Nel suo saggio, Loretta Napoleoni analizza la nuova configurazione del capitalismo dell'era delle macchine contestualizzandolo nell’epoca della tecnologia avanzata e della finanza 2.0. Nel libro introduce il concetto di tecnocapitalismo, cioè un sistema in cui una ristretta schiera di “tecnotitani” tecnocrati – imprenditori e potentati tecnologici (come Amazon, Google, Meta, SpaceX) – detiene una gran parte del potere economico, tecnologico e persino politico.
L’autrice sottolinea come la rapidità del progresso tecnologico, la concentrazione del potere in ambiti prima limitati a pochi, le speculazioni finanziarie (criptovalute, intelligenza artificiale applicata alla Borsa), la corsa allo spazio siano tutti fattori che contribuiscono a un peggioramento delle disuguaglianze, a una erosione del bene comune e della democrazia stessa.
Napoleoni non si limita a denunciare queste tendenze, ma fa appello a una maggiore consapevolezza collettiva: la tecnologia può essere un bene comune – se gestita in modo equo – mentre al momento appare in gran parte al servizio di pochi.
Il libro contiene temi che non si prestano per una lettura superficiale e disattenta. I temi trattati sono complessi (tecnologia, finanza, geopolitica), il testo finisce per risultare relativamente scorrevole anche per chi non è un esperto del settore. L’autrice mette in relazione diversi ambiti: dai dati digitali alla blockchain, dalla corsa allo spazio alla finanza algoritmica, collegandoli al contesto politico-sociale. Questo consente di avere una visione aggiornata e multi-dimensionale del fenomeno. Il testo non si limita all’analisi, ma invita a considerare cosa significa “bene comune” nell’era digitale e quali sono le alternative possibili.
A chi ha fatto sua la riflessione critica sulla tecnologia e i suoi effetti, dovrebbe apprezzare l'analisi proposta e il tono di allarme che si porta appresso. La percezione può essere quella di un pessimismo elevato che può derivare da una impostazione è fortemente critica nei confronti del tecnocapitalismo per come si sta manifestando. Alcuni lettori potrebbero ritenere che manchino analisi alternative più moderate o contrappesi. I numerosi spunti di riflessione servono in ogni caso a farsi una propria idea su come e quanto la tecnologia stia cabiando il mondo e a derivarne indicazioni concrete per nuove pratiche comportamentali, scelte e visioni.
Tecnocapitalismo è un testo molto stimolante e attuale. Colpisce leggendolo la capacità dell’autrice di mettere in relazione fenomeni che spesso sembrano separati (es. IA, criptovalute, oligarchi tecnologici, corsa allo spazio) e di mostrarne l’impatto sociale e democratico. Non tutti i temi toccati sono stati approfonditi ma forse è una scelta voluta da parte di un'Autrice che probabilmente era pià interessata a lanciare un grico di allarme e a presentare spunti per una visione tecnoc-politica e tecnologica futura diverse. Al tempo stesso Napoleoni sembra avere scritto il suo libro come pratica di cittadinanza e per chiedere a tutti coloro che la cittadinanza la praticano attivamente di giocare il loto ruolo o quantomeno di interrogarsi su quale ruolo potrebbero avere.
Tecnocapitalismo si presenta come un contributo importante al dibattito sulle nuove forme del capitalismo e sul rapporto tra tecnologia, potere e società. È utile sia per chi già segue questi temi, sia come introduzione per chi vuole avvicinarsi in modo critico al mondo digitale contemporaneo. Leggere questo libro significa porsi domande: a chi appartiene la tecnologia? come cambia il nostro ruolo di cittadini in un mondo iper‑connesso? E Napoleoni ci invita a non rimanere spettatori.