Con una partenza prevista in due tempi, il 31 agosto e il 4 settembre, la Global Sumud Flottilla (Sumud è un termine palestinese che significa fermezza ma anche resilienza e resistenza), una flotta organizzata da associazioni civili e singole persone, partirà per Gaza, cercando di superare il blocco navale che la nazione democratica del Medio Oriente, Israele, ha imposto alla Striscia di Gaza. L’obiettivo è di far arrivare aiuti ai civili palestinesi.
L’iniziativa non violenta, pacifica e pacifista, umanitaria, rispetto a quelle già tentate in passato con singole navi (nave Madleen, a giugno, e dalla Handala a fine luglio.), vedrà la partecipazione di decine di navi e imbarcazioni di piccole dimensioni con il coinvolgimento di 44 delegazioni da paesi diversi, tra cui l’Italia.
La nuova pandemia mondiale in corso è fatta di devastazione, violenza, guerra e sofferenza crescente. La distruzione di Gaza e il sacrificio dei suoi abitanti rivela l’arroganza della nostra modernità malata che ormai ignora qualsiasi concetto di umanità, di dignità umana.
Persone di nazioni, fedi religiose, ideali politici diversi si sono unite per chiedere che l’assedio e il genocidio di Gaza debbano terminare. È una richiesta che sale dal basso, che esprime ciò che pensano le opinioni pubbliche europee, e vede coinvolti artisti, giornalisti (quelli che non si sono ancora piegati alla narrazione complice mainstream), personale sanitario, avvocati, attivisti per i diritti umani e molti altri. I molti altri, che non si imbarcheranno, sono tanti, considerando che quasi 30000 persone hanno fatto richiesta di poter partecipare.
Una volta in mare, l’iniziativa ha bisogno di tutto il sostegno possibile (La Stultiferanavis per mio conto farà la sua parte). Questo sostegno si può e si deve manifestare con iniziative sulla terraferma, con attività finalizzate e richiamare l’attenzione internazionale sui fatti di Gaza, con l’obiettivo di provare dal basso, vista la codardia e l’ignavia delle leadership politiche, a cambiare lo stato delle cose.
Ogni barca che parteciperà alla missione umanitaria, e sono già innumerevoli, rappresenterà una comunità, ma soprattutto il rifiuto, che è anche etico e morale, di restare in silenzio.
È prevedibile che come nelle missioni precedenti, l’esercito israeliano cercherà di bloccare le imbarcazioni. Alla base dell’iniziativa c’è la non-violenza, la reazione sarà non-violenta, pacifica. Quando ci sarà l’intervento dell’esercito (previsto per il 4 di settembre) sarà il momento nel quale chi è rimasto sulla terraferma dovrà impegnarsi per richiamare l’attenzione pubblica, decostruendo le narrazioni mistificatorie dei Media mainstream e una rappresentazione della realtà che ci tiene ormai prigionieri da due anni.
l’assedio e il genocidio di Gaza devono terminare, agiamo e facciamo in modo che ciò avvenga
PER ANDARE OLTRE L'EVENTO E CONTINUARE A RIFLETTERE
Da tempo sono senza parole. Il mondo che stiamo sperimentando non mi piace più, anzi è fonte di continue e sempre nuove sofferenze. Difficile usare una parola diversa di fronte ai tanti fatti di cui siamo semplici testimoni, perchè le classi dirigenti che abbiamo eletto hanno deciso di poter sopravvivere senza ascoltare e rispettare l'opinione pubblica e gli elettori che le hanno portate al governo.
Politici e leadership del mondo incapaci di dare un futuro al mondo, vorrebbero che noi si stia zitti, che non si esprima la preoccupazione, la rabbia e la ribellione verso il precipizio nel quale sembra essere precipitato il nostro mondo occidentale, sempre più fondato "sul profitto, sull'espropriazione, sulla sofferenza e sul sangue di innocenti". Di fronte a tutto questo non si puà stare in silenzio, non si può non agire, non si può non fare delle scelte, politiche, etiche, morali.
Senza scelte di questo tipo si è complici di ciò che sta avvenendo nel mille conflitti in corso in tutto il mondo, determinati dall'ingiustizia, dall'avidità, dalla disumanità, ma soprattutto di ciò che sta avvenendo a Gaza.
La banalità del male non è solo un'idea astratta: è qui, proprio in mezzo a noi. E sta avendo una giornata campale.
Per comprendere quanto oggi sia importante fare delle scelte, schierarsi, agire suggerisco la lettura di un report dell'ONU, che mi è stato segnalato da Otti Vogt, autore della Stultiferanavis. Un report che "indaga sui meccanismi aziendali che sostengono il progetto coloniale israeliano di sfollamento e sostituzione dei palestinesi nei territori occupati. Mentre leader politici e governi si sottraggono ai propri obblighi, troppe entità aziendali hanno tratto profitto dall'economia israeliana basata sull'occupazione illegale, sull'apartheid e, ora, sul genocidio. La complicità denunciata da questo rapporto è solo la punta dell'iceberg; non sarà possibile porvi fine senza chiamare a rispondere il settore privato, compresi i suoi dirigenti."
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