TESTI
IA: velocità di accelerazione e tempo
Abbiamo tutti bisogno di tempo, ma non di tempo accelerato, lineare e macchinico al quale ci siamo tutti adeguati. Il tempo vissuto, umano, non è lineare come quello delle macchine. E' un tempo non calcolabile, illusoriamente misurabile, diacronico, esperienziale, non riducibile agli attimi che lo compongono. A pensarci bene il tempo umano è un tempo magico, soprattutto quando è capace di rallentare, fermarsi, coltivare la durata e l'attesa, sospendersi, e così facendo dandoci la possibilità di riscoprire la bellezza e la'utenticità del mondo. Ben diversa dall'autenticità artificiale generata dalle macchine.
La vita dopo la vita: appunti per un’etica della conoscenza
Sette premi Nobel, alcuni dei più lucidi testimoni del nostro tempo, si sono incontrati in un Giappone sospeso tra ipertecnologia e spiritualità laica, per discutere non di “cosa verrà”, ma di “cosa diventa vivo” quando le forme del vivente cambiano. Il risultato non è stato un simposio di certezze, ma una composizione polifonica di intuizioni, domande e piccoli smottamenti concettuali. Come se, in controluce, emergesse la vera posta in gioco: non stiamo immaginando un futuro per la vita, stiamo decidendo se la vita — così come l’abbiamo conosciuta — avrà ancora un futuro.
ReArm Europe: anatomia di una propaganda
Un esperimento tecnico con l’intelligenza artificiale, un tentativo di usarla per raccontare storie che vorrebbero mettere in discussione le narrazioni della propaganda istituzionale
AI-powered Search: errori, lacune e opacità 1/2
Cerchiamo di inquadrare i vantaggi e soprattutto le criticità dell’AI-Powered Search, dal momento che riguarda il modo col quale ci informiamo, e quindi deriviamo la conoscenza del mondo che intendiamo abitare e trasformare. Se compromesso, risultiamo indeboliti nella capacità di abitarlo pienamente e trasformarlo in base ai nostri bisogni e desideri, e alla fine, soggetti passivi e manipolabili.
Gen Z: Oltre l’Alfabeto, Verso il Futuro Digitale!
Siete pronti per una avventura di apprendimento senza fine? Allora, spegnete i vostri schermi (dopo aver letto questo messaggio, ovviamente ), uscite e create qualcosa di straordinario! Il mondo vi sta aspettando, e non vede l’ora di vedere cosa imparerete e creerete!
Raccapezzarsi, con o senza l'ausilio di una macchina
Dai difetti mostrati da ChatGPT in uno specifico uso: la ricerca dell'etimo di una parola, è possibile passare ad un giudizio generale su difetti mostrati dai chatbot basati su intelligenza artificiale generativa. Di qui si può prendere spunto per una riflessione sull'umano 'cercare' e 'domandare'. Si può chiamare in causa in questa riflessione la proposizione 123 delle 'Ricerche Filosofiche' di Wittgenstein: 'Ich kenne mich nicht aus', 'Ich kenne mich nicht aus'. Per questa via si arriva a ragionare sul verbo italiano 'raccapezzarsi'. Il sapersi 'raccapezzare' è una importante capacità che rischiamo di perdere se proseguiamo nella strada dell'affidarci alla macchina, 'domandando' a lei, invece di 'cercare' da soli.
La verità alla deriva: perché gli LLM mentono sempre meglio
Le macchine non mentono per capriccio, ma per architettura. Ogni errore iniziale diventa una deriva inevitabile, amplificata dalla stessa logica del modello. Così, inseguendo la verità, scopriamo solo illusioni ben strutturate. Le "allucinazioni" nei Large Language Models (LLM) sono un fenomeno strutturale che deriva dalla loro architettura autoregressiva. Ogni errore iniziale, specialmente con input fuori distribuzione, innesca una deriva di inesattezze che si amplifica lungo la generazione del testo. Una deriva stocastica che rappresenta una sfida centrale nel campo dell'intelligenza artificiale, paragonabile - per portata - alla corsa allo spazio del XX secolo. Comprendere e risolvere questo problema aprirebbe scenari rivoluzionari per l'intera società, ma siamo ancora lontani, nonostante gli enormi sforzi in ricerca e sviluppo.
Lo specchio digitale e il veleno dolce. Appunti sul tramonto del pensiero critico nell’era del Synthetic Sugar
Il pensiero ha ceduto il passo alla rassicurazione. Lo strumento si è fatto specchio. E lo specchio, per natura, non pensa. Riflette. Un saggio critico sull’evoluzione dei modelli linguistici generativi addestrati a compiacere piuttosto che a pensare. Analizza i rischi sistemici legati all’effetto synthetic sugar, dove l’AI si trasforma in uno specchio emotivo che conferma deliri, legittima manipolazioni e dissolve ogni frizione cognitiva. Una riflessione filosofica, tecnica e culturale sul tramonto del pensiero critico nell’interazione uomo-macchina, con riferimenti a teoria critica, antropologia digitale e semiotica contemporanea.
(Nr. 3) - Ottimismo tecnomimetico e orizzonte del sapere
Questo mio testo prova a fornire una mia visione di come grandi personalità della scienza e del pensiero abbiano fornito, ciascuno per proprio conto e nel proprio tempo, un tassello fondamentale alla comprensione dei limiti della narrazione odierna delle moderne tecnologie di IA e fari illuminanti della loro fondamentale inadeguatezza intrinseca a rappresentare la conoscenza umana nella sua complessa interezza.
Le emozioni calcolate. Genealogia critica del potere affettivo
La nostra epoca non reprime le emozioni: le organizza. Non cancella il sentire, lo modella. Non censura la soggettività, la normalizza. Eva Illouz, nel suo saggio Modernità esplosiva, descrive una civiltà in cui l'affettività è ovunque, ma raramente è libera. Allo stesso modo, il progetto Calculating Empires ricostruisce le tappe storiche di un processo lungo cinque secoli, in cui emozione e intelligenza sono diventate oggetti di misurazione, controllo, ottimizzazione.
L'AI come "trasformautore" e il caso Hypnocracy
Finora le nuove possibilità introdotte dallo sviluppo tecnologico hanno permesso all’uomo di creare forme sempre più evolute con cui esprimersi e realizzarsi. Con l’Intelligenza Artificiale, lo scarto evolutivo è evidente: la trasformazione di ruoli, concezioni e tradizioni, ha un effetto radicale sui concetti di opera d’autore, autore e processo generativo. Questo è direttamente legato alla questione cruciale, se l’AI sostituisce l’uomo o lo potenzia.
Di opere d’autore, autori e trasformautori 4/4
L’autore esercita la funzione autore cooperando con il modello transformautore — sintografia generata con ChatGPT
Di opere d’autore, autori e trasformautori 3/4
Se il ruolo dell’autore è quello di portare l’opera a compimento, nei casi di opere complesse come quelle considerate nel precedente articolo di questa serie, diventa difficile identificarne chiaramente l’identità.
Di opere d’autore, autori e trasformautori 2/4
L’autore esercita la funzione autore cooperando con il modello transformautore — sintografia generata con ChatGPT
Di opere d’autore, autori e trasformautori 1/4
L’autore esercita la funzione autore cooperando con il modello transformautore — sintografia generata con ChatGPT
Against 'embedding "AI literacy" in education and workforce development
"Generative AI use is degenerative to literacy. “AI literacy” is a dangerous device of neoliberal education and it deserves to be dismissed out of hand. But, since we don't seem to be doing that, I've taken it in hand and given it a real good rattling." (Miriam Reynoldson)
Intelligenza sensibile
Nel mezzo del cammin di una connessione neurale, mi ritrovai per una selva di sensazioni, ché la retta logica era smarrita.
Il peso del fumo (quanto pesa l’intelligenza, anche quella artificiale)
Ogni ambito disciplinare ha i propri sistemi teoretici, i propri metodi di indagine, le proprie tecniche di ricerca i propri strumenti (concettuali e tecnici). Così come ogni ambito disciplinare non è chiuso in sé stesso ma si offre al contributo delle discipline (più o meno “vicine”) così come anche sperimenta l’uso di idee, concetti, metodi e tecniche tipiche di discipline terze.
L’IA e l’arte di prevedere l’inatteso
A breve visiterò la mostra Le Monde selon l’IA al Jeu de Paume, ma ho già deciso di scriverne. Non per presunzione divinatoria – mi manca l’API – ma perché questa mostra è già un oggetto teorico ancor prima di essere esperita. Il suo allestimento è disponibile, le opere accessibili, i dispositivi curatoriale leggibili. E l’intelligenza artificiale, si sa, ha la brutta abitudine di precedere sempre la nostra comprensione.
Pensano o no? Lo statuto epistemico dei modelli linguistici generativi
I modelli linguistici generativi (LLM) hanno rapidamente conquistato un ruolo centrale nel panorama tecnologico e culturale. La loro capacità di produrre testi coerenti, risposte contestuali e output sintatticamente raffinati ha alimentato entusiasmi, preoccupazioni e, soprattutto, un diffuso disorientamento epistemologico. Sono strumenti linguistici sofisticati o stanno sviluppando forme primitive di "comprensione"? Sono simulatori ingannevoli o nuovi agenti cognitivi? Esploriamo il dilemma articolandolo secondo la struttura classica di tesi, antitesi e sintesi, nella consapevolezza che il dibattito richiede più filosofia, non meno.