I tecnomonarchi: dialogo stultifero con Alessandro Mulieri

Viviamo tempi strani in un’epoca inedita e sconosciuta. Sono tempi “fuori asse”, dai contorni indiscernibili, tempi di policrisi, ma soprattutto di grandi cambiamenti epocali, imprevedibili nelle loro conseguenze sul futuro della democrazia e della società umana tutta. Nella sua fase attuale il capitalismo della globalizzazione, grazie alla volontà di potenza e alla forza di accelerazione della tecnologia, si è fatto (tecno)capitalismo. Un sistema economico integrato e convergente di tecnologia e capitalismo, che ha consentito la concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di una ristretta schiera di tecnocrati (“tecnotitani” li chiama Loretta Napoleoni), generando povertà, disuguaglianza, precarietà, ma soprattutto mettendo a rischio la democrazia nel mondo Occidentale. A cento anni dall’avvento del fascismo nel mondo si vanno affermando nuove forme di totalitarismo che seguono il comando della tecnica.  Siamo entrati, come ha scritto Alessandro Mulieri nel suo libro Tecnomonarchi. Gli ideologi della nuova destra all’attacco della democrazia, nell’epoca dei “tecnomonarchi”, protagonisti di una nuova rivoluzione reazionaria, concepita tra la Silicon Valley e i circoli intellettuali della destra americana e basata su sofisticate tecnologie di sorveglianza e controllo.