Fiction Factory. Romanzi automatici, autori deboli

Chi è l'autore? Molto è stato scritto a proposito di ciò che può essere detto, pensato e accettato come definizione dell'autore. Più che proporre rassegne di ciò che hanno scritto a proposito dell''autore' autori ai quali attribuiamo la patente di grandi autori, mi pare opportuno che ognuno si sbilanci verso il dire chi è secondo lui l'autore. E ancor più opportuno mi pare invitare ognuno a scoprire in sé l'autore. Purtroppo oggi, invece di seguire questa via, si preferisce guardare alle prestazioni di macchine che si vogliono considerare capaci di 'scrivere' tanto quanto, o meglio degli esseri umani. Un passo importante in questa direzione consiste nel criticare autori -come Italo C.- la cui autorità si dà di solito per scontata

Una danza tra chi siamo e chi vorremmo essere.

Quante volte ci siamo sentiti divisi tra ciò che siamo e ciò che vorremmo diventare? Tra il bisogno di essere visti ed il timore di essere scoperti? C'è una tensione sottile, quasi universale, che attraversa molte vite: il desiderio di mostrarsi per intero e, insieme, la paura di farlo davvero. "La ballerina che fuggiva dall'amore" non è solo un romanzo, ma una lente attraverso cui osservare le nostre maschere, i nostri silenzi e quella parte nascosta di noi che aspetta solo un'occasione per danzare.

Leggete Giacomo Debenedetti. L'autore non e' morto, non c'e' testo senza autore

Nel 1967 Barthes pubblica 'La mort de l'auteur' (“l'autore è morto”; “La nascita del lettore deve essere pagata con la morte dell'autore”. E Derrida pubblica 'De la grammatologie' (“non c'è niente al di fuori del testo”) . In quello stesso anno moriva Giacomo Debenedetti. Da quarant'anni -a partire dal saggio che, ventiquattrenne, nel 1925, dedicò a Proust- aveva indagato sul romanzo. Nel 1965 il suo pensiero trova sintesi nella sua “commemorazione provvisoria del personaggio-uomo”. Debenedetti mostra come l'autore non è per nulla morto: scrive faticosamente per conoscere sé stesso; scrive in qualche modo sempre la propria autobiografia: attraverso la scrittura, scrive per conoscere la propria malattia, la scrittura è la cura. L'autore non è per nulla morto: scrive faticosamente per conoscere sé stesso; scrive in qualche modo sempre la propria autobiografia: attraverso la scrittura, scrive per conoscere la propria malattia, la scrittura è la cura. Proprio da questa autoanalisi nasce la proposta rivolta al lettore, il patto tra autore e lettore. Debenedetti ci invita ad osservare come in ogni pagina, in ogni parola di Proust, Joyce, Kafka, l'autore è sempre presente. Ed in ogni pagina in ogni parola, aggiunge Debenedetti, l'autore ci dice: “si tratta anche di te”.