NOVITA'[1291]
Italo Svevo vs. i Costruttori di Macchine Digitali
Essere 'autori' significa assumersi responsabilità. C'è differenza tra l'essere umano che cura e la macchina che simula la cura.
Le parole che graffiano, feriscono, curano!
Capita spesso, nelle case abitate da amori stanchi, che certe parole finiscano per graffiare. Ogni sguardo può aprire crepe in una relazione a cui, nel tempo, non è stata fatta manutenzione (di solito a causa di incuria con buona fede). Il dialogo sembra così un esercizio di equilibrismo su una corda tesa: ogni passo è incerto e non si sa dove porterà, ci si sente in costante pericolo di caduta.
Cronaca di una umanizzazione appassionata
Giornata speciale ieri stra-ordinaria. Il Summit, al quale grazie ad Accademia Mibes ho lavorato per mesi, è andato in onda.
L’approccio antropologico alla malattia e alla cura
L’antropologo può essere chiamato ad affrontare la complessità dei processi politico-culturali che coinvolgono i corpi e le istituzioni sanitarie, il rapporto fra individuo e operatore sanitario (medico, infermiere, ausiliario), ma anche le relazioni fra salute degli individui e dei gruppi sociali e diseguaglianze, senza tralasciare, come già evidenziato, i processi terapeutici e le strategie di cura, che ovviamente possono diventare attività o forme ostili di relazione nei confronti di persone che non accettano le metodologie abituali della nostra medicina o il rapporto medico-paziente promiscuo.
C’è ancora posto nella nostra medicina ufficiale per sistemi di cura alternativi?
Una lettura in chiave storico-evoluzionista dei sistemi di cura non è assolutamente in grado di spiegare la sopravvivenza di tutte quelle pratiche (religiose, magiche, esoteriche) che attraversano il tema della malattia e che continuano a elaborare ancora oggi in parallelo valori, rituali di guarigione e di sollievo al dolore che costituiscono un patrimonio condiviso in seno a vasti settori della società.
Perché sei un essere speciale...ed io, avrò cura di te.
Da decenni mi occupo di qualità delle relazioni, solo negli ultimi dieci ho proseguito a farlo sotto il segno della gentilezza, così, pur nel rispetto di ogni complessità, mi sono incuriosita quando ho sentito parlare di *umanizzazione della cura*.