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Fino a quando l'economia non affronta la propria complicità nel naturalizzare l'ingiustizia, le sue pretese di autorità scientifica o morale sono infondate e pericolose. Il compito urgente è quello di ricostruire l'economia su basi che riconoscano – e contestino – la posta in gioco politica ed etica al centro della vita economica.


Dovremmo fidarci della "scienza" economica per arbitrare la giustizia?
✦ Un "salario giusto" è davvero quello che ti viene pagato al margine?
✦ Il profitto di un miliardario è davvero una prova di merito?
I prezzi di mercato potranno mai essere "efficienti", quando il potere, la fortuna, le istituzioni e la storia determinano le regole del gioco?

La questione della giustizia ha a lungo ossessionato il cuore dell'economia, eppure la teoria neoclassica – sancita come la lingua franca globale dell'educazione e della politica economica – la esclude sistematicamente dalla vista.

Mentre una vasta letteratura critica ha smascherato l'economia neoclassica per i suoi presupposti irrealistici, la ristretta fissazione sull'efficienza e la persistente negligenza della disuguaglianza e del benessere, anche i suoi critici più acuti – Sen, Nussbaum, Stiglitz, Chang, Piketty, Polanyi, Fraser, Heilbroner, Mirowski – hanno, per la maggior parte, lasciato intatto il suo nucleo disciplinare.

Gli interventi spesso cercano un'economia migliore e più umana: aggiustare il modello, incorporare valori plurali o chiedere correttivi di politica esterna. Ciò che rimane inesplorato, tuttavia, è la funzione ideologica più profonda della disciplina stessa: la sua trasformazione delle scelte storiche, politiche ed etiche in necessità tecniche autogiustificanti.

Questo saggio rompe decisamente con tale critica incrementale o comparativa. Offre quella che è potenzialmente una prima (!) analisi sistematica globale dei fondamenti etici e politici della teoria economica neoclassica, esponendo le sue tautologie interne, il gioco di prestigio ideologico dell'"oggettività" e i modi in cui legittima la disuguaglianza sistemica.

La tesi centrale è intransigente: l'economia neoclassica non può, e non offre, una teoria significativa della giustizia distributiva. Tutta la sua logica della produttività marginale, della formazione dei prezzi e dell'equilibrio funziona per convertire la mera descrizione in giustificazione normativa, naturalizzando le distribuzioni storicamente contingenti e cariche di potere come se fossero neutrali, inevitabili o meritocratiche.

Rifiutando di interrogare questi fondamenti, la teoria neoclassica depoliticizza le origini della ricchezza e del potere, isolando sistematicamente le questioni di legittimità e giustizia come "esternalità" o "distorsioni". Il risultato è una disciplina la cui decantata neutralità è essa stessa una maschera per il lavoro politico, un apparato autosigillante che razionalizza e perpetua lo status quo rendendo le questioni di giustizia illegittime o invisibili.

La conclusione è inevitabile: fino a quando l'economia non affronta la propria complicità nel naturalizzare l'ingiustizia, le sue pretese di autorità scientifica o morale sono infondate e pericolose. Il compito urgente, quindi, è quello di ricostruire l'economia su basi che riconoscano – e contestino – la posta in gioco politica ed etica al centro della vita economica.

Leggi il saggio completo e dicci cosa ne pensi👇 (in inglese)


English original text

THE JUSTICE LIE: How Economics Manufactures Inequality



Should we trust economic “science” to arbitrate justice?
✦ Is a “just wage” truly what you’re paid at the margin?
✦ Is a billionaire’s profit really a proof of merit?
✦ Can market prices ever be "efficient", when power, luck, institutions and history determine the rules of the game?

The question of justice has long haunted the heart of economics, yet neoclassical theory—enshrined as the global lingua franca of economic education and policy—systematically excludes it from view. While a vast critical literature has exposed neoclassical economics for its unrealistic assumptions, narrow fixation on efficiency, and persistent neglect of inequality and welfare, even its sharpest critics—Sen, Nussbaum, Stiglitz, Chang, Piketty, Polanyi, Fraser, Heilbroner, Mirowski—have, for the most part, left its disciplinary core untouched. Interventions often seek a better, more humane economics: fixing the model, incorporating plural values, or calling for external policy correctives. What remains unexamined, however, is the deeper ideological function of the discipline itself: its transformation of historical, political, and ethical choices into self-justifying technical necessity.

This essay breaks decisively from such incremental or comparative critique. It offers what is potentially a global first (!) systematic analysis of the ethical and political foundations of neoclassical economic theory, exposing its internal tautologies, the ideological sleight of “objectivity,” and the ways in which it legitimates systemic inequality. The core thesis is uncompromising: Neoclassical economics cannot, and does not, offer a meaningful theory of distributive justice. Its entire logic of marginal productivity, price formation, and equilibrium functions to convert mere description into normative justification, naturalizing historically contingent and power-laden distributions as if they were neutral, inevitable, or meritocratic.

By refusing to interrogate these foundations, neoclassical theory depoliticizes the origins of wealth and power, systematically fencing off questions of legitimacy and justice as “externalities” or “distortions.” The result is a discipline whose vaunted neutrality is itself a mask for political work—a self-sealing apparatus that rationalizes and perpetuates the status quo while rendering questions of justice illegitimate or invisible.

The conclusion is inescapable: until economics confronts its own complicity in naturalizing injustice, its claims to scientific or moral authority are both unfounded and dangerous. The urgent task, then, is to reconstruct economics on foundations that recognize—and contest—the political and ethical stakes at the core of economic life.

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Pubblicato il 20 ottobre 2025

Otti Vogt

Otti Vogt / Leadership for Good | Host Leaders For Humanity & Business For Humanity | Good Organisations Lab

otti.vogt@gmail.com