Testi
Megatrend: pepite d'oro o spazzatura?
Per rispondere a questa domanda scomoderei la parabola della pagliuzza e della trave riportata nel Vangelo di Matteo: perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? Tanti megatrend sono in realtà delle pagliuzze facili da sopportare ma le travi sono le verità scomode che nessuno vuole ammettere anche perché assumerne consapevolezza significherebbe prendere atto delle possibili conseguenze sociali a cui si dovrà necessariamente andare incontro.
Pareti imbottite
Una poesia di " DONATELLO SIBILIO, 'Poeta Abusivo in attesa di condono', autore di due raccolte di poesia: "Le parole che non ti ho letto" e "Poesie abusive", Autoprodotte e pubblicate su Amazon.it.
AI has been used and is being used non stop to "flood the zone"
Based on what has been writtenby Alan Blackwell in an article published in his Blog on the Cambridge Department of Computer Science and Technology (see link below) ChatGPT is a bullshit generator. To understand AI, we should think harder about bullshit, because AI litterally produces bullshit. It's a machine that aims to makes up stuff that sounds good. The work is done by an algorithm that imitate text found on the Internet, providing is predictive but not necesseraly logic or based on facts. [...] This is exactly what senior AI researchers such as Brooks, Bender, Shanahan and Hinton are telling us, when they explain how ChatGPT works.
Chi è il papà del gatto con gli stivali?
Le favole che abbiamo ascoltato fin da bambini, quelle che ci facevano sognare e rimanere a bocca aperta, contengono significati profondi e insegnamenti nascosti che possono aiutarci a capire chi siamo e a rendere più completa la nostra conoscenza. Ma chi le ha inventate? Da dove arrivano? Conoscere le loro origini ci aiuta a comprenderle meglio e ci fa conoscere una parte di storia della letteratura e della nostra storia che spesso trascuriamo. Partendo dal racconto de “Il gatto con gli stivali”, andiamo a ritroso nel tempo fino a scoprire la sua origine. A sorpresa, scopriamo che il “papà” del racconto è…
Leggevo e rileggevo lo stesso libro molte volte
La vera magia della lettura: non solo un'attività mentale, ma un'esperienza che coinvolge tutti i sensi, che ci fa sentire vivi e connessi con qualcosa di più grande di noi. È una gioia semplice ma profonda, che solo chi ama veramente i libri può comprendere fino in fondo.
La vita è un libro e ogni pagina un'opportunità
Il gesto di voltare pagina è molto più di un semplice movimento meccanico: è un atto di coraggio, di speranza e di rinascita. Così come in un libro, dove ogni pagina girata svela nuove storie, prospettive e avventure, anche nella vita il cambiamento richiede la volontà di lasciare andare ciò che appartiene al passato. Non voltare pagina significa rimanere intrappolati in un capitolo già scritto, precludendosi la possibilità di scoprire nuovi orizzonti, nuove emozioni e nuove opportunità.
Il dominio della tecnologia e Flatlandia
La tecnologia non sta solo continuamente cambiando e innovando sé stessa ma producendo cambiamenti profondi, culturali, cognitivi, sociali, economici e sulle persone. Tutto grazie alla sua pervasività e connettività. Un articolo scritto nel 2018.
The inaugural voyage of the "SHIP OF FOOL" on its return from a place that does not exist: "UTOPIA"
"Thomas More’s Utopia is made up of two books. Book One, quickly skimmed over by those who dream of the future and are bored by history, tells us about Europe in 1515 at the dawn of a revolution in every field of knowledge dominated by a political power that uses religion, fear and ignorance to satisfy an insatiable appetite for hegemony, infinitely corrupt but in public promoting moral, family values. Book Two gives us a glimpse of a future on a human scale using new techniques, reason and good management of its resources to reconcile the common good with the pleasure of the individual. That book is the founding text for our modernity. It is the pagan bible adopted by the Enlightenment, which we have inscribed in the charter of our epoch’s institutions. Five hundred years later the books are being rewritten in reverse: the great human dream set in train by Book Two in 1516 is bogged down itoday reality . The new promises of free-choice economism are just a nightmare journey back in time to the postulates of Book One.
Il tempo del cambiamento
Il tempo è il filo conduttore che lega la nostra esistenza al cambiamento. Viviamo in un’epoca in cui il presente si accorcia e il futuro si affretta a diventare obsoleto. Questo ritmo incessante, scandito dalle innovazioni e dalle urgenze, ci costringe a riconsiderare il nostro rapporto con il tempo e i valori che lo definiscono. L’urgenza appartiene al dominio del fare, del “quando”, mentre l’importanza risiede nell’essere, in ciò che attribuiamo significato. Tuttavia, il confine tra questi due mondi si è fatto labile, spingendoci verso decisioni affrettate che raramente rispettano ciò che conta davvero.
Desiderio e Tempo: l’attualità interrogante di una lettura, francese
Durante gli anni trenta del secolo scorso A. Kojève con i suoi scritti (1935, sulla Revue d’histoire et de philosophie religieuse) e i suoi corsi (seminario su Hegel del 1938-1939), rileggendo pensiero hegeliano, in particolare i testi hegeliani pubblicati nel periodo jenese negli anni a cavallo tra il 1801 e il 1805, produce una influenza profonda sul pensiero francese. Kojève lesse e interpretò Hegel in maniera senza dubbio étonnante, trasformando il testo hegeliano in un’antropologia filosofica e la dialettica hegeliana in una pratica politica rivoluzionaria, davanti a un pubblico esterrefatto e al tempo stesso grandemente affascinato e che annoverava fra i suoi nomi, come si desume dall’annuario dell’Ecole, Jacques Lacan, Georges Bataille, Maurice Merleau-Ponty, Raymond Queneau, Gaston Fessard, Eric Weil, Raymond Aron, Georges Gurvitch, Jean Hyppolite, Robert Marjolin, a volte André Breton e una volta anche Hannah Arendt
L'esilio
Quando l'esilio è prodotto da esigenze particolari (lavoro, studio) o relazioni conflittive (familiari, territoriali) il quadro si presenta sfumato, confuso ma non meno doloroso. E sembra che perseguire una maggiore distanza dalla dimora abituale debba concorrere a sciogliere il groviglio inestricabile, personale, di affetti traditi e di problemi irrisolvibili. Inoltre la condizione di esiliato può essere riferita al semplice non riconoscersi nello sviluppo di accadimenti geopolitici causati da scelte scellerate.
Pensiero, paradossi e narrazioni: viaggio nelle contraddizioni dell’umanità contemporanea
Viviamo in un’epoca in cui il mito della razionalità e della produttività domina il pensiero, spesso soffocando la spontaneità e il pluralismo. Oggi, i comportamenti autodistruttivi come bulimia, autolesionismo o abuso di sostanze sembrano essere sempre più diffusi, specialmente tra i giovani. Questi fenomeni non sono compartimenti stagni, ma facce della stessa medaglia, entrambe radicate nella difficoltà di trovare un equilibrio tra controllo e vulnerabilità.
Siamo ancora quelli della pietra e della fionda. Il vero problema sono i vicini, il prossimo, gli altri.
Non c’è rimedio alla tecnologia; non esistono strumenti neutri perché chi li usa non è mai neutro. Date agli uomini le pietre, e uccideranno con le pietre. Se poi creano anche strumenti pensati proprio per uccidere, che altro uso se ne potrebbe fare? La tecnologia ha raggiunto apice e sintesi nella bomba atomica e negli armamenti, il cui potenziale (la distruzione del mondo) non scema né aumenta una volta avviato il processo di armamento collettivo: una tecnologia il cui effetto non può aumentare, per quanto se ne aumenti la quantità. Superata una certa soglia, l’effetto è “infinito”. Gli effetti di tutti gli smartphone e i tablet del mondo sbiadiscono di fronte a questo. Il mio pessimismo antropologico mi fa pensare che se uno strumento consente un uso pessimo e distruttivo, prima o poi verrà utilizzato così.
Proxy Culture: come tecnologia ed etica ridefiniscono il nostro rapporto con la realtà
Un proxy non è un semplice simbolo, ma un’entità che assume un ruolo operativo, permettendo un’interazione che sostituisce il contatto con il referente originale. Questa idea trova le sue radici nella semiotica di Charles Sanders Peirce, che distingue tra icone, indici e simboli. Nella proxy culture, però, i confini tra queste categorie si dissolvono. Un proxy non si limita a rappresentare; diventa esso stesso il referente operativo. Per esempio, una fotografia digitale non è solo la rappresentazione di un ricordo: diventa il ricordo stesso per chi la osserva.
Kierkegaard, Nietzsche e non solo: quei maestri da seguire ancora nel 2025
Un articolo pubblicato sulla rivista InsideOver che propone alcuni suggerimenti di lettura per il 2025. Autori come Søren Kierkegaard, Friedrich Nietzsche, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Albert Camus, che con i loro testi hanno esplorato la condizione umana da una prospettiva esistenziale, fornendo ai lettori e agli individui strumenti utili a confrontarsi con le proprie paure, speranze e aspirazioni". Una lettura di questi autori, potrebbe aiutare a superare isolamento e paure, incertezze e insicurezza, malattie psichiche e senso di impotenza che caratterizzano la vita di tante persone in un'epoca stanca e di policrisi diffuse.
2025: Un anno nel segno della radicalità
Superato il XX secolo, ci siamo trovati proiettati nel XXI con il crollo delle torri di New York, con guerre e terrorismi vari che da allora non ci hanno mai lasciato. Se si parte da questi fatti l'orizzonte e i suoi scenari futuri non possono che essere catastrofici. Forse per dimenticarcene abbiamo eletto il mondo online e delle IA come spazio vitale e di sopravvivenza. Mai come oggi molti vivono l'urgenza di un pensiero diverso, capace di cambiare le cornici di riferimento, i concetti divenuti luoghi conformisticamente comuni, le pratiche. Il cambiamento non può che passare attraverso il pensiero, ma questo pensiero non può non essere radicale, filosofico, un esercizio praticato da molti come vitale, necessario per (ri)tornare a respirare.
Capitoli di speranza
In questo nuovo anno, mentre il mondo ancora risuona di echi di conflitti, sogniamo una metamorfosi universale: che ogni esplosione di guerra si trasformi in fuochi che illuminano cieli di pace, che ogni lacrima di dolore diventi rugiada di gioia mattutina.
Cultura STEM e cultura umanistica devono dialogare
Il sapere scientifico deve innestarsi su un pensiero di base umanistico che consenta di fare scelte più consapevoli sui problemi e i valori in gioco. Perché la cultura STEM, da sola, nulla ci dice sul perché valga la pena vivere.
Sapere e tradizione come ingredienti del futuro
Una governance basata esclusivamente sulla conoscenza potrebbe cadere nella trappola dell’elitismo, alienando i cittadini comuni e creando una nuova forma di disuguaglianza. Tuttavia, ignorare il valore della competenza significa perpetuare un sistema inefficace e vulnerabile.
L'arte di essere se stessi
Una delle cose che mi affascina di più è proprio parlare di fronte ad un gruppo di ragazzi e ragazze, così diversi eppure così incredibilmente uniti dalla curiosità. Ed è stato proprio durante uno dei miei corsi che uno studente mi ha rivolto una domanda che ho trovato quasi ascetica per la sua giovane età: ”Dottoressa, ma secondo lei cosa vuol dire fare la differenza”? Bellissima domanda mi sono detta, però.