TESTI
Il realismo capitalista in versione Trump
La percezione che non ci siano alternative ha ricadute drammatiche (sociali, psichiche, mentali, ecc.), aggravate dalla pandemia di solipsismo, narcisismo e individualismo che impedisce ogni forma di sguardo collettivo e solidale sul mondo e sul futuro. Si agisce individualmente illudendosi di cambiare le cose, si perde di vista che non bastano variazioni minime, per cambiare la struttura, il paradigma, la cultura del sistema bisogna farlo insieme ad altri. Su tutto poi, se no si esce dal conformismo, dall’assuefazione, da dipendenza dopaminica delle gratificazioni online, si rinuncia alla libertà, che può derivare solo dalla nostra capacità di agire, di capire le cause e i desideri che ci muovono, di abbandonare le passioni tristi, per provare a resistere all’ipnocrazia.
Alla ricerca della verità: riflessioni a partire dal caso della Sindone
In un mondo sommerso da informazioni e manipolazioni, è essenziale distinguere il vero dal falso. Partendo dal dibattito sulla Sindone, questo articolo invita a esercitare il pensiero critico e a non smettere mai di cercare la verità. Una sfida ancora più ardua oggi rispetto a ieri.
Una democrazia in laboratorio: riflessioni sul potere simulato dei gemelli digitali
Uno studio di Novelli, Argota Sánchez-Vaquerizo, Helbing, Rotolo e Floridi (2024) propone un metodo computazionale per verificare l’efficacia della democrazia deliberativa. Il loro lavoro, “Testing Deliberative Democracy Through Digital Twins”, esplora la possibilità di utilizzare gemelli digitali - simulazioni dinamiche alimentate da dati reali - per testare diverse architetture deliberative prima di implementarle nel mondo reale.
Sperare è diventato stupido?
Diceva Simone Weil che il solo fatto di esistere e di pensare è già una ragione di speranza. Senza futuro e nella convinzione che il meglio appartenga al passato, il futuro ci appare senza orientamento e aspettative, pieno di crisi e di emergenze, ormai diventate la regola. Stiamo tutti insieme rinserrati su un treno delle Nord, sempre in ritardo ma che pure avanza. Proprio per questo non vediamo il treno, di conseguenza non ne elaboriamo alcuna consapevolezza, critica, voglia di (re)azione.
Carezzare le parole - Oltrepassare come azione etica
Il richiamo dell’etica è oggi tanto più impellente quanto più diffuso è il dominio della tecnica e virali online sono diventate le parole. Miliardi di dati disponibili permettono di rappresentare una infinità di oggetti, anche digitali, dai quali algoritmi intelligenti possono evidenziare e estrapolare le loro molteplici relazioni e interconnessioni. Il rischio di contagio a esse collegato si somma, forse è anche condizionato da come quegli algoritmi sono stati pensati e implementati. - 𝗨𝗻 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗶ù 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗥𝗘 - 𝗜𝗻𝘁𝗿𝗲𝗰𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮.
Avvisi ai naviganti. Daniele Del Giudice tra cura delle parole, sguardi obliqui e lavori ben fatti
E un compito che uno potrebbe darsi, un compito solo per sé, i compiti valgono solo per quelli che ognuno dà a se stesso, non per quelli che dà agli altri, potrebbe essere proprio quello di trovare un modo di essere persona, oggi, in questo luogo, in questo tempo, in una nuova relazione con tutti gli altri e con quello che ci circonda.
Carezzare le parole - Ambienti digitali e forza delle parole
L’ambiente digitale nel quale tutti sperimentiamo la vita, ben diverso da quello naturale e ostile che percepiamo nelle crisi climatiche in atto, e il valore delle parole che lo raccontano si è fatto atmosfera, piattaforma, apparato. - 𝗨𝗻 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗶ù 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗥𝗘 - 𝗜𝗻𝘁𝗿𝗲𝗰𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮.
Pensare criticamente
Un testo tratto dal mio ultimo libro 𝐍𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 -𝐏𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐞 𝐚𝐥 𝐌𝐞𝐭𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨. Mentre la tecnologia accelera e la macchina aspira a usare algoritmi metacognitivi, l’umano si scolora, il pensiero rallenta, perché è diventato anoressico, ha perso la sua capacità logica e critica, la sua lunghezza e profondità, la capacità di cogliere le relazioni complesse tra le cose, le situazioni e gli eventi, di trasformarsi in conoscenza e comprensione. Alla ricerca di senso, dobbiamo abbandonare pratiche onlife che hanno omologato e anestetizzato il sentire, omogeneizzato l’esperienza e cloroformizzato il pensare, dobbiamo impegnarci a costruire senso e a farlo insieme ad altri: non superficialmente ma andando in profondità, agitando la coscienza, esercitando la comprensione, adottando pratiche quotidiane fatte di piccoli passi, dalla forza assimilabile alla goccia che leviga qualsiasi roccia su cui cade per anni.
Cosa potremmo intendere oggi per giustizia
E' difficile rinunciare all'idea di una certezza del diritto proprio come è difficile non affidarsi alla macchina digitale 'intelligente'. Ma propio nell'accettazione di questa difficoltà sta lo spazio di una possibile giustizia, oggi. Seguendo Amartya Sen, possiamo dire: invece di accanirci a stabilire cos’è la giustizia ‘in principio’, facciamo il possibile, qui ed ora, anche magari per tentativi e errori, accettando l’imperfezione, facciamo il possibile per invertire il circolo vizioso della povertà e dell’ingiustizia.
L’invecchiamento, la povertà e la violenza di genere
Ho scelto questi tre componimenti perché riguardano tematiche a me care: l’invecchiamento (e le relative malattie, quali Alzheimer, Parkinson, demenza senile, ecc.), la povertà e la violenza di genere. In una società, nella quale il benessere sembra essere il padrone assoluto, con i media che ci vogliono inculcare concetti come la bellezza imperitura, il denaro facile e il successo alla portata di tutti, esiste, tuttavia, una realtà che stride prepotentemente con questo quadro idilliaco. E a me, per usare un gioco di parole, piace mettere in luce le ombre.
Una bibliografia sulla gentilezza
La Stultiferanavis è una nave gentile, nel suo andare, nelle relazioni e pratiche di chi ha preso posto a bordo, per la postura dei suoi due co-fondatori. La nave contiene numerosi contributi sulla gentilezza. Qui proponiamo una bibliografia per chi avesse voglia di acquisire una maggiore conoscenza sui temi della gentilezza. Solo alcuni libri scelti tra i tanti disponibili, in lingua italiana e in lingua inglese. Buona lettura
Relazioni rottamate e senza gentilezza alcuna: che sofferenza!
La manutenzione gentile della relazione: empatia, compassione e tolleranza.
Leopardi. Lo Zibaldone come progetto e la scrittura come tentativo
Nessun testo che un autore sta scrivendo, nessun progetto in corso sarà mai ‘cosa ben sistemata’. Nessun lavoro di scrittura, e nessun progetto si conclude perché il lavoro è 'finito'. L'autore che scrive un testo -come chiunque impegnato nello svolgimento di un lavoro, sarà costretto a decidere, a un certo punto, facendo violenza su se stesso, a rilasciare il risultato raggiunto- nonostante l'acuta percezione della sua incompletezza, della sua imperfezione. Tranquillizzato, forse, dal fatto che i difetti sono scesi sotto una tollerabile soglia. Per questo lo 'Zibaldone' di Leopardi è il testo esemplare. Accumulo disordinato di carte, resterà in un baule. Solo alla fine del secolo, sessant'anni dopo la morte del poeta si penserà alla sua pubblicazione. Ma ogni testo leopardiano che appare finito è un sottoprodotto dello Zibaldone. Un estratto di quel baule. Lo 'Zibaldone' è una cornucopia: sovrabbondante fonte di testi possibili. Così, in generale, si può dire che ogni progetto è frutto di un metaprogetto: è frutto dell'intenzione di progettare, dell'impegno messo nel progettare. La riflessione attorno al continuo tentare di Leopardi -ogni suo lavoro è un assaggio, una prova, un esperimento- riguarda non solo ogni scrittore, manager, ma anche ogni manager, ogni lavoratore. E in fondo questo modo di costruire conoscenza, per accumulo di tentativi, è anche una spiegazione di ciò che può essere, di ciò che cerca di essere, il luogo digitale nel quale pubblico questo testo: la 'Stultifera Navis'.
L’approccio antropologico alla malattia e alla cura
L’antropologo può essere chiamato ad affrontare la complessità dei processi politico-culturali che coinvolgono i corpi e le istituzioni sanitarie, il rapporto fra individuo e operatore sanitario (medico, infermiere, ausiliario), ma anche le relazioni fra salute degli individui e dei gruppi sociali e diseguaglianze, senza tralasciare, come già evidenziato, i processi terapeutici e le strategie di cura, che ovviamente possono diventare attività o forme ostili di relazione nei confronti di persone che non accettano le metodologie abituali della nostra medicina o il rapporto medico-paziente promiscuo.
Un mondo fuori asse
In un mondo “fuori asse dai contorni indiscernibili, un mondo guasto che sembra andare a rotoli, nel quale le certezze di molti sono minacciate, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 (𝐩𝐬𝐞𝐮𝐝𝐨)𝐟𝐢𝐥𝐨𝐬𝐨𝐟𝐢, molti praticano la filosofia e ne frequentano i festival, numerosi professionisti che la esercitano lo fanno in maniera pop, divulgativa e mediatica, inconsapevoli forse che, giocare a fare i filosofi, non fa diventare filosofi, tantomeno a vivere filosoficamente.
Il libro: un paradosso affascinante
Il libro rappresenta il paradosso più affascinante della storia tecnologica umana: nella sua apparente semplicità meccanica si nasconde la più sofisticata macchina di espansione mentale mai concepita. Come affermava Umberto Eco, "il libro è una macchina per pensare", non perché ci impone cosa pensare, ma perché ci insegna come pensare, attivando processi cognitivi che nessun algoritmo può replicare.
La guerra: se la conosci la eviti
La necessità di parlare della guerra con i più piccoli ai nostri giorni scaturisce dal fatto che è inevitabile che essi vengano a conoscenza di questi fatti dalla televisione, da internet, dai discorsi fuori e in casa, per questo motivo è indispensabile munirli della giusta chiave di lettura che sia principalmente compassionevole e umanitaria.
L’organizzazione non esiste (eppure lavora con noi ogni giorno)
Questo testo nasce da una riflessione personale sul concetto stesso di “organizzazione”. Non come struttura da disegnare, ma come forma vivente, emergente, mutevole. Lontano dalle astrazioni del management e dalle mitologie della performance, l’articolo esplora cosa accade quando chi lavora diventa anche autore del proprio contesto operativo. In dialogo implicito con pensatori come Edgar Morin e Amy Edmondson, e con un unico riferimento esplicito al libro “Organizzazioni aperte” di Alberto Gangemi, il testo mette in discussione la centralità delle regole, il culto del controllo, e la retorica della motivazione individuale. Ciò che emerge è una proposta radicale e concreta: ripensare il lavoro come spazio di progettazione distribuita. L’organizzazione, se esiste, è un verbo: accade, si modifica, si cura. O si diserta.
L’angoscia e il simbolo
Un dialogo tra Franco Fornari e Byung-Chul Han sulla crisi dell’umano contemporaneo
Carson McCullers, il genio celato della letteratura americana
Carson McCullers, the Concealed Genius of American Literature - Carson McCullers is known in Italy only to literature lovers, and even in the United States she is not well enough known and is hastily categorized as an exponent of a style, the Gothic Southern, to which Faulkner, Caldwell, Flannery O'Connor and Eudora Welty would also belong, and which would describe singular landscapes among plantations, violent climates, primal feelings.