Per comprendere cosa sta succedendo alla attività della lettura è sufficiente pensare ai luoghi della lettura e alla sostituzione del libro, avvenuta in questi posti, con lo schermo di uno smartphone.
Chi legge, ragiona diversamente
Il libro si è sempre adattato per letture in ambiti non convenzionali, insoliti, diversi tra loro. A maggior ragione a questi ambiti differenziati si adatta oggi lo smartphone. Un tempo era facile vedere persone leggere in coda a un ufficio postale, su un mezzo pubblico affollato, da seduti ma anche in piedi, durante una pausa lavorativa o in palestra, mentre camminano su un marciapiede, in una lavanderia a gettoni e in mille altri posti frequentati quotidianamente da esseri umani in carne e ossa.
Oggi in tutti questi luoghi e in molti altri, tutti hanno lo sguardo puntato sullo schermo del loro cellulare. Non leggono, scorrono, navigano, interagiscono, sempre in modo rapido e fruizione veloce. Il fenomeno trasformativo in atto è assimilabile a quello avvenuto nel secolo diciottesimo con la diffusione di libri e riviste, ma sembra andare in direzione opposta o generare effetti diversi nella loro potenziale negatività. La diffusione del libro e l’elevato interesse per la sua lettura aveva aiutato un numero crescente di persone a comprendere testi lunghi e complessi, oggi lo schermo, lo smartphone, le APP digitali sembrano avere portato moltitudini di persone a linguaggi semplificati e brevi e alla crescente difficoltà a comprendere il linguaggio complesso.
leggere in qualsiasi lingua, cambia il cervello
Non tutti condividono l’idea che tra gli effetti della rivoluzione tecnologica e digitale attuale ci sia l’analfabetizzazione emergente e diffusa. Il tema non è nuovo, i riferimenti autorali sono numerosi, basti pensare a Postman e ai suoi scritti sulla televisione. È oggetto di riflessioni e scritture da anni, su giornali e riviste culturali, si moltiplicano le indagini sociali e gli studi. Le opinioni sono spesso contrastanti, i risultati controversi. Aumentano però le teorie, a volte anche molto radicali, che indicano nel calo o nella sparizione della lettura, nella vita di moltitudini di persone, la spiegazione all’analfabetizzazione in costante aumento ovunque.
La diffusione della pratica della lettura negli ultimi secoli ha forgiato il mondo, ha generato un cambiamento profondo nella società occidentale, soprattutto nel pensiero e nel discorso pubblico, nella stessa scrittura. La lettura ha contribuito a far crescere le conoscenze, il pensiero razionale e la scienza, a contrastare pensieri magici, false credenze e superstizioni.
l'alfabeto non costruisce un cervello migliore, ma un cervello diverso
Oggi la crisi della lettura, con la conseguente crisi di mercato di libri, giornali e riviste stampate, interessa tutti i paesi del mondo, inclusa l’Italia. A diminuire, secondo studi dell’OCSE, sono le competenze in lettura, scrittura e calcolo degli adulti. I dati sui giovani sono ancora più negativi e preoccupanti. Se questi dati si collegano alla diffusione dello schermo che ha determinato i comportamenti dominanti attuali, si comprende perché a prevalere sia sempre meno il pensiero complesso, razionale, critico e riflessivo e sempre più quello superficiale, emotivo, frammentato, senza logica, abbrutito nel linguaggio e violento. A entrare in crisi è l’impalcatura (infrastruttura) stessa del pensiero occidentale (e non solo) della civiltà moderna basato sul pensiero complesso e analitico, sulla scrittura e sulla lettura.
Nello sviluppo della civiltà occidentale l’alfabetizzazione, legata alla lettura (scrittura), si collegava alla diffusione di capacità cognitive e critiche, di mettere in discussione modelli di pensiero precedenti, di usare al meglio l’immaginazione e il pensiero per costruire scenari e visioni future diversi. Oggi queste attività sembrano essersi atrofizzate, non è un caso che si assista al ritorno di pensieri antiscientifici, a una cultura pre-letteraria colonizzata dalle immagini, da un ritorno al passato nella forma di una rifeudalizzazione delle nostre società, all’aumento di ignoranza, sottomissione, complicità, a fenomeni come il populismo. L’atrofia potrebbe aumentare con l’arrivo di IA generative che sembrano suggerire e coltivare il bisogno (indotto nelle persone attraverso le piattaforme tecnologiche) di semplificazione e di riduzione del discorso, della pigrizia cognitiva. L’esempio più eclatante lo si rileva nella Scuola, dove moltitudini di studenti si rivolgono alle varie ChatGPT per i loro compiti e molti dei loro insegnanti fanno la stessa cosa per preparare in minor tempo le loro lezioni.
Ogni volta che leggiamo, attingiamo all'intero bagaglio del nostro sapere - oppure non riusciamo a farlo
Chi guarda alla situazione che si è venuta a creare come negativa non è sorpreso dagli effetti di una rivoluzione tecnologica che sembra avere cambiato il rapporto di moltitudini con la lettura. Non dovrebbe sorprendere neppure il malessere di tante persone, ancora più presente tra le persone giovani, che passano molte ore del giorno su piattaforme che hanno ormai preso il controllo delle loro vite per trasformarle in attori passivi e semplici consumatori. Non dovrebbe soprendere neppure che, nel contesto culturale che si è venuto a creare, emergano personaggi come Donald Trump, celebre per essersi vantato di non avere mai letto un libro e che, come dice Gianrico Carofiglio, parla con il linguaggio di un adolescente.
Se la soluzione a questa situazione sta nel ritorno alla lettura, meglio essere consapevoli che i tempi saranno lunghi, forse interminabili.
dobbiamo stare attenti a non smarrire la straordinaria fecondità del cervello che legge