NOVITA'[1266]
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È giusto progettare la portabilità delle proprie opere digitali? La storia del filologo Erich Auerbach ci insegna che possiamo farne senza e che l’ossessione di aggrapparci fisicamente ai nostri testi può essere un limitatore della creatività.
Un attimo di silenzio
Sul tempo, le scelte e la convivenza con le macchine
D/Istruzioni per l’uso
Stiamo assistendo all’uccisione in diretta della democrazia. Si è alla ricerca di strumenti di prevenzione a cominciare dall’abbecedario.
La penisola del cuore spezzato
C'è un punto del mondo in cui il confine non è solo una linea sulla mappa, ma una ferita ancora aperta. Camminare lungo il 38° parallelo significa entrare in contatto con storie che nessun libro di storia potrà mai restituire davvero. La Corea del Sud mi ha mostrato che la pace non è mai scontata e che la vera forza si nasconde spesso negli occhi di chi ha perso tutto, ma continua a sperare. Questo non è un diario di viaggio, ma un pezzo di umanità raccolto tra le pieghe di un confine che non dovrebbe più esistere.
L'epidemia dell'ignoranza: quando la stupidità diventa virale
Non siamo governati dall'intuizione, nemmeno dal potere, ma dalla trasformazione algoritmica della mediocrità più appetibile in viralità (shitstorm). Chi è allergico alla saggezza semplicemente scorre verso sinistra. Questa non è liberazione. È la tirannia del non letto.
Scopo e coscienza: due strade per interrogare il senso dell’universo
A volte sono i libri a ritrovare noi, non il contrario. Sistemando le scatole di uno dei miei tanti traslochi per lavoro, mi sono imbattuto in un volume che non ricordavo nemmeno di possedere. "Lo scopo di tutto" di Stanley Jaki era rimasto sepolto per anni, dimenticato fra carte e scaffali, eppure il suo riemergere oggi mi è sembrato carico di significato. Quelle pagine, dove scienza, filosofia e teologia si intrecciano per interrogare il destino dell’universo, mi hanno spinto a scrivere queste righe, mettendole in dialogo con un’altra lettura recente: un libro di Federico Faggin, diverso per impostazione ma animato dalla stessa, inesauribile domanda di senso.
NONNA, FACCIAMO FILOSOFIA?
Il racconto di un'esperienza di filosofia che coinvolge una nonna e la sua nipotina Gaia di otto anni e mezzo. Un dialogo che nasce dalla domande curiose, insolite e imprevedibili di una bambina che non si limitano a dei perché, ma nascono da una ricerca di risposte nette che non potranno mai essere tali.
AI e il post-umano (POV #04)
Yuval Noah Harari e Franco “Bifo” Berardi: Il destino dell'umanità nel passaggio all'Intelligenza Artificiale. L’avvento dell’Intelligenza Artificiale e delle biotecnologie ha proiettato la civiltà umana su un passaggio storico senza precedenti. Se l’Homo sapiens è stato il padrone del pianeta grazie alla sua capacità unica di creare “realtà immaginate” come nazioni, leggi e denaro, oggi queste stesse finzioni collettive entrano in crisi di i fronte alla logica degli algoritmi, capaci di generare senso, immagini e decisioni senza coscienza. Per Yuval Noah Harari, questo passaggio segna l’inizio di una nuova fase evolutiva. L’AI rappresenta la continuazione della storia naturale attraverso la tecnologia, un’ulteriore “rivoluzione cognitiva” che potrebbe condurre l’uomo a trascendere i limiti biologici, fondendo intelligenza organica e artificiale in un’unica rete globale. Per Franco “Bifo” Berardi, invece, lo stesso passaggio segna un punto di rottura. L’AI non ci porta oltre l’umano, ma dentro una nuova forma di impotenza. L’automatismo tecnico che governa la realtà non pensa, ma decide. È la realizzazione di un mondo che funziona senza bisogno di senso. L’intelligenza artificiale è il compimento dell’evoluzione umana o il segno della sua fine?
Il capitale invisibile
Quando pensiamo all’economia, la mente corre subito a immagini concrete: fabbriche brulicanti di operai, catene di montaggio che non si fermano mai, bilanci e merci che cambiano mani. Tutto questo esiste ancora, ma oggi il cuore pulsante della ricchezza si trova altrove, in un luogo meno visibile e più profondo. È la conoscenza. Invisibile come l’aria, eppure indispensabile come l’ossigeno, la conoscenza è ciò che rende possibili le invenzioni, le imprese, le rivoluzioni tecnologiche. Senza di essa, nessun capitale finanziario, nessuna risorsa naturale, nessuna macchina avrebbe valore.
Oltre il visibile: la coscienza che ridefinisce il nostro rapporto con il pianeta
Stiamo vivendo tempi di crisi ecologica e sociale che richiedono un cambio di paradigma non solo nelle politiche e nelle tecnologie, ma nella nostra stessa percezione di ciò che siamo e del nostro rapporto con la natura. L’articolo si ispira a riflessioni di Tom Murphy "Animistic Physics” e al libro di Federico Faggin "Oltre l’invisibile", per parlare di come la coscienza – intesa come esperienza universale – possa diventare un ponte verso una trasformazione profonda, sia individuale che collettiva. Non si tratta solo di scienza di frontiera, ma di un richiamo aperto a tutti a riscoprire la nostra interdipendenza con la vita e il pianeta, coltivando consapevolezza, responsabilità e nuovi modelli di cura.
Caino non è il cattivo che pensi: le 6 lezioni (scomode) di Camilleri
Caino non è il cattivo che pensiamo. Rileggendo Autodifesa di Caino di Camilleri ho trovato sei lezioni attualissime su colpa, scelta e convivenza: come nasce la violenza (e come prevenirla), perché la responsabilità limita la vendetta, e come le istituzioni servono a riparare più che a punire. Non è un mito lontano: parla di noi, oggi—tra paura, conflitti e bisogno di regole giuste.
Keep calm & carry cash: la BCE ci ricorda l'importanza del contante in tempo di crisi.
Keep calm & carry cash: la BCE ci ricorda l'importanza del contate in tempo di crisi.
Non stiamo forse sostituendo Dio con la Macchina?
Numerosi sono i filosofi che oggi sostengono che "prima di umiliare le macchine per esaltare noi stessi, dovremmo per lo meno assumere una postura più modesta". Nel dire questo i filosofi tradiscono l'ansia di esaltare l'intelligenza della macchina. Questi filosofi, abbagliati dalla presenza della macchina, orientati -più o meno consapevolmente- a spacciare merce filosofica di facile mercato nel tempo presente, non si avvedono di ripercorrere stancamente i passi di una delle più antiche questioni filosofiche: la prova dell'esistenza di Dio. ciò che oggi accade è questo: non si cerca più dio, si cerca la macchina. Si sostituisce a dio la macchina. Laddove si evidenziava la stupidità umana nel confronto con Dio, oggi si cerca di dimostrare la stupidità umana confrontando l'umano con la macchina. L'essere umano, cosciente dei propri limiti, resta capace di volgere gli occhi al cielo. Ma i filosofi, che erano, e potrebbero essere, umani che continuamente insegnano agli umani ad essere sempre più pienamente umani, si sono venduti alla macchina.
3I/Atlas, l'Eternauta e il viaggiatore interstellare.
Malgrado ciò che l'uomo decide di fare di se stesso nel disporre della propria vita giorno per giorno, siamo esploratori. Lo siamo sempre stati. Se di una frase volessimo fare nostro prologo ed epilogo varrebbe la pena fosse: “Fatti non fummo per viver come bruti” poiché ci rappresenta come concezione del nostro Io. Com'è vero che da qualche parte ognuno di noi insegue il suo tesoro: esplorando la rotta maggiore nel suo personale grande blu.
Project Manager Hacker in tempi di scosse
Questo articolo dialoga idealmente con il libro Project Management Emergente, che ho letto e da cui ho tratto molti spunti per ripensare il ruolo del project manager nell’epoca dell’incertezza. Le riflessioni di quel volume, unite alle idee di Ulrich Hermanns sul “quarto shock”, tracciano insieme un nuovo orizzonte per la disciplina.
Alzare i tassi, abbassare il controllo. Appunti di project management hackerato
L’altro giorno, in un raro slancio di ordine domestico, ho deciso di mettere mano a un paio di scaffali della mia libreria. Fra volumi dimenticati e vecchi appunti, mi è capitato tra le mani qualcosa che non ricordavo nemmeno di possedere: *Io sono Giorgia*, l’autobiografia dell’attuale presidente del Consiglio. Nulla contro la persona – non è questo il punto – ma molto, moltissimo ci sarebbe da dire sulle scelte politiche del suo partito, specie di fronte al silenzio e alle ambiguità che circondano il genocidio in Palestina. Ma non è questo l’argomento che voglio affrontare qui. Chi mi legge sulla *Stultifera Navis* sa che il tema che porto avanti è quello del **project management hackerato**, un modo diverso di pensare la gestione dei progetti, più critico e sistemico, meno allineato al gergo aziendale e più vicino all’analisi delle strutture profonde del potere e dell’organizzazione. Così, invece di riporre quel libro, ho deciso di liberarmene: l’ho lasciato in una di quelle edicole di *bookcrossing* che amo frequentare, nella speranza di separarmene per sempre. E proprio lì, come spesso accade quando si lascia spazio al caso, ho trovato qualcosa di molto più stimolante: un libro dimenticato ma in ottimo stato, quello che troverete citato in appendice. Leggendolo, ho cominciato a riflettere su alcune idee che collegano l’economia, la politica e la gestione dei progetti. Idee che, come scoprirete tra poco, partono dal semplice atto di “alzare” o “abbassare” i tassi di interesse e arrivano a raccontare molto di più: il modo in cui governiamo sistemi complessi senza mai controllarli davvero.
Confessioni di una "disconnessa"
Non ho portato nulla a casa dal mio viaggio se non ciò che non si può comprare: silenzio, lentezza, presenza. Ho spento il telefono per più di un mese, mi sono scollegata dal mondo digitale e connessa a qualcosa di molto più profondo.
SCINTILLA FLOTTILLA
Una riflessione, dalla pretesa filosofica, sugli eventi di questi giorni che hanno visto emergere con forza in Italia la voglia e la volontà di rompere la cornice dentro la quale sono quotidianamente, e anche violentemente, veicolate le narrazioni manipolatorie della realtà. Il tentativo è quello di provare (una forma di esercizio del principio speranza) ad assegnare all'iniziativa della Global Sumud Flottilla e alle manifestazioni che lunedì 22 settembre 2025 hanno riempito le piazze di Milano, l'anticipazione ela prefigurazione, forse, di quanto bolle in pentola e sta emergendo. Ho provato a paragonare l'evento (iniziativa) Flottilla alla scintilla. Nel farlo mi sono collegato a Elias Canetti e al suo libro, per me una bibbia da sempre, MASSA E POTERE.
ChatGPT e IA: una intervista filosofica a Alberto Romele e Davide Picca
La tecnologia si è fatta mondo, involucro, acquario. Percepita come irresistibile, inevitabile, la tecnologia ci ha ibridati cognitivamente, condiziona i nostri gesti e comportamenti. Nella forma di Intelligenza Artificiale, la tecnologia sembra oggi tendere alla nostra sostituzione. Una vera rivoluzione è in atto e non solo per l’innovazione tecnologica di cui è portatrice. La rivoluzione è sociale, culturale, (geo)politica. Tutto sembra andare veloce, in accelerazione continua, rischia di lasciarci indietro come esseri umani, ci obbliga a confrontarci con l’era delle macchine, le sue meraviglie e opportunità, così come i suoi rischi, effetti e pericoli.
Intervista ImPossibile a Gilles Deleuze (IIP #03)
AI e il desiderio di creare Gilles Deleuze (1925–1995) è stato uno dei filosofi più radicali e originali del Novecento. Tra le sue opere principali figurano Nietzsche e la filosofia (1962), Differenza e ripetizione (1968), Logica del senso (1969), L’Anti-Edipo (1972, con Félix Guattari), Millepiani (1980) e Che cos’è la filosofia? (1991). Il suo pensiero ha introdotto concetti chiave come il rizoma, il corpo senza organi, la deterritorializzazione, la critica alla psicoanalisi ed alla rappresentazione, e l’idea della filosofia come arte di creare concetti. Le sue analisi sul desiderio, sulla vita sociale e sulle “macchine” del capitalismo offrono ancora oggi strumenti utili per leggere e comprendere le tecnologie digitali. Che cosa direbbe oggi Deleuze, di fronte all’intelligenza artificiale?