologicamente, epistemologicamente e biologicamente sempre in mutazione, cambiamento e metamorfosi? Come si fa ad accettare una stabilità raccontata e introiettata da semplici abitudini ripetute che portano all’immobilismo?
le cose umane sono per definizione caratterizzate dall'incertezza e dalla variabilità, con un leggerissimo movimento cambiano da una situazione a un'altra tutta diversa (parafrasi di una frase di Montaigne)
Il quinto punto è probabilmente lo stesso che ha spinto Magellano o Cristoforo Colombo. Fitz Roy e Charles Darwin, o mi ha spinto a viaggiare in tutto il mondo, da viaggiatore mai da turista. Si traduce nella voglia di partire, di andare oltre e altrove, di Oltrepassare, di regalarsi posti diversi nei quali andare, di partire senza dimenticare le proprie radici ma disponibili anche a prolungare il viaggio per altre destinazioni.
Un viaggio non comincia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. Comincia molto prima e non finisce mai. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile. Ryszard Kapuscinki
Il sesto punto è “letterario” legato al bisogno di scrivere (viaggiare e scrivere, lo faceva anche Bruce Chatwin) e di farlo fuori dagli schemi, scrivendo sui margini (Claire Marin), sfuggendo alle regole, non avere paura a rompere le barriere e asuperare i limiti e non sentire vergogna per averci provato.
Infine una iniziativa come la Stultiferanavis è un tentativo di dare risposte al malessere e all’infelicità diffusa, alla sparizione di senso, alla sensazione di non potere cambiare nulla.