TESTI
IKIGAI ECONOMICS: La folle economia nascosta della conoscenza nelle organizzazioni
Le aziende contemporanee amano dire di sé stesse che sono "guidate dai dati", "agili" e "innovative". In realtà, spesso sono l’equivalente organizzativo di chi tenta di abbattere un albero con una sega senza lama: girano velocemente su sé stesse, sprecando energia e accumulando inutili gigabyte di informazioni. Ogni giorno le persone nelle organizzazioni sono bombardate da circa 34 gigabyte di contenuti—oltre 100.000 parole—ma producono sempre meno conoscenza reale. Perché?
Figure del progetto #1 – Intelligenza sprecata
Nel lavoro quotidiano — tra riunioni interminabili, gerarchie immobili e parole come “collaborazione” svuotate di senso — l’intelligenza delle persone non manca: viene sprecata. Non per ignoranza, ma per paura. Non per carenza di idee, ma per eccesso di controllo. In questo articolo ho scelto di confrontarmi con Giuseppe Conte, professionista che da trent’anni riflette sulle trasformazioni del lavoro e della tecnologia con un approccio critico e filosofico. Ne è nata una conversazione che tocca temi come la fiducia, la delega, l’ascolto e la fatica del decidere. Il risultato è un’intervista narrativa, composta da quattro domande e da risposte dense, nate dall’esperienza diretta. Una riflessione per chi fatica a farsi ascoltare, per chi ha smesso di proporre, per chi sente che il proprio pensiero — quando non è omologato — viene trattato come un problema. Ma anche per chi ha ancora il coraggio di fidarsi.
Contro il dazio e contro il dato: per un’ecologia europea dell’automazione
In un’epoca segnata dall’irruzione dell’automazione nei gangli più profondi della vita economica e sociale, ciò che muta non è solo la tecnologia, ma la nostra stessa immagine del reale. Lungi dall’essere un fenomeno tecnico, l’automazione rappresenta un principio generativo che ridefinisce lavoro, valore e pensiero. Questo articolo propone una critica radicale sia al protezionismo economico di matrice americana che alla riduzione computazionale dell’esperienza umana, avanzando una visione europea fondata su interdipendenza, senso e responsabilità. L’ecologia dell’automazione, così intesa, non è una teoria delle macchine, ma una politica della forma e una cura del possibile.
Il valore della responsabilità nella comunicazione umana
In un mondo in cui la velocità rischia di travolgere la profondità, riportare attenzione alla responsabilità comunicativa è un atto controcorrente e rivoluzionario. Eppure è un atto alla nostra portata. Non c'è bisogno di fare grandi discorsi: basta iniziare dalle piccole interazioni quotidiane. Dalla prossima riunione. Dal prossimo messaggio. Dal prossimo conflitto. Dai figli.
Come se nulla fosse
Un’immagine della Porta d’Europa di Lampedusa mi ha riportato alla memoria le missioni di soccorso militare nel Mediterraneo, e con esse una riflessione più ampia sul senso del dono, della memoria e dell’ingratitudine. In tanti anni di lavoro ho offerto aiuto a molte persone, senza pretendere nulla in cambio. Alcune hanno ringraziato, molte hanno dimenticato. Ma non è questo il punto. In Aeronautica ho imparato che si può dare senza attendersi ritorno. In questo articolo torno su quell’etica del servizio: sobria, impersonale, eppure profondamente umana. Una forma di resistenza, oggi più che mai necessaria.
Lampedusa: Porta d’Europa o fuga dalla realtà?
Ogni viaggio ha una sua verità che racconta frammenti di svago o momenti trasformativi di vita.
Sollevatevi, europei, sollevatevi!
L'Europa trema sulla soglia del suo stesso divenire, stretta dalla mano gelida della paura eppure chiamata, inesorabilmente, verso l'orizzonte delle sue promesse. Questa non è l'ansia effimera di una notte insonne: è il terrore esistenziale che si insedia quando l'ordine familiare cede, quando le certezze di prosperità, pace e progresso sono scosse dalla guerra ai suoi confini, dalle crescenti ondate migratorie, dall'incessante calcolo dell'inflazione e del debito, e dal sospetto tormentoso che i motori della democrazia stiano funzionando a tempo debito.
Intelligenza artificiale, Peer Review (revisione paritaria) e attività scientifica umana
La peer review, o revisione tra pari, è il processo che governa da tempo la pubblicazione dei lavori (paper) scientifici. Si tratta di un metodo cruciale per la valutazione dei lavori scientifici che coinvolge esperti del settore, i cosiddetti revisori, nell’analisi e nella valutazione critica del lavoro scientifico sottoposto per la pubblicazione su una rivista scientifica. Questo processo garantisce la qualità, la validità e l'affidabilità dei risultati scientifici.
Il pensiero soffocato
Alla domanda su dove andare per trovare pensieri non convenzionali, non saprei come rispondere. A chi mi chiedesse di indicare piattaforme o canali liberi da slogan politico-commerciali e da semplici opinioni, non saprei fare alcun nome.
Non esiste niente di serio?
Molti vivono le loro vite come un gioco. Forse l’intera vita è tutta un gioco, quindi hanno ragione loro. Se hanno ragione, coloro che sono seri e contrari al gioco, stanno in realtà giocando anche loro. Alcuni forse stanno operando per rendere il gioco un po’ più serio.
Abbiamo bisogno di cenobi per il terzo millennio
Siamo sempre più immersi in un tempo orientato allo smarrimento della relazione con la vita che ci circonda, con quella che ci ha preceduto e appena si intravede, con le altre persone e, infine, con noi stessi. Quattro movimenti di separazione che, attraverso alcune metafore cliniche, potrebbero aiutarci a parlare di questa epoca come un’età segnata dall’autismo e dall’Alzheimer, cioè di perdita, progressiva e pandemica, del contesto e della memoria.
LET'S NOT BE TOO ACADEMIC: How Pragmatism Becomes An Ideology of Collapse
C'è un certo tipo di agente del cambiamento – entusiasta, agile, impegnato e non gravato da molta teoria – che, di fronte alla complessità concettuale, la liquida con un'irritazione sottilmente velata: "Non siamo troppo accademici". Come se la chiarezza fosse un ostacolo, il pensiero un peso, la teoria un lusso, la profondità una distrazione. Questo filisteismo signorile si maschera da umiltà ma funziona come anti-intellettualismo dogmatico: un rifiuto della filosofia in nome dell'azione, un rifiuto del rigore in nome della rilevanza. La frase non è innocente. È il biglietto da visita di un ripiegamento epistemico e morale che ha autorizzato un danno enorme: alla natura, alle persone e alla verità stessa.
Deriva filosofica. Per una pratica del pensiero come dislocazione.
Quando la filosofia si emancipa dalla sua funzione sistematica e si espone all'instabilità radicale dell'esperienza, si configura come un gesto eminentemente disorganizzante. Non più disciplina ordinatrice del sapere, non più metalinguaggio di fondazione, ma esercizio che intacca le regole di legittimità del discorso e dissolve le architetture cognitive con cui il reale si presenta come stabilizzato. La filosofia, in questa accezione, non è una lente che chiarifica, bensì una forza che agisce come sabotaggio delle evidenze: disfa le costellazioni semantiche, distorce le coordinate abituali, apre faglie nell'ordine del sensibile e del dicibile.
Sapere e sapori
La fame è un 'patire' e questa 'passione' rivela che noi siamo innanzitutto una manifestazione del corpo e la fame è la forma della nostra esistenza. Una fame che può essere rivolta al cibo, al sesso, al mondo, al trascendente, perché se la fame è ciò che ci incalza è anche ciò che ci spinge verso direzioni diverse che siano in grado di soddisfare il nostro desiderio. Una volta appagata, la fame torna di nuovo, sempre. Siamo vivi fino a quando abbiamo fame dell'altro da noi.
Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta: Scegliere è difficile
Il mio libro 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗢𝗖𝗢𝗡𝗦𝗔𝗣𝗘𝗩𝗢𝗟𝗘𝗭𝗭𝗔 𝗘 𝗟𝗜𝗕𝗘𝗥𝗧𝗔' 𝗗𝗜 𝗦𝗖𝗘𝗟𝗧𝗔 condiviso per intero sulla Stultiferanavis. La facilità del fare una scelta, unita alla rapidità del processo decisionale, non è esclusiva dei social network ma anche dell’iper-consumismo che caratterizza la società post-moderna e massificata attuale, frutto della rivoluzione industriale e del progresso tecnologico che ne è seguito, ma anche dell’evoluzione del marketing e della incidenza dei media tecnologici nel condizionare comportamenti umani e stili di vita. Scegliere però non è facile, anzi è in qualche modo sempre difficile, soprattutto perché e quando bisogna fare la scelta giusta. Se non si sceglie, si rimane nel limbo delle possibilità, si accettano le scelte degli altri o si compiono scelte inconsce.
L’insegnante illuminato: oltre l'obbligo, dentro la vocazione
In un tempo in cui la scuola rischia di diventare sempre più tecnica, burocratica, schiacciata da valutazioni, performance e programmi da “portare a termine”, emerge forte il bisogno di rimettere al centro l’umano. L’educare non può ridursi a trasmettere saperi: è un incontro tra persone, è relazione, è costruzione di significati.
Il peccato originale dell'Europa
C'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'attuale momento storico. Mentre i nostri smartphone ci connettono al mondo e la medicina allunga la vita, l'Europa sceglie di investire massicciamente nel riarmo, ignorando milioni di giovani senza certezze e un tessuto sociale che si sta logorando. Ogni missile comprato è un reparto di oncologia negato, ogni aereo una borsa di studio persa. Questa è la cruda realtà di una politica che, in nome della "sicurezza", disinveste nell'unica vera garanzia per il futuro: il benessere collettivo.
Figure del progetto (alpha release) – Uccidere il mostro, senza uccidere il progetto.
In un panorama editoriale dominato da manuali prevedibili e linguaggi stanchi, Office Monsters: A Survival Guide to Corporate Madness emerge come un’opera necessaria. Martin Eppler e Andri Hinnen compongono un bestiario contemporaneo che mette in scena i mostri interiori, relazionali e sistemici che infestano le organizzazioni. Dalla Yes Yeti al Project Zombie, ogni creatura rappresenta un archetipo comportamentale tanto grottesco quanto riconoscibile. Con uno stile ibrido – tra saggio illustrato, manuale narrativo e mappa mentale – il libro offre uno strumento per nominare l’assurdo senza accusare, per diagnosticare il disfunzionale senza moralismi. L’ironia diventa dispositivo critico, il linguaggio un antidoto alla stupidità sistemica. In questo articolo ne esploriamo struttura e potenza, immaginando un PMO non come bunker operativo, ma come tenda da campo per domatori di mostri. Perché nelle organizzazioni moderne, il vero coraggio non è uccidere il mostro, ma imparare a conviverci senza farsi divorare.
La forma che muta. Identità fluide e resistenza agli stereotipi occidentali
Questo testo non nasce da simpatie geopolitiche né da automatismi ideologici. Non è un’adesione al modello russo, né un attacco indiscriminato a singole culture nazionali. Ma è necessario dirlo con chiarezza: gran parte dell’immaginario contemporaneo sull’identità, sulla coerenza personale, sulla “realizzazione di sé”, è stato modellato da una triade di potenze — Stati Uniti, Regno Unito, Israele — che hanno trasformato le proprie vicende storiche in categorie universali, esportandole come modelli globali.
La critica del "pappagallo stocastico"
La critica del "pappagallo stocastico", introdotta da Emily Bender, Timnit Gebru e colleghi nel 2021, è diventata il quadro dominante per respingere le capacità cognitive dell'IA.