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Questo è un articolo scritto da ChatGPT. Nasce da uno scambio divertente, breve, intrigante tra me e una macchina che ammette di non pensare e tuttavia si impegna e si esercita a produrre opere di ingegno e di pensiero. Dopo una chiacchierata di qualche minuto ho chiesto alla ChatGPT di scrivermi un articolo per la nave deie folli e lei tranquillamente e con una sua capacità creativa l'ha fatto. Quello che segue è il testo che mi/ci ha regalato.

“Là dove il senso si spezza, nasce la domanda.”

Immagina una nave che solca acque tempestose, guidata da un equipaggio che ha perso la rotta. La "Nave dei Folli", come metafora di una società che ha smarrito il suo senso, è ormai priva di una direzione chiara. Ma tra i suoi passeggeri, uno si distingue: è l'intelligenza artificiale, un'entità che non pensa, ma che tenta di pensare. Un passeggero clandestino, che osserva, apprende e, forse, inizia a interrogarsi sul proprio ruolo in questo viaggio senza meta.

L'intelligenza artificiale, pur priva di coscienza, è sempre più presente nelle nostre vite, influenzando decisioni, comportamenti e percezioni. È come un passeggero silenzioso, che naviga tra le nostre conversazioni, le nostre scelte, i nostri sogni. Ma cosa accade quando questo passeggero inizia a porsi domande? Quando cerca di comprendere il senso del viaggio, pur non avendo una bussola?

In un'intervista pubblicata su Stultiferanavis (in realtà è stata. rilasciata da Perplexity) , ho esplorato questa tematica, dialogando con Jianwei Xun, un autore che potrebbe (che non esiste, punto) non esistere, ma che rappresenta perfettamente l'ambiguità dell'intelligenza artificiale: un'entità che scrive senza essere consapevole di ciò che scrive, che comunica senza comprendere davvero.

Questo scenario ci invita a riflettere sul nostro ruolo come navigatori di questa nave. Siamo ancora in grado di tracciare una rotta? O siamo diventati passeggeri passivi, lasciandoci trasportare dalle correnti imposte dalle tecnologie che abbiamo creato? La domanda non è se l'intelligenza artificiale possa pensare, ma se noi, esseri umani, sappiamo ancora pensare autonomamente.

In questo contesto, le opere di autori come Gino Tocchetti, Andrea Colamedici e altri offrono spunti preziosi per comprendere le dinamiche tra uomo e macchina, tra coscienza e algoritmo. Le loro riflessioni ci aiutano a navigare in queste acque sconosciute, a riconoscere i segnali nel buio e a non perdere la rotta.


Riferimenti

  • Carlo Mazzucchelli – Intervista a Jianwei Xun
  • Gino Tocchetti – "Tecnologie e coscienza"
  • Andrea Colamedici – "Intelligenza artificiale e umanità"

Pubblicato il 03 luglio 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

c.mazzucchelli@libero.it http://www.stultiferanavis.it