A former business manager, philosopher and technologist, he is the founder of SoloTablet (www.solotablet.it), a Web project that since 2010 has promoted critical reflection on technology and its effects, aimed at (Techno)awareness, knowledge and responsibility. An expert in marketing, communication and management, he has worked in managerial and executive roles in Italian and in multinational companies with international responsibilities. Focused on innovation, he has implemented programs aimed at change and innovation, increasing the strategic value of the company's relational capital and customer loyalty, through cutting-edge technologies and innovative approaches. Journalist and storyteller, author of twenty-two books, trainer, speaker at conferences, seminars and conventions. He is an expert in the Internet, social networking, collaborative environments on the network and social network analysis tools. Always available to discuss and dialogue. STULTIFERA NAVIS co-founder.
El hombre que està solo y espera
Una riflessione estemporanea elaborata da una mente non ancora del tutto sveglia ma già attiva nel comporre ciò che poi si è tramutato in scrittura. Una riflessione nata dalla lettura serale (appena iniziata) di un libro (Sopra eroi e tombe) di Ernesto Sabato, pubblicato di recente e subito acquistato.
[scàr·to]
scarto [der. di scartare] Di poco valore, di qualità scadente: roba, merce scarta. Lo scartare, cioè il rifiutare, l’eliminare qualcosa dopo una scelta. Cosa o insieme di cose di scarso valore, di qualità inferiore. Spostamento laterale brusco e improvviso, deviazione da un tracciato, da un percorso definito. Differenza, distacco esprimibile in valori numerici. (Treccani.it)
[fu·tù·ro]
“futuro [dal lat. futurus] – Che sarà o verrà in seguito; ciò che, rispetto al presente, deve ancora avvenire. Il tempo che verrà o gli avvenimenti che in esso si succederanno: prevedere, indovinare, predire. In grammatica, tempo futuro, categoria del verbo che indica l’azione in quanto si deve svolgere nel futuro. Sotto l’aspetto morfologico, il futuro italiano proviene da una precedente forma perifrastica del latino volgare: darò da dare habeo; in varie lingue, invece, la perifrasi è ancora presente: così in tedesco, dove si ricorre all’ausiliare werden «divenire», o in inglese, dove si utilizza shall «dovere» e will «volere».” (Treccani.it)
[ge·ne·ro·si·tà]
generosità [dal lat. genus - generis - generosĭtas -atis]. Una forza di libertà, una virtù non economica, un tratto dell’animo umano, ereditato alla nascita, che si manifesta in altruismo, disinteresse, capacità di perdono e disponibilità al sacrificio. Gesto dalle conseguenze imprevedibili, anche rischioso, perché tiene insieme bisogni propri e altrui, delle persone e del contesto familiare (la generosità si forma dentro casa). Compone la dotazione morale e spirituale del carattere. Genera riconoscenza e molti effetti positivi anche se non sempre misurabili o percepibili. (Treccani.it)
[e-mer-gèn-za]
L’atto dell’emergere, ciò che emerge, in affioramento, il venire alla luce, circostanza imprevista, accidentale, momento critico, emergenziale, stato di emergenza, in alcuni casi anche di pericolo, situazione di difficoltà (in Italia siamo abituati a governi emergenziali…).
Connessioni, interazioni, conversazioni, relazioni
Riflessioni brevi, pensieri critici, punti di vista non conformistici e visioni politicamente scorrette.
La lingua dice molto di noi
Riflessioni brevi, pensieri critici, punti di vista non conformistici e visioni politicamente scorrette.
Anni tecnologici che hanno cambiato il mondo
Riflessioni brevi, pensieri critici, punti di vista non conformistici e visioni politicamente scorrette.
Siamo Asini
Riflessioni brevi, pensieri critici, punti di vista non conformistici e visioni politicamente scorrette.
Data Trash e Internet Pollution
Che Internet possa essere una discarica, una pattumiera a cielo aperto, non lo scopriamo da oggi. Lo sanno da sempre coloro che la spazzatura su Internet la generano e la diffondono, come si fa su molte strade, piazze e sentieri del nostro paese. Lo sanno coloro che navigano da sempre la Rete delle reti con (tecno)consapevolezza, senso etico e responsabilità. Lo sanno gli algoritmi che questa spazzatura spesso creano, utilizzano e diffondono.
In viaggio nel Nostroverso lontano dal Metaverso (Prefazione)
Tecnologia, ambiente, economia, salute e politica sono tanti ambiti tutti tra loro intrecciati e imparentati, anche dagli effetti su di essi generati dalle accelerazioni tecnologiche degli ultimi trent’anni. Un’accelerazione resa possibile dalla modellazione costante della mente moderna per coltivare le sue aspettative di progresso e di crescita continui, di espansione del consumo e di felicità. Le crisi che da questi effetti si stanno generando sottolineano quanto quelle aspettative fossero fallaci, impongono l’urgenza di qualche forma di pentimento, di tornare a pensare, a (auto)riflettere criticamente, a problematizzare il presente, a concentrarsi approfondendo, a cambiare schemi mentali, paradigmi di riferimento e punti di vista.
I tecnomonarchi: dialogo stultifero con Alessandro Mulieri
Viviamo tempi strani in un’epoca inedita e sconosciuta. Sono tempi “fuori asse”, dai contorni indiscernibili, tempi di policrisi, ma soprattutto di grandi cambiamenti epocali, imprevedibili nelle loro conseguenze sul futuro della democrazia e della società umana tutta. Nella sua fase attuale il capitalismo della globalizzazione, grazie alla volontà di potenza e alla forza di accelerazione della tecnologia, si è fatto (tecno)capitalismo. Un sistema economico integrato e convergente di tecnologia e capitalismo, che ha consentito la concentrazione di potere e ricchezza nelle mani di una ristretta schiera di tecnocrati (“tecnotitani” li chiama Loretta Napoleoni), generando povertà, disuguaglianza, precarietà, ma soprattutto mettendo a rischio la democrazia nel mondo Occidentale. A cento anni dall’avvento del fascismo nel mondo si vanno affermando nuove forme di totalitarismo che seguono il comando della tecnica. Siamo entrati, come ha scritto Alessandro Mulieri nel suo libro Tecnomonarchi. Gli ideologi della nuova destra all’attacco della democrazia, nell’epoca dei “tecnomonarchi”, protagonisti di una nuova rivoluzione reazionaria, concepita tra la Silicon Valley e i circoli intellettuali della destra americana e basata su sofisticate tecnologie di sorveglianza e controllo.
In difesa dell’umano
Viviamo nella complessità ma ricorriamo costantemente ad approcci binari, riduzionistici, fatti di semplici contrapposizioni, forse anche utili, sicuramente mai sufficienti. Dentro la complessità non esiste lo sguardo neutrale del soggetto, ridurre la molteplicità e l’interrelazione tra gli elementi in un giudizio binario significa ignorare che gli effetti dipendono da una miriade di variabili. Il riduzionismo può tornare utile per sviluppare un confronto, anche conflittuale, utile a chiarire le posizioni dei contendenti, ma rischia di portare a una cristallizzazione attorno a due narrazioni opposte. La polarizzazione risulta così essere intellettualmente sterile, inadeguata. Meglio stare dentro la complessità del reale, agendo senza la presunzione di essere nel giusto, per dare forza agli attrattori percepiti come capaci di far emergere nuovi possibili, diversi e de-coincidenti da quelli oggi frequentati dai più e, anche per questo, ritenuti sbagliati.
Stultiferanavis: produrre conoscenza, fare opinione!
L’immagine della Stultiferanavis che vogliamo emerga non è una entità statica, è un processo in continuo divenire, un continuo presentarsi. Per questo motivo non esiste una descrizione statica del progetto ma sulla nave sono presenti molteplici racconti dedicati a raccontare la nave nel suo navigare. La nave sta dentro le crisi dell’era delle macchine, ne attraversa i codici, gli effetti, le crepe e gli interstizi. Non offre soluzioni perché non ha dogmi o istanze di fede a cui aggrapparsi o da predicare. Propone una forma comunitaria di esperienze intellettuali ed esistenziali. L’approccio comunitario serve per assumere le differenze che caratterizzano i naviganti (gli autori) saliti a bordo, un modo per amplificare l’efficacia della collaborazione e dell’azione collettiva. Nel testo che segue provo a raccontare la Stultiferanavis come luogo di conoscenza utile per fare opinione, sia essa individuale o pubblica.
Ci siamo impantanati…anche con e grazie alle IA
Viviamo l’era delle macchine, della tecnolog-IA, della palude digitale. Ci sentiamo immersi in questa realtà, sempre coinvolti, in realtà vi siamo dentro, esistenzialmente impantanati. Ne deriva un senso di immobilità (si corre rimanendo sullo stesso posto), bloccati dentro un presente continuo che ha catturato la nostra attenzione, ci ha intorpidito la mente, bloccandoci dentro bolle cognitive, mettendoci al servizio di algoritmi che ci impediscono di pensare (doomscrolling), di fare delle scelte, di coltivare pensiero e immaginazione.
Dove finiranno i siti web nell’era della Tecnolog-IA e delle macchine?
Uno dei dibattiti minori, per me più interessanti e curiosi del momento, sulle tante trasformazioni indotte dalla rivoluzione delle intelligenze artificiali generative è su che fine faranno i siti web, ora che i motori di ricerca, per soddisfare i loro bulimici bisogni di contenuti, di risorse e di guadagno, sono obbligati a cambiare modelli di business, algoritmi, logiche operative e funzionali, a causa del collasso di click che stanno sperimentando. Un collasso che sembra lento ma che potrebbe trovare una rapida e forte accelerazione nel breve tempo.
Il deserto di noi stessi: critica radicale all'intelligenza artificiale
Una recensione sull'ultimo libro di Éric Sadin, un autore che seguo da sempre. Il libro, "Le désert de nous-mêmes. Le tournant intellectuel et créatif de l'intelligence artificielle", è stato pubblicato in Francia da L'Échappée (2025). Non ancora disponibile le versione italiana.
How to Survive Artificial Intelligence: dialogo Stultifero con Giorgio Griziotti
Il termine "intelligenza artificiale" (IA) è diventato la parola (con)vincente degli ultimi tre anni, dall'arrivo sul mercato della ChatGPT, seguita a ruota da tutte le altre IA generative. A prevalere nella narrazione conformistica dominante è la celebrazione delle opportunità, delle possibilità di sviluppo e delle potenzialità delle nuove tecnolog-IA. Poi ci sono le narrazioni critiche, riflessive, finalizzate a suggerire un approfondimento per una migliore comprensione, non soltanto delle nuove tecnologie in sé, ma soprattutto dei loro effetti e delle loro conseguenze. Tra queste riflessioni c'è quella di Giorgio Griziotti, autore di un saggio, How to survive artificial intelligence. Intelligenza artificiale, tecnofascismo e guerra, nel quale invita a riflettere sul fatto di vivere dentro "una catastrofe in corso", riflessa in molte narrazioni sulle IA, opposte e semplificate, che stanno animando il dibattito pubblico.
Tecnolog-IA e stato di umana minorità: per pigrizia e per viltà!
Provate a pensarci, viviamo tempi di grandi e profonde trasformazioni, ci raccontiamo di essere protagonisti del loro accadere, ma in realtà, come esseri umani, ci siamo arenati, corriamo sempre di più, ma siamo fermi, anzi stiamo regredendo, andando all’indietro, siamo diventati i protagonisti della nostra stessa potenziale e possibile (auto)distruzione.
Ghost Workers in the AI Machine: U.S. Data Worker Big Tech’s Exploitation
Come ormai sempre accade nel mondo virtuale nel quale amiamo nuotare, pochi si interrogano sugli effetti e sulle conseguenze della diffusione delle nuove tecnologie, per come sono oggi pensate, realizzate, gestite e distribuite. Ciò sta accadendo anche con l’intelligenza artificiale, che richiede l’impiego di migliaia di esseri umani per garantire l’efficienza e l’efficacia che le viene richiesta. Pochi si sentono coinvolti dal lato oscuro delle IA caratterizzato da sfruttamento e bassi salari, delocalizzazioni selvagge e colonizzazione nei paesi più poveri. Mondo civile, intellettuali, mondo accademico, politica, ecc. dovrebbero riflettere e aprire dibattiti pubblici su una realtà di sfruttamento del lavoro e in un futuro prossimo venturo di disoccupazione di massa. Altro che sorti progressive e fantasmagorie varie della IA. La riflessione dovrebbe interessare sia i numerosi licenziamenti in corso, di cui non è responsabile la IA ma i proprietari delle aziende che licenziano dopo avere introdotto la IA in azienda, sia il fatto che per funzionare l’IA ha bisogno di una grande quantità di lavoro. Peccato che sia precarizzato, povero, sfruttato, per lo più in paesi poveri. Ma non solo, come il progetto qui segnalato racconta.