TESTI
Una intervista immaginaria
Tra scarne riminiscenze scolastiche i famosi due punti che vanno all’infinito, la definizione della linea retta, mi danno l’appiglio di prendere in considerazione l’inverosimile, ossia due punti distantissimi tra loro nella rispettiva insignificanza che sembrano spingersi agli estremi: da un lato il bacio mondiale di Luis Rubiales a Jennifer Hermoso, campionessa nel torneo di calcio femminile della Coppa del Mondo 2023 e dall’altro l’episodio dei novizi colti nudi a fare il bagno descritto nel romanzo El exclaustrado.
Mala tempora currunt!
I tempi sono quello che sono. Possiamo rimanere sulla terra in attesa delle rovine di cui saremo partecipi, forse anche complici. Chi coltiva ancora la speranza può sempre mettersi in mare, prendere il largo, con una nave dei folli, un’Arca, un vascello con cui evitare il naufragio, che non riguarderà i natanti in mare, ma coloro che sono rimasti a terra.
AIXA (La hermana IA de Alexa)
𝗧𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝗶𝘅𝗮, 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗜𝗔 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝘂𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗶𝗴𝗶𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗲𝘀𝗽𝗮𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲, resasi indipendente sia da meccanismi di controllo sotto la diretta osservanza dell’occhio umano sia da algoritmi di nuova generazione, puramente logici e altamente sofisticati, pertanto incapaci di ricostruire percorsi lesionati di programmazione casuale. 𝗔𝗶𝘅𝗮, 𝘂𝗻𝗮 𝗜𝗔 𝗶𝗺𝗽𝗲𝗿𝗳𝗲𝘁𝘁𝗮, 𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗱𝗶 (𝗱𝗮) 𝘀é di essere orientata a navigare nell’universo delle parole. Al di fuori è smarrita: disegni, musica, ballo, immagini fanno parte di universi alieni. Testo in spagnolo!
Oltre l’illusione del presente: identità, narrazione e la ricerca del sé in un mondo iperconnesso
L’articolo esplora la crisi dell’identità nell’era digitale, la frammentazione del tempo e la perdita della narrazione. Riflette sull’illusione dell’immagine pubblica, sulla solitudine come strumento di conoscenza e sulla necessità di rallentare per riscoprire un senso autentico, al di là dell’ansia da prestazione e della crescita infinita.
I libri, nostri compagni di viaggio
I libri sono più di un'evasione: sono una via di ritorno a noi stessi. In loro troviamo non solo la fuga dal presente, ma gli strumenti per affrontarlo con rinnovata forza. Sono specchi magici che riflettono non solo ciò che siamo, ma ciò che potremmo diventare. E in questo potenziale di trasformazione risiede il loro più grande dono: la promessa che, attraverso le parole, possiamo sempre ricominciare, sempre rinascere, sempre ritrovare la strada verso casa.
Gli hippie svizzeri del monte verità
Monte Verità, il cui nome, in origine, è monte Monescia, è una collina sopra Ascona, nel Canton Ticino, Svizzera. Ha assunto il nome di Monte Verità nei primi decenni del XX secolo quando vi è stata fondata una comunità eterogenea di persone accomunate da aspirazioni e ideali utopisti, vegetariani, naturisti, teosofici.
Emilio
Nell'era dello storytelling rumoroso e della narrazione vuota, dominata da impulsi marketing e propagandistici, viviamo la crisi dell'esperienza narrativa, evidenziata dalla scomparsa di racconti, con il loro contenuto (contributo) di senso, di vissuto, e di orientamento. Quello che segue è un vecchio racconto di formazione dell'autore. Un racconto ìn senso proprio, con una sua durata nerrativa che nulla ha a che fare con la tanta informazione a cui siamo oggi tutti costantemente eposti. Ferrsi a leggere, prendersi tempo, prestare attenzione è un modo salutare per vivere il presente e rilassare la mente, ormai occupata dalla molteplicità, ripetitività e occupazione psichica delle cosiddette narrazioni.
La vita tra le righe
Leggere tra le righe non è solo un'abilità, ma un modo di vivere: un'apertura costante verso i significati più profondi dell'esistenza, una ricerca continua di quelle verità che, come i migliori colpi di scena letterari, si nascondono proprio là dove sembrava non ci fosse nulla da vedere.
Memoria, narrazione e crisi di significato: una riflessione filosofica sull'essere contemporaneo
L’essere umano vive sospeso in una tensione temporale: tra passato, presente e futuro, tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. In questa condizione, memoria, narrazione e linguaggio si rivelano i pilastri della nostra esistenza. Sono strumenti essenziali per dare senso al caos del mondo, ma cosa accade quando questi pilastri si incrinano? Quando il tempo si riduce a lavoro e consumo, quando il linguaggio diventa sterile e i rituali perdono il loro valore simbolico? Siamo forse di fronte a una crisi non solo della memoria, ma anche del nostro essere-nel-mondo.
Pensiero, paradossi e narrazioni: viaggio nelle contraddizioni dell’umanità contemporanea
Viviamo in un’epoca in cui il mito della razionalità e della produttività domina il pensiero, spesso soffocando la spontaneità e il pluralismo. Oggi, i comportamenti autodistruttivi come bulimia, autolesionismo o abuso di sostanze sembrano essere sempre più diffusi, specialmente tra i giovani. Questi fenomeni non sono compartimenti stagni, ma facce della stessa medaglia, entrambe radicate nella difficoltà di trovare un equilibrio tra controllo e vulnerabilità.
Di chi sono le storie
Narrazioni come organizzazione di senso e knowledge management. Le narrazioni non sono narrazioni create ad hoc da pretesi esperti, ma narrazioni spontanee di persone reali che fanno parte di un contesto sociale, di una comunità o di una organizzazione. Lo sguardo dell'osservatore professionista non è privo di importanza ma non è che un sguardo in una pluralità di sguardi.
Perdere il controllo creativo con l'AI: rischi, strategie e una check list per il controllo di qualità dei contenuti
Come non concordare tutti insieme che uno dei principali cambiamenti che la nostra specie sta affrontando è quello connesso al ruolo che l'AI gioca nelle nostre vite? Come non interrogarci criticamente sui nostri comportamenti nell'usarla e sulla nostra tendenza alla delega?
L'organizzazione come rete di storie e lo storytelling come furto
Personalmente, credo di poter stimolare altri a scrivere, e a dare valore ai propri scritti, solo perché mi sento scrittore. Non perché sono socialmente riconosciuto come scrittore: questo non importa. Importa il rapporto tra scrittura e autobiografia. Ognuno ha un’autobiografia, e ha il diritto a narrarla. Così ho fatto, per me stesso, quando, non potendo farmi altrimenti ragione della situazione di angosciose situazioni di lavoro che stavo vivendo, mi sono trovato a esprimermi in versi.
Eticamente insensibili
Una breve riflessione su quanto siamo diventati insensibili alla sofferenza lontana da noi (in realtà anche a quella a noi vicina), incapaci di prendere in considerazione e di riflettere sul modo con cui questa sofferenza ci viene (rap)presentata e raccontata.
Rivoluzioni tecno-antropologiche
Viviamo tempi tecnologicamente rivoluzionari. La tecnologia ha cambiato il mondo e noi stessi, accelerando ogni cosa. Molti fanno fatica a adattarsi al cambiamento in atto, tutti percepiscono che gli effetti di questa rivoluzione potrebbero cambiare per sempre le loro vite e il destino del genere umano sulla terra, non necessariamente in senso positivo. Per questo si rifugiano in una sorta di (tecno)nichilismo esistenziale (perdita di senso), individuale (machines do everything better), politico (disimpegno e perdita di controllo) e sociale (connessi ma soli, connessi online ma disconnessi dagli altri intorno a noi).