TESTI
La tecnoconsapevolezza che ci manca
La tecnologia è elemento paradigmatico di tante tendenze emergenti che sembrano indicare grandi cambiamenti all’orizzonte, molti impensabili e dei quali non siamo in grado di percepire la profondità e la carica dirompente. Veri e propri Tsunami futuri emergenti in via di formazione, come la crisi del sistema capitalista neoliberista attuale e quella ambientale. Nonostante la globalizzazione tecnologica renda tutti interconnessi e tutto correlabile, comprendere il mondo che si sta profilando all’orizzonte è diventata una missione complicata, forse impossibile, ma anche una nuova urgenza, una necessità.
Sei di cattivo umore? Colpa del social network!
Si frequenta il social network per passatempo, divertimento, voglia di socializzare e organizzare incontri e appuntamenti, per mantenere vivi contatti e forti le relazioni, per scambiarsi foto, commenti, testi ma anche nuove solitudini e sensazioni di malessere. A dirlo è una ricerca che associa il malumore di molti alla frequentazione di ambienti online come Facebook.
Si sta male dentro e non si solidarizza più
Molte realtà che frequentiamo sono come dei caterpillar, capaci di condizionare, forse anche di distruggere, la nostra vita emozionale e farci stare male dentro. La responsabilità non è degli strumenti che usiamo ma il modo con cui ci siamo ibridati con loro, subendoli e servendoli o semplicemente usandoli in modo poco consapevole e acritico.
Piattaforme, disincanto e falò digitali (digital campfire)
Viviamo l'era del disincanto tecnologico che si manifesta come disagio, la sensazione che qualcosa nella nostra relazione con i dispositivi e le piattaforme tecnologiche non funzioni più, esprime il bisogno di cambiamento nei rapporti con la tecnologia. Racconta la fine di un amore e la sparizione di una meraviglia, il venire meno dell’entusiasmo, la sparizione della scintilla iniziale che ci aveva spinto in uno dei tanti metaversi online, l’emergere di una stanchezza crescente legata alla insoddisfazione sperimentata nelle tante interazioni digitali che caratterizzano la nostra vita online. Non ci sono soluzioni all'orizzonte, ma semplici tentativi di fuga o di costruire forme alternative di stare insieme, dentro e al di fuori delle piattaforme tecnologiche. Una di queste forme alternative è rappresentata dai 𝐅𝐀𝐋𝐎' 𝐃𝐈𝐆𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈 𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐅𝐄𝐃𝐈𝐕𝐄𝐑𝐒𝐎 o da iniziative che a questi concetti si richiamano.
Il business della solitudine
"Siamo oltre sette miliardi ma sempre più soli. Le tecnologie mobili e sociali e le applicazioni di social networking hanno moltiplicato i contatti tra le persone ma non sono ancora riuscite a sostituire la potenza di uno sguardo, la valenza di un gesto, il contatto faccia a faccia e le molte emozioni scatenate dai sensi e dagli affetti. Avvertiamo tutti le potenzialità delle nuove tecnologie ma anche il rischio di maggiore isolamento, del senso di solitudine e di nuove angosce. Argomenti affascinanti ma anche pieni di ambiguità che sollecitano riflessioni approfondite e producono opinioni antitetiche da analizzare." (Carlo Mazzucchelli, nel suo libro La solitudine del social netwroker). Il testo che segue fornisce spinti per una riflessione sulla solitudine e non solo del social networker
Gen Z: Oltre l’Alfabeto, Verso il Futuro Digitale!
Siete pronti per una avventura di apprendimento senza fine? Allora, spegnete i vostri schermi (dopo aver letto questo messaggio, ovviamente ), uscite e create qualcosa di straordinario! Il mondo vi sta aspettando, e non vede l’ora di vedere cosa imparerete e creerete!
Linkedin Ergo Sum. Dal passaparola al boom del social networking
𝐔𝐧 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝟐𝟎𝟎𝟓 per la rivista Computer Business Review di cui sono stato collaboratore e per cui ho scritto per alcuni anni. Parla di networking e di Linkedin, la piattaforma di professional social networking a cui sono iscritto da 21 anni. Parla anche di teorie delle reti e di strumenti che già nei primi anni 2000 erano disponibili per analizzare reti sociali (Social Network Analysis). In quegli anni fui tra i primi in Italia a proporre uno di questi strumenti, di provenienza dall'MIT di Boston e creato nei laboratori di Peter A Gloor, autore del libro Swarm Creativity e Coolhunting. Ora lo ripropongo qui perché trovo interessante rileggere la leggerezza con cui scrivevo di queste cose e l'evoluzione incredibile che nel frattempo è stata compiuta.
La solitudine dei giovani networker
Un testo del 2014 da me pubblicato sul portale SoloTablet mentre con Delos Digital pubblicavo il mio libro La solitudine del social networker - Restare da soli - a volte - può essere un piacere, ma la tecnologia e i social network hanno cambiato le nostre regole, modificando anche il modo in cui vivere la solitudine