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Uno spettro si aggira per l’Europa e ovunque, il nichilismo. Non è più solo umano, oggi è anche della macchina, che si è assunta il ruolo di aiutarci nel negare la realtà, preparandoci all’esilio poco intelligente da essa.


Ciò che del nichilismo odierno colpisce è l’indifferenza, causata in massima parte dal sovraccarico informativo, verso la verità, il senso e i valori, che porta alla passività, e alla fuga dalla realtà.

Il tecno-nichilismo presente riflette la relazione che intercorre tra noi e la tecnologia, i nostri valori e l’uso che facciamo delle tecnologie. Questa relazione, che nichilisticamente viene vista come inevitabile, non può essere analizzata sulla base di atteggiamenti binari di tecnofilia o tecnofobia, ma sfruttata per interrogarci su come la tecnologia stia dando forma alla nostra cognizione, al nostro pensiero, al nostro essere nel mondo, al nostro stesso nichilismo.

Interrogarsi può servire a trovare le motivazioni che servono a coltivare la volontà di assumersi le proprie responsabilità invece di delegarle alle macchine, alle piattaforme e agli algoritmi come in molti stiamo ormai facendo.

Non serve interrogarsi sul perché spendiamo giornate intere davanti a uno schermo ma perché non ci prendiamo alcuna responsabilità per avere speso così tanto tempo giornaliero davanti a uno schermo.

Il nichilismo nella sua forma passiva, nella situazione di crisi e di grande cambiamento attuale è un pericolo reale, in particolare se si pensa alla crisi delle democrazie occidentali, all’emergere di realtà autoritarie, subdole e ben organizzate, che mettono a rischio la libertà celebrando una libertà senza responsabilità. Ciò è reso più facile da moltitudini pronte a delegare la propria esistenza, le proprie scelte, i valori e le responsabilità a macchine intelligenti celebrate come novelle divinità a cui genuflettersi.

In questa situazione di tecno-nichilismo, pensare di trovare alternative o soluzioni è impensabile, è come chiedere ai tanti narcisi in circolazione di non praticare il narcisismo.

Non rimane che trovare tempo per riflettere su sé stessi, sul proprio nichilismo e sulle sue forme, per esaminare in modo onesto la realtà personale e sociale, virtuale e fattuale, cercando di dotarsi degli strumenti necessari per aumentare conoscenza, (tecno)consapevolezza e responsabilità.

L’esame onesto potrebbe partire da semplici domande su quanto: sono scoraggiate le nostre menti digitalizzate e binarizzate; ci siamo assuefatti alle post-verità, alle false notizie, alle menzogne e alle manipolazioni; ci accontentiamo di risposte allucinatorie e false delle IA; tempo passiamo dentro mondi edulcorati e/o distopici che ci tengono lontani dalla realtà; il nostro nichilismo abbia ricadute valoriali e democratiche, politiche.

A motivarci tutti nel trovare le domande giuste dovrebbe essere la consapevolezza che il nichilismo non sopravvive a sé stesso.


Pubblicato il 16 giugno 2025

Carlo Mazzucchelli

Carlo Mazzucchelli / ⛵⛵ Leggo, scrivo, viaggio, dialogo e mi ritengo fortunato nel poterlo fare – Co-fondatore di STULTIFERANAVIS

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