Testi
Una bibliografia tecnologica personale
Un regalo bibliografico a chi, partecipando o visitando la STULTIFERANAVIS, mi segue e mi legge. Da anni promuovo una riflessione critica sulla tecnologia e i suoi effetti. L'attività intrapresa è stata all'origine di una curiosità inesauribile verso tutti i libri riferiti in qualche modo alla tecnica e alla tecnologia. Ne è nata una biblioteca di casa composta da centinaia di libri, ma soprattutto una bibliografia, arricchitasi nel tempo, fatta di mille intrecci e riferimenti incrociati, di tanti fili che hanno alimentato la mia curiosità e portato alla scoperta di sempre nuovi autori (di fantascienza e non solo) di autori, studiosi, filosofi, tecnologi e molto altro. Quella che propongo qui è la bibliografia legata al mio libro 𝗡𝗘𝗜 𝗟𝗔𝗕𝗜𝗥𝗜𝗡𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗟𝗢𝗚𝗜𝗔. La propongo facendone dono a chiunque fosse alla ricerca di informazioni, suggestioni di lettura e idee. Potrebbe anche servire a giovani alle prese con le loro tesi di laurea, prima di laurearsi, guardarsi intorno e decidere se e quando emigrare!
Nei labirinti della tecnologia
Un testo usato come premessa del mio libro 𝗡𝗲𝗶 𝗹𝗮𝗯𝗶𝗿𝗶𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮, pubblicato con Delos Digital a fine 2014. "Il labirinto è tutto tecnologico, reticolare, virtuale e reale al tempo stesso. Non è nato da solo, lo abbiamo costruito noi su misura, per divertimento e per soddisfare bisogni e necessità. Poi ci siamo persi al suo interno e abbiamo scoperto i numerosi Minotauri che cercano di dominarlo. Oggi lo abitiamo in modo incosciente e pieni di dubbi, correndo numerosi pericoli, dei quali non siamo sempre consapevoli, e sperimentandone anche le molteplici opportunità. Uscirne non è facile e forse neppure lo vogliamo."
“Il project manager è una carpa Koi”: rileggendo Mazzucchelli nell’era delle dashboard
Per uscire dall’acquario non basta saltare. Bisogna smettere di crederci. Smettere di credere che la governance sia progettualità. Che la pianificazione sia conoscenza. Che l’efficienza sia saggezza.
Dall’agile alla vanità: pensiero, linguaggio e controllo nella società ipertecnologica
In un’epoca dominata dalla simulazione e dalla velocità, il linguaggio del lavoro si è trasformato in liturgia vuota, e le metodologie nate per liberare sono divenute nuove gabbie simboliche. Questo saggio esplora la crisi epistemologica che colpisce Agile, design thinking e cultura organizzativa, denunciando la deriva performativa del pensiero e invocando una disobbedienza intellettuale fatta di ascolto, dubbio e consapevolezza.
L’Intelligenza Artificiale nel Project Management: pensiamo ancora, o solo eseguiamo?
Viviamo un tempo in cui la velocità è diventata virtù e l’ottimizzazione una fede. Il project management, che un tempo era arte di mediazione tra visione e realtà, oggi rischia di ridursi a un’esecuzione cieca di flussi automatizzati. Ma dietro dashboard perfette e algoritmi intelligenti, resta una domanda cruciale: che cosa stiamo perdendo, mentre crediamo di guadagnare efficienza? Questo non è un rifiuto della tecnologia, né un elogio nostalgico dell’imperfezione umana. È una chiamata al pensiero critico, alla responsabilità, alla capacità di interrogare il contesto prima di aderirvi. Perché non basta prevedere un rischio: bisogna anche comprenderlo. Non basta riallocare una risorsa: bisogna sapere perché lo si fa, e con quali conseguenze. Per dare profondità a questa riflessione, ho selezionato dieci libri che accompagnano e rafforzano il mio punto di vista. Non sono semplici “fonti”: sono compagni di strada. Ogni testo, a suo modo, interroga il rapporto tra sapere, azione, potere e tecnologia. Alcuni parlano di project management, altri di filosofia, altri ancora di etica o di organizzazione. Tutti, però, ci aiutano a mantenere viva una domanda essenziale: vogliamo diventare più rapidi o più consapevoli? La risposta non si trova nei manuali. Ma nella pratica quotidiana del pensiero.
Sono uscito dalla caverna
Il mito della caverna di Platone viene ripreso e rivisitato da sempre. La parte del mito che a me ha sempre intrigato di più è il prigioniero che viene liberato in modo che possa vedere l’uscita della caverna.
Cosa ci aspetta nel futuro?
Il futuro si sa è imprevedibile, incerto, dipende sempre dagli altri! Ma è ricco di avvenimenti che danno forma ad avvenire diversi ai quali ognuno può tentare di dare un senso in piena libertà.
Una democrazia in laboratorio: riflessioni sul potere simulato dei gemelli digitali
Uno studio di Novelli, Argota Sánchez-Vaquerizo, Helbing, Rotolo e Floridi (2024) propone un metodo computazionale per verificare l’efficacia della democrazia deliberativa. Il loro lavoro, “Testing Deliberative Democracy Through Digital Twins”, esplora la possibilità di utilizzare gemelli digitali - simulazioni dinamiche alimentate da dati reali - per testare diverse architetture deliberative prima di implementarle nel mondo reale.
Un mondo fuori asse
In un mondo “fuori asse dai contorni indiscernibili, un mondo guasto che sembra andare a rotoli, nel quale le certezze di molti sono minacciate, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 (𝐩𝐬𝐞𝐮𝐝𝐨)𝐟𝐢𝐥𝐨𝐬𝐨𝐟𝐢, molti praticano la filosofia e ne frequentano i festival, numerosi professionisti che la esercitano lo fanno in maniera pop, divulgativa e mediatica, inconsapevoli forse che, giocare a fare i filosofi, non fa diventare filosofi, tantomeno a vivere filosoficamente.
Comprendere il funzionamento della democrazia è sempre più necessario, per difenderla
Negli ultimi decenni, le democrazie occidentali hanno attraversato trasformazioni profonde e spesso turbolente. L’entusiasmo per l’espansione della democrazia dopo la Guerra Fredda ha lasciato il posto a una fase più complessa, segnata dall’ascesa dei populismi, dalla crisi della rappresentanza politica e dal crescente scetticismo nei confronti delle istituzioni. I partiti tradizionali faticano a mantenere il consenso, mentre i nuovi movimenti politici – spesso caratterizzati da un forte uso dei social media e da una retorica anti-establishment – ridisegnano il panorama politico.
Frammenti di riflessioni maieutiche con l’intelligenza artificiale
Un dialogo maieutico reale con l’Intelligenza Artificiale, che approfondisce il suo potenziale nella creazione di opinione e nella possibilità di diventare un autentico strumento di riflessione filosofica. L’idea è che la tecnologia non sia più soltanto oggetto della filosofia, ma anche uno dei suoi strumenti.
Fuoco, tecnologia, guerra
Nell’era in cui tutti ci siamo eletti a novelli Titani, capaci grazie alla tecnologia di sfidare gli Dei dei nostri tempi psico-malati, Prometeo, colui che regalò agli umani il fuoco, che Zeus non voleva dare loro, sembra vergognarsi del suo generoso gesto e provare dei rimorsi. Prometeo, che secondo l’etimologia usata da Esiodo era colui che sapeva prevedere, sembra oggi rendersi conto, vergognandosi, di non avere previsto nulla di ciò che sta succedendo. La Terra si è riempita di fuochi (guerre, combustioni da sottosuolo e mobilità, e non solo) che poco hanno a che fare con il Fuoco oggetto del suo dono. La saggezza che insieme al fuoco doveva servire a guidare lo spirito di iniziativa umano si è deteriorata fino a scomparire.
Il contatto
Nella nostra civiltà, in cui la velocità è un valore e l’eccesso di informazioni ci distrae continuamente, mettiamo sempre meno alla prova il senso del tatto, a meno che non avvertiamo segnali di grave pericolo. Anche le relazioni tra esseri umani sono sempre più mediate dalla vista e dalla parola e la vicinanza tra i corpi è spesso vissuta come minacciosa o comunque poco edificante, al punto che ad esempio viviamo come straniante la minima distanza interpersonale, così presente invece in altre culture, come quella asiatica. In questo modo, però, rischiamo, paradossalmente, di diventare noi ‘intoccabili’, come quella casta indiana costituita da individui ‘non toccabili’ perché impuri e addetti alle mansioni più umili.
Giustizia nei tempi digitali
Possiamo parlare di 'era digitale' ricordando che parliamo sia di causa che di effetto: l'economia, la finanza, la politica, gli interessi di una élite, generano una tecnologia. La tecnologia a sua volta determina economia, finanza, politica, cultura.
Informazione come bene comune e pubblico
L'informazione come bene comune, pubblico, è un pilastro essenziale per la democrazia, la salute pubblica e lo sviluppo sostenibile. Lo è in tempi che al Nostroverso hanno sostituito i molteplici metaversi delle piattaforme digitali, hanno rotto il legame della prossimità fisica che sempre tiene insieme una società, hanno visto il diffondersi di sciami "di imbecilli", guidati dalla viralità malata e manipolata delle semplici informazioni, coltivata da influencer e guru vari che sulla informazione hanno investito il loro presente e futuro. L'informazione come bene pubblico è un concetto che sottolinea l'importanza dell'accesso libero e pluralistico alle notizie e ai dati, considerandoli essenziali per il funzionamento democratico della società e per il benessere collettivo. Questo approccio riconosce che l'informazione non è solo un diritto individuale, ma anche una risorsa condivisa che deve essere protetta e promossa. Per garantire la libertà, la pluralità e la veridicità dell’informazione è richiesto un impegno collettivo.
Hypnocracy: arcano svelato e fact checking debunked
Come promesso, ecco la mia personale indagine su “Jianwei Xun”, un lavoro da profiler a caccia del killer, che racconto qui in due tappe. Risulterà anche un’operazione di debunking di un certo fact checking, accettando la sfida lanciata dal libro Hypnocracy, e dimostrando che il fact checking si può fare, se però esso stesso non è affetto da bias. Infatti l’esame dei fact checker non è privo di allucinazioni, errori e valutazioni sommarie, ma proposte come verità, tanto che sono state espresse con un certo dileggio per chi non le riconosce come tali.
La libertà si conquista con la consapevolezza
La consapevolezza non è un punto di arrivo, ma un cammino fatto di curiosità, di umiltà intellettuale, di disponibilità a mettere in discussione persino le nostre convinzioni più radicate. È un movimento continuo che ci permette di attraversare la complessità senza esserne travolti.
Hypnocracy: in lucida trance, tra il vero e il falso
Leggere il libro “Hypnocracy: Trump, Musk, and the Architecture of Reality”, o anche solo partecipare al dibattito che si sta animando intorno ad esso, è come immergersi in un film di David Lynch, ovvero come ritrovarsi nei panni di Diane Selwyn dopo l’incidente su Mulholland Drive.
Hypnocracy: una mappa concettuale per orientarsi
Leggere “Hypnocracy” di “Jianwei Xun” è un’esperienza straniante e, insieme, chiarificatrice. Il libro non si presta a una sintesi lineare, né a una lettura “a tesi”: è piuttosto un paesaggio mentale, una rete di concetti, immagini, frammenti teorici e intuizioni che si rincorrono, si sovrappongono e talvolta si contraddicono. Un testo che non si limita a descrivere un fenomeno, ma che tenta di farci vivere — nel modo stesso in cui è scritto — la condizione che analizza: quella di una realtà ipnotica, fluida, discontinua, priva di un centro.
Fermati un attimo
Se ci fermiamo per un attimo a pensare, se prendiamo anche solo per un istante coscienza di come stiamo vivendo e agendo, ci rendiamo conto di come oggi accettiamo una sottrazione di libertà.