L’invecchiamento, la povertà e la violenza di genere

Ho scelto questi tre componimenti perché riguardano tematiche a me care: l’invecchiamento (e le relative malattie, quali Alzheimer, Parkinson, demenza senile, ecc.), la povertà e la violenza di genere. In una società, nella quale il benessere sembra essere il padrone assoluto, con i media che ci vogliono inculcare concetti come la bellezza imperitura, il denaro facile e il successo alla portata di tutti, esiste, tuttavia, una realtà che stride prepotentemente con questo quadro idilliaco.  E a me, per usare un gioco di parole, piace mettere in luce le ombre.

Una bibliografia sulla gentilezza

La Stultiferanavis è una nave gentile, nel suo andare, nelle relazioni e pratiche di chi ha preso posto a bordo, per la postura dei suoi due co-fondatori. La nave contiene numerosi contributi sulla gentilezza. Qui proponiamo una bibliografia per chi avesse voglia di acquisire una maggiore conoscenza sui temi della gentilezza. Solo alcuni libri scelti tra i tanti disponibili, in lingua italiana e in lingua inglese. Buona lettura

Leopardi. Lo Zibaldone come progetto e la scrittura come tentativo

Nessun testo che un autore sta scrivendo, nessun progetto in corso sarà mai ‘cosa ben sistemata’. Nessun lavoro di scrittura, e nessun progetto si conclude perché il lavoro è 'finito'. L'autore che scrive un testo -come chiunque impegnato nello svolgimento di un lavoro, sarà costretto a decidere, a un certo punto, facendo violenza su se stesso, a rilasciare il risultato raggiunto- nonostante l'acuta percezione della sua incompletezza, della sua imperfezione. Tranquillizzato, forse, dal fatto che i difetti sono scesi sotto una tollerabile soglia. Per questo lo 'Zibaldone' di Leopardi è il testo esemplare. Accumulo disordinato di carte, resterà in un baule. Solo alla fine del secolo, sessant'anni dopo la morte del poeta si penserà alla sua pubblicazione. Ma ogni testo leopardiano che appare finito è un sottoprodotto dello Zibaldone. Un estratto di quel baule. Lo 'Zibaldone' è una cornucopia: sovrabbondante fonte di testi possibili. Così, in generale, si può dire che ogni progetto è frutto di un metaprogetto: è frutto dell'intenzione di progettare, dell'impegno messo nel progettare. La riflessione attorno al continuo tentare di Leopardi -ogni suo lavoro è un assaggio, una prova, un esperimento- riguarda non solo ogni scrittore, manager, ma anche ogni manager, ogni lavoratore. E in fondo questo modo di costruire conoscenza, per accumulo di tentativi, è anche una spiegazione di ciò che può essere, di ciò che cerca di essere, il luogo digitale nel quale pubblico questo testo: la 'Stultifera Navis'.

L’approccio antropologico alla malattia e alla cura

L’antropologo può essere chiamato ad affrontare la complessità dei processi politico-culturali che coinvolgono i corpi e le istituzioni sanitarie, il rapporto fra individuo e operatore sanitario (medico, infermiere, ausiliario), ma anche le relazioni fra salute degli individui e dei gruppi sociali e diseguaglianze, senza tralasciare, come già evidenziato, i processi terapeutici e le strategie di cura, che ovviamente possono diventare attività o forme ostili di relazione nei confronti di persone che non accettano le metodologie abituali della nostra medicina o il rapporto medico-paziente promiscuo.

Un mondo fuori asse

In un mondo “fuori asse dai contorni indiscernibili, un mondo guasto che sembra andare a rotoli, nel quale le certezze di molti sono minacciate, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 (𝐩𝐬𝐞𝐮𝐝𝐨)𝐟𝐢𝐥𝐨𝐬𝐨𝐟𝐢, molti praticano la filosofia e ne frequentano i festival, numerosi professionisti che la esercitano lo fanno in maniera pop, divulgativa e mediatica, inconsapevoli forse che, giocare a fare i filosofi, non fa diventare filosofi, tantomeno a vivere filosoficamente.

Il libro: un paradosso affascinante

Il libro rappresenta il paradosso più affascinante della storia tecnologica umana: nella sua apparente semplicità meccanica si nasconde la più sofisticata macchina di espansione mentale mai concepita. Come affermava Umberto Eco, "il libro è una macchina per pensare", non perché ci impone cosa pensare, ma perché ci insegna come pensare, attivando processi cognitivi che nessun algoritmo può replicare.

La guerra: se la conosci la eviti

La necessità di parlare della guerra con i più piccoli ai nostri giorni scaturisce dal fatto che è inevitabile che essi vengano a conoscenza di questi fatti dalla televisione, da internet, dai discorsi fuori e in casa, per questo motivo è indispensabile munirli della giusta chiave di lettura che sia principalmente compassionevole e umanitaria.

L’organizzazione non esiste (eppure lavora con noi ogni giorno)

Questo testo nasce da una riflessione personale sul concetto stesso di “organizzazione”. Non come struttura da disegnare, ma come forma vivente, emergente, mutevole. Lontano dalle astrazioni del management e dalle mitologie della performance, l’articolo esplora cosa accade quando chi lavora diventa anche autore del proprio contesto operativo. In dialogo implicito con pensatori come Edgar Morin e Amy Edmondson, e con un unico riferimento esplicito al libro “Organizzazioni aperte” di Alberto Gangemi, il testo mette in discussione la centralità delle regole, il culto del controllo, e la retorica della motivazione individuale. Ciò che emerge è una proposta radicale e concreta: ripensare il lavoro come spazio di progettazione distribuita. L’organizzazione, se esiste, è un verbo: accade, si modifica, si cura. O si diserta.

Carson McCullers, il genio celato della letteratura americana

Carson McCullers, the Concealed Genius of American Literature - Carson McCullers is known in Italy only to literature lovers, and even in the United States she is not well enough known and is hastily categorized as an exponent of a style, the Gothic Southern, to which Faulkner, Caldwell, Flannery O'Connor and Eudora Welty would also belong, and which would describe singular landscapes among plantations, violent climates, primal feelings.

Contiamoci: la comunità che non esiste

Oggi, domani, dopodomani. Il futuro. La misurazione e l’osservazione del tempo e di ciò che accade ci rende consapevoli che la realtà nella quale viviamo è questa, non un’altra, non quella di “ieri”. Inutile far finta che il contesto non stia condizionandoci. Guai però a dimenticare che eravamo diversi e per certi versi migliori, sicuramente eravamo più liberi, soprattutto di pensare. Riflettiamo su cosa potrebbe servirci per esserlo di nuovo, senza dover tornare indietro (Back to the Future).

La rete dei contatti e la rete delle persone

Reti di contatti, reti sociali, social network. Terminologie con significati diversi, spesso mescolati e confusi, quasi mai analizzati a fondo da chi frequenta abitualmente gli spazi sociali online. A comporre una Rete Sociale sono solitamente tanti individui (ma possono essere anche entità sociali come  organizzazioni, istituzioni, ecc.) che non hanno ancora formato gruppi, tribù o comunità o che ne fanno già parte. Individui tra loro connessi attraverso tipi diversi di legami sociali. Legami familiari, affettivi, amicali, lavorativi o professionali. Legami non necessariamente profondi o positivi, spesso fondati su una conoscenza superficiale, affinità elettive, condivisione di interessi o di hobby, e che si manifestano in azioni fatte di interazioni, comunicazioni, scambi e relazioni.

Ubuntu e il Project Management Africano

Fulcenzio Odussomai Da un libro mai scritto, un capitolo senza numero e senza tempo. Il presente testo si offre al lettore come una scheggia fuori asse, un frammento sfuggito alla linearità del pensiero occidentale e alla tirannia della numerazione capitolare. Non è il sesto capitolo, né il primo, né l’ultimo. È un affioramento: un capitolo senza tempo, di un libro mai scritto. Un promemoria esistenziale, più che una teoria. A parlare, qui, non è il manager che progetta, ma il pensiero che abita la soglia tra le culture. E la voce che si leva è quella di Ubuntu.

Capovolgere il linguaggio

Credo che siano pochissime le persone che accendono ancora la televisione, e non riesco nemmeno a dar loro torto. Son diventate smart tv che danno accesso alle nostre piattaforme, con algoritmi rassicuranti: ci fanno vedere le cose che probabilmente ci piacciono di più.

La piuma e il vuoto

Una meditazione sull’esame di s: più invecchio, più sospetto che l’ossessione dell’autoesame sia figlia della paura, non del coraggio. Esaminiamo noi stessi per rassicurarci di esistere, per illuderci di sapere da dove veniamo e dove andiamo. Ma se l’esame di sé fosse un modo elegante per evitare il salto?

Carezzare le parole - Persi dentro schermi magnetici e luccicanti

La solitudine, anche della parola, è vissuta dentro schermi lucidi e trasparenti, attrattivi e magnetici, totemici, oggetti magici da strofinare come vere e proprie lampade di Aladino. Schermi capaci di inaridire ogni forma di empatia; specchi riflettenti dentro i quali singoli individui possono vedere la propria immagine riflessa così come un pesciolino in un acquario vede la propria dentro la parete trasparente che lo tiene prigioniero illudendolo di essere in mare aperto - 𝗨𝗻 𝘃𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗶ù 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 𝗢𝗟𝗧𝗥𝗘𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗥𝗘 - 𝗜𝗻𝘁𝗿𝗲𝗰𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮.

Manuale di sopravvivenza per favorire la gentilezza

Esistono piccoli gesti di gentilezza che fanno bene a chi li fa così come a chi li riceve. Sono in genere piccole attenzioni che possono cambiare la giornata ma anche suggerire scelte precise che potrebbero renderla migliore. Scelte di attenzione, scelte difficili perché non comuni e diffuse, scelte che vanno oltre le parole e tengono lontani dai mezzi usati per esprimerle, scelte condivise perché originate da bisogni e necessità simili, scelte intelligenti perché in grado di guardare al futuro, scelte amorevoli perché fatte esclusivamente per far piacere o per amore dell’altro.

Dalla “Homework Apocalypse” alla sfida del pensiero critico

L’intelligenza artificiale stia cambiando la scuola e la formazione: basta riflettere sulla cosiddetta “homework apocalypse”. I compiti li fa l’AI, le ricerche si scrivono in un clic. Ma possiamo permetterci questo esonero cognitivo nell’epoca delle post-verità e delle narrazioni alternative? Per fornire uno strumento concreto per la didattica, propongo  una simulazione interattiva con l’AI: “Sancho Panza e la sfida del pensiero critico” al tempo stesso esercitazione sul pensiero critico ed esempio di come potrebbero evolvere le attività didattiche nell’era dell’AI. Nel gioco, i partecipanti vestono i panni di Sancho Panza e cercano di convincere Don Chisciotte che le sue visioni sono illusioni. Un “gioco serio” per allenare il pensiero critico nel confronto con visioni alternative, opinioni granitiche e… IA generativa.

Paris 1793, Madame Roland, una rivoluzionaria sulla ghigliottina

Nel Settecento in Francia e in Inghilterra alcune donne incominciarono a raccontare se stesse in diari privati o memorie o carteggi epistolari. Sono elaborati preziosi perché sono una testimonianza in prima persona di vite vissute, di eventi che altrimenti sarebbero stati destinati all'oblio, di sentimenti ed emozioni non mediate dagli storici o dai romanzieri (per quanto anche le opere storiche e letterarie hanno ovviamente un loro grande valore). Era la realtà che erompeva sulla scena del mondo seppure discretamente. Le donne incominciarono ad uscire dall'anonimato, ad utilizzare la parola scritta come mezzo di espressione e di comunicazione.