NOVITA'[1297]
Julio Cortázar e i limiti della velocità
In un racconto di Julio Cortázar, il viaggio in autostrada: chiusi ognuno nella propria scatola, corriamo veloci in avanti immersi in un non-luogo. Se questa è la norma, l'evento è l'ingorgo stradale. Dove prima le vetture sfrecciavano, coda di automobili ferme che si snoda a perdita d'occhio. Il bloccarsi del flusso delle auto in corsa è una discontinuità sistemica. La velocità è bruscamente negata. Improvvisamente sbalzati, del tutto impreparati, in un inatteso, sconosciuto, differente spazio-tempo, ''passeggeri' costretti a scendere dall'auto e a vivere l'emergenza insieme, si riscoprono diversiNascono tra di loro nuove relazioni sociali. Quando finalmente, pian piano, le auto iniziano a muoversi di nuovo "a ottanta chilometri all'ora" verso le luci di Parigi "che crescevano a poco a poco", tutti rimpiangeranno l'esperienza vissuta. Resta aperta per tutti la domanda: "perché tanta fretta, perché questa corsa nella notte tra auto sconosciute dove nessuno sapeva niente degli altri, dove tutti guardavano fissamente in avanti, esclusivamente in avanti".
Non è il mare che decide dove devi andare, ma la rotta che scegli di seguire.
Tempesta. Nessuna rotta. Una nave alla deriva. È l’immagine perfetta di un progetto senza baseline. E non importa quante risorse hai o quanto sia preparato l’equipaggio: senza un punto fermo da cui misurare progressi e deviazioni, il rischio di fallire è altissimo. In questo articolo spiego cos’è una baseline, perché viene spesso sottovalutata e come può trasformare la gestione di un progetto da reattiva a strategica. Per chi vuole governare la complessità, non subirla. Per chi non affida la navigazione al caso.
Naufraghi, folli o saggi?
Nell’era moderna viviamo tutti una condizione aleatoria, percepita come mutevole e densa di pericoli. Ci invita a provare a evitare il pericolo, oppure a fare ritorno al più presto a un luogo sicuro, meglio se sulla terraferma. È pur sempre possibile sfidare i limiti come fece Ulisse, oppure ritenersi imbarcati, una scelta che non vuole evitare il rischio ma lo accetta, nella forma di sfida, di scommessa con sé e con il mondo. Come sosteneva Pascal noi si sta sempre in mare aperto, non si può stare fuori dal gioco, non ci si può limitare a contemplare la sofferenza altrui ma ci si lascia coinvolgere, si passa all’azione.
La stultiferanavis en los mares españoles
Stultifera Navis es una iniciativa en constante movimiento, como lo es la de cada barco que se deja mecer y mover por las olas. Cualquiera que encuentre los motivos adecuados para participar en nuestro viaje está invitado a reservar una plaza en el barco, antes, durante y después de su botadura oficial. Los impulsores de esta iniciativa quisieran que, al hacerse a la mar y durante todo el viaje, el barco estuviera habitado en muchas de sus partes por personas que se juntan para estar juntas, que hablan y se escuchan para que se entienden, que saben que tienen que llegar lejos y que si no nos vamos ahora, el riesgo es no irnos nunca.
Flânerie: l’arte di peregrinare negli spazi urbani
La flânerie intesa anche come marcia per valicare i propri limiti e pregiudizi. Tuttavia, un’attitudine che accompagna più spesso chi cammina da solo, profondamente connesso a sé stesso, flâneuse o flâneur, che dir si voglia.
In viaggio sulla STULTIFERANAVIS alla ricerca di autenticità
Il mondo è diventato un grande parco a tema, una Dysneyland globale che ha artificializzato il pianeta, ma la voglia di autenticità non ha perso di valore. Lo sanno bene gli operatori turistici che su di essa da tempo hanno incentrato il loro marketing e le loro strategie promuovendo vacanze verdi, atipiche, sostenibili, solidali ed eco-compatibili, verso mete rurali, vergini, incontaminate, come deserti o terre polari. Al turista di massa, superficiale, che si accontenta dell’apparenza del vero, facile da abbindolare e falso viaggiatore, si contrappone il viaggiatore autentico, quello “vero” che, per definizione, detesta il turismo degli altri. Il viaggiatore “vero” vuole distinguersi, far valere la differenza soggettiva, sentirsi anticonformista e libero di scegliere, costruire una identità personale e singolare, riconoscibile dagli altri.
In viaggio con la Stultifera Navis, dopo il suo varo
Una riflessione sull'andar per mare, solcando le onde, non sempre calme, anzi spesso nere e procellose, dei nostri tempi di crisi e di vuoto. Il mare della STULTIFERA NAVIS è potente metafora del viaggio che ha da poco intrapreso.
Salpare in cerca di conoscenza. Cosa ci insegna l'amicizia perduta tra Robert FitzRoy e Charles Darwin
Una fraterna amicizia legava Charles Darwin e Robert FitzRoy. Darwin è oggi celebrato come grande scienziato, fondatore di una nuova disciplina. Anzi: è imbalsamato nel mito. La figura di Robert FitzRoy -navigatore, scienziato, visionario- è invece caduta nell'oblio. Eppure, senza l'iniziale gesto amorevole di FitzRoy Darwin non avrebbe potuto spiccare il suo volo. La tristissima vicenda di FitzRoy fa da contrappeso all'immagine di Darwin, circonfusa di gloria. Leggere insieme le due storie è per tutti noi invito ad un atteggiamento critico, orientato al dubbio e alla scoperta. Un invito a non subire passivamente i dettami di una 'scienza' che si allontana dall'essere ricerca ed esperienza e si riduce ad essere limitante canone. Ciò che lega Darwin è FitzRoy, l'origine della vicenda da cui nascono l'evoluzionismo, ma anche la meteorologia, è un viaggio per mare. Anche per questo il narrare dei due amici è una esemplare descrizione di ciò che vuole essere la 'Stultifera Navis'. Un viaggio in cerca di conoscenza, un progetto, un luogo di incontro transdisciplinare: sguardi differenti, tracce, tappe, nodi di una rete di storie che non teme la complessità - e anzi la accetta come dono. Apertura a nuovi orizzonti, amicizia, osservazione, esperienze. Diradarsi di tenebre, in cerca di luce. Ogni essere umano può levare l’ancora e mettersi in viaggio. Questo è il cercare conoscenza leggendo e scrivendo. Questa lo spazio libero nel quale vi proponiamo di muovervi per mezzo della 'Stultifera Navis'.
Viaggiare e pensare
Il viaggio in generale (ma anche il camminare) è metafora potente del pensare. Almeno per me.
In viaggio alla ricerca di autenticità
Alcuni giorni di trekking nel deserto del Sahara mi hanno messo a confronto con realtà umane lontane anni luce dalle nostre. Ne è nata una breve riflessione sull’autenticità. Su quanto essa sia vissuta e raccontata nella nostra era tecnologica nella quale prevale l’individualismo a scapito dei vincoli collettivi. Vincoli, legami, esperienze ben presenti in realtà dove non manca lo smartphone ma prevalgono ruoli sociali riconosciuti, sincerità, norme condivise e sentimenti di comunità.