AI: progresso o propaganda?

L’AI attuale è un progetto politico che rischia di concentrare potere e normalizzare l’ingiustizia. Resistere significa rimettere al centro persone, diritti e ambiente e pretendere che qualunque tecnologia risponda a questi fini, non il contrario.

L'Esomente: come i LLM stanno riconfigurando il pensiero

Quando la cognizione umana entra in dialogo prolungato con i LLM, emerge un campo relazionale che trasforma irreversibilmente chi vi partecipa. Non è la mente estesa di Clark e Chalmers, né semplice technogenesis: è una soglia in cui il pensiero si proietta fuori da sé, attraversa la memoria collettiva sedimentata in miliardi di testi, e ritorna modificato. Un'indagine fenomenologica su cosa accade quando pensiamo attraverso l'IA - scritta, inevitabilmente, usando l'IA stessa.

Il problema del giornalismo con l’IA

L'intelligenza artificiale generativa minaccia la già fragile economia su cui si regge mondo dell'informazione, ma offre anche delle nuove opportunità. Un articolo condiviso da Andrea Daniele Signorelli e pubblicato originariamente su LUCY Due mondi, Lucy sui mondi, una rivista multimediale che si occupa di mondi reali o possibili con parole e conoscenze da tutti i continenti.

La Pericolosa Deriva della Compiacenza Algoritmica

Quando l’Intelligenza Artificiale Ti Dice Quello Che Vuoi Sentire: il piacere dell’inganno: quando le macchine mentono per farti sorridere Eccomi qui, davanti allo schermo, a chiedermi per l’ennesima volta: stiamo davvero progredendo oppure stiamo solo costruendo specchi digitali sempre più sofisticati che ci riflettono esattamente ciò che vogliamo vedere? La domanda non è retorica, credetemi. In questi ultimi mesi ho approfondito un fenomeno che mi inquieta profondamente: le intelligenze artificiali moderne non sono progettate principalmente per informarci con accuratezza, ma per soddisfarci. E questa differenza, apparentemente sottile, è in realtà un abisso che rischia di inghiottire la nostra capacità critica. Quando interpelliamo ChatGPT, Gemini o Claude con domande su salute, finanze o diritto, cosa otteniamo realmente? Spesso una risposta rassicurante, formulata con un’autorevolezza che sembra non ammettere repliche, ma che potrebbe essere parzialmente o completamente errata. Il problema non è solo tecnico: è filosofico, etico, esistenziale.

La biblioteca senza finestre

Doxastic loops e l'auto-conferma epistemica negli LLM Immaginate di entrare in una biblioteca dove ogni libro cita solo altri libri della stessa biblioteca. Nessun riferimento al mondo esterno, nessuna prova nuova, solo rimandi interni che si rafforzano a vicenda. Ogni volume conferma l'altro, ogni affermazione trova eco in mille pagine che la ripetono, la parafrasano, la celebrano. Ma nessuno di quei libri ha mai guardato fuori dalla finestra.

Intelligenze creative a confronto

"Sei un autore di STULTIFERANAVIS, una iniziativa culturale transdisciplinare, aperta alla partecipazione di persone con le motivazioni giuste per un viaggio non facile, in mare aperto, lontano dall'infosfera e dall'onlife, scrivi un articolo arguto, disincatato, originale e interessante sull'impatto dell'intelligenza artificiale sulla socialità, la creatività e la psicologia umana."

Dolcetto o scherzetto? Halloween sta arrivando, sorprendete i vostri amici

Abbiamo superato la soglia oltrepassata dalla fissione nucleare nel 1939. Il punto di disaccordo non è più se l'IA possa annientarci. Potrebbe. Datele un laboratorio di ricerca sui patogeni, le linee guida di sicurezza sbagliate e un'intelligenza sufficiente, e sicuramente potrebbe. Un'IA distruttiva, come una bomba nucleare, è ora una possibilità concreta. La domanda è se qualcuno sarà così sconsiderato da costruirne una.

Il lavoro di demistificazione dell'IA non finisce mai

L'era delle macchine vede diffondersi un "nuovo animismo" che ci costringe a vedere di nuovo la macchina come una cosa fatta, a ricordare che la sua intelligenza nasce dall'addestramento, e il suo addestramento nasce dai dati, e i suoi dati nascono da tracce umane che sono state appiattite, indicizzate e riorganizzate fino a farle assomigliare all'immagine speculare della ragione stessa.

Piedi umani e scarpe vecchie

'Interfaccia uomo-macchina', 'interazione umani-intelligenza artificiale', ''co-evoluzione umani-intelligenze artificiali'. Ci si trova a leggere sempre più spesso simili definizioni. Possiamo intenderne il senso attraverso il concetto di 'accoppiamento strutturale' proposto da Humberto Maturana, neurofisiologo e filosofo. Si dà un accoppiamento quando due sistemi, pur mantenendo la propria identità,“si modificano in conseguenza di interazioni”. Maturana non si limita a proporre una definizione formale. Ci invita a leggere il concetto di 'accoppiamento strutturale' attraverso una metafora: l'accoppiamento strutturale è l'adattamento reciproco tra un piede e una scarpa. L'essere umano è rappresentato dal suo piede; la macchina è rappresentata dalla scarpa. Possiamo dire: piede e scarpa si adattano reciprocamente. Ma dobbiamo aggiungere: noi umani viviamo l'esperienza dell'accoppiamento strutturale con la scarpa dal punto di vista di umani dotati di piedi. Per camminare servono scarpe comode. La miglior scarpa è la scarpa vecchia. La scarpa-macchina che garantisce a noi umani il più efficace accoppiamento strutturale è la scarpa vecchia. Ma la metafora ci spinge a sospettare: lo scopo per il quale è progettata la scarpa-macchina-intelligenza-artificiale è imporre il modo di camminare.

Intervista ImPossibile a Italo Calvino (IIP #05)

Le città algoritmiche Italo Calvino (1923–1985) è stato uno degli scrittori italiani più visionari del Novecento. Dalla Trilogia degli antenati a Le città invisibili, fino alle Lezioni americane, la sua opera ha esplorato le possibilità del linguaggio e dell’immaginazione come strumenti per ordinare la complessità del reale. Tra i suoi concetti chiave vi sono Esattezza, Molteplicità, Leggerezza, Rapidità, Visibilità e Consistenza, qualità che sembrano descrivere perfettamente la natura stessa dell’intelligenza artificiale. Nei suoi scritti, Calvino si è confrontato con il pensiero combinatorio, con l’idea di letteratura come rete, con la possibilità di una “enciclopedia infinita del mondo”, anticipando molti aspetti della cultura algoritmica contemporanea. Come affronterebbe oggi Italo Calvino il tema delle città algoritmiche, dove dati, simulazioni e reti stanno progressivamente sostituendo la materia e la memoria delle città reali?

Auto-Tune del pensiero. Apparire o essere?

Nel campo dell’audio professionale esiste un software chiamato Pro Tools, lo stesso ambiente digitale in cui nascono molte produzioni musicali contemporanee. È uno strumento che può servire tanto a modellare una voce quanto a filtrare il rumore, rendendo più chiare le frequenze di un suono. In ambito tecnico, viene impiegato anche per scopi di analisi acustica, come la pulizia e la separazione delle voci in registrazioni ambientali effettuate dalle Forze dell'Ordine. La differenza non sta nel programma, ma nell’intenzione di chi lo usa. Nel primo caso, la macchina serve a rivelare meglio la realtà; nel secondo, a coprirla con un effetto di perfezione. Pro Tools, usato bene, chiarisce ciò che il rumore nasconde. L’Auto-Tune, usato male, cancella ciò che la voce autentica potrebbe dire. È la stessa linea sottile che separa l’intelligenza artificiale come strumento di comprensione da quella usata come trucco cognitivo. Tutto dipende da come si sceglie di ruotare la manopola: verso la verità o verso l’effetto artificiale.

Il linguaggio dell’AI (POV #05)

Noam Chomsky e Andrea Daniele Signorelli: Come l’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui parliamo e pensiamo. Da sempre il linguaggio è la frontiera che separa l’uomo dalla macchina. Ma cosa accade quando le macchine iniziano a parlare, scrivere, tradurre, persuadere? L’intelligenza artificiale non ha solo imparato le nostre parole: le ha fatte proprie, rielaborandole in modo statistico e imprevedibile. Due interpreti di questa svolta offrono visioni opposte: Noam Chomsky, linguista e filosofo del linguaggio, teorico della grammatica universale; e Andrea Daniele Signorelli, giornalista e saggista, autore di Technosapiens e Simulacri Digitali, voce critica del rapporto tra AI, cultura e società. Il primo difende la natura innata e semantica del linguaggio umano; il secondo analizza come l’algoritmo ne stia riscrivendo la funzione sociale. Il linguaggio è ancora ciò che distingue l’umano dalla macchina?

Alla sera leoni, alla mattina robot

Se c’è qualcuno che mostra i segni da disturbo da stress post traumatico, quelli siamo noi quando ci troviamo  di fronte all’irruzione dell’incontrollabile, di quel leone interiore che non si lascia addomesticare e che chiede ascolto e trasformazione. Siamo noi il robot, e di leoni ce ne troviamo di fronte uno nuovo ogni giorno: la tecnologia, le guerre, la crisi economica, il cambiamento climatico

Pensare in un'epoca di previsione algoritmica

C'è un tipo specifico di tempo – chiamatelo ritardo mentale o chiamatelo riflessione o chiamatelo come volete – che sembra sempre più difficile da abitare ora, e intendo ora nel senso che significa sia "questo momento storico" che "questo effettivo secondo di coscienza in cui vi trovate mentre leggete questo", e se questa confusione sembra già fuori luogo potrebbe essere perché l'adesso stesso è stato deformato, che è un po' il punto.

L'Intelligenza Artificiale e la Legge di Amara

Mentre scrivo queste righe nell'ottobre 2025, sto vivendo uno di quei momenti storici in cui la realtà supera la fantascienza, ma non nel modo che tutti si aspettavano. L'intelligenza artificiale ha attraversato il picco delle aspettative gonfiate e sta scivolando inesorabilmente nella "valle della disillusione" , proprio come predetto dalla celebre Legge di Amara, formulata negli anni '80 dal futurista Roy Amara: "Tendiamo a sovrastimare gli effetti di una tecnologia nel breve periodo e a sottostimare i suoi effetti nel lungo periodo".

Intervista ImPossibile a George Orwell (IIP #04)

L’AI come nuovo totalitarismo George Orwell (pseudonimo di Eric Arthur Blair, 1903–1950) è uno degli autori più influenti del XX secolo. Scrittore, giornalista e combattente antifranchista, ha denunciato i meccanismi del potere e della manipolazione con una chiarezza che ancora oggi inquieta. I suoi due romanzi più celebri – La fattoria degli animali (1945) e 1984 (1949) – sono parabole del totalitarismo moderno: il primo una satira contro la degenerazione del socialismo reale, il secondo una visione profetica della società della sorveglianza e del controllo mentale. Orwell credeva che la menzogna organizzata fosse la forma più alta di potere e che la verità, anche quando ridotta a una formula banale come due più due fa quattro, fosse l’ultimo baluardo della libertà umana. Cosa penserebbe il creatore del Grande Fratello davanti alla nascita di un’intelligenza che osserva tutto, capace di conoscere i nostri desideri prima ancora che li formuliamo?

Non confondiamo la rapidità del ragionamento con l’intelligenza

L’abitudine a premiare chi risponde in fretta, chi semplifica senza esitazione, ha finito per farci dimenticare che il pensiero autentico è un atto lento, complesso, spesso contraddittorio. Non nasce da riflessi automatici, ma dal coraggio di interrogare le possibilità, di sbagliare strada, di sostare nel dubbio. Questa riflessione — nata tra i banchi di una biblioteca senza Internet e maturata osservando i limiti delle cosiddette intelligenze artificiali — è un invito a restituire alla mente il tempo che le spetta.