NOVITA'[1297]
L’illusione del progresso: ciò che sappiamo, ciò che perdiamo
Nel Rinascimento, gli umanisti condannarono il Medioevo come secoli bui, oscurati dall’ignoranza e dalla superstizione. L’Illuminismo sollevò la ragione come baluardo contro le tenebre della credulità. Oggi, immersi in una rete planetaria che promette accesso istantaneo all’informazione, celebriamo l’intelligenza artificiale come se fosse il coronamento di una lunga marcia verso la verità.
Di opere d’autore, autori e trasformautori 2/4
L’autore esercita la funzione autore cooperando con il modello transformautore — sintografia generata con ChatGPT
Il sapere è sparso ovunque e, spesso, ci passa accanto senza fermarsi
C’è una malinconia sottile che accompagna chi cerca di pensare nell’epoca del rumore. Non una tristezza patetica, ma quella forma strana di lucidità che si prova quando si guarda troppo a lungo una stanza vuota e ci si accorge che qualcosa manca, anche se non si sa bene cosa. È da lì che nasce questa riflessione, scritta in un’ora incerta, quando la luce non è più giorno ma non è ancora sera. Non ha pretese, se non quella di offrire un piccolo varco nel muro compatto delle risposte automatiche. È una passeggiata interiore tra ciò che resta dell’arte, della conoscenza e del silenzio, in un tempo che sembra aver perso il senso del limite. Fulcenzio Odussomai, che scrive queste righe non per insegnare ma per continuare a cercare, sa bene che ogni parola è una provvisoria tregua nel caos, un gesto di resistenza contro la vertigine del troppo.
Di opere d’autore, autori e trasformautori 1/4
L’autore esercita la funzione autore cooperando con il modello transformautore — sintografia generata con ChatGPT
𝐄𝐓𝐈(𝐋𝐈)𝐂𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄 𝐒𝐎𝐁𝐑𝐈𝐎
Il racconto di una giornata particolare, sobria, moderata, splendida (a Milano il cielo era terso, soffiava anche una brezza leggera e tonificante), giovanile, allegra, sorridente, partecipata, liberatoria.
Per chi lavora nel silenzio delle domande, più che nel rumore delle soluzioni.
Questo testo nasce come riflessione a margine, ma finisce per diventare confine. Tra il tempo vissuto e quello misurato. Tra la parola che abita e quella che transita. Tra l’uomo che lavora e quello che si ripete. Un "saggio aperto", una traccia densa in un mondo di logiche diluite. Per chi lavora nel silenzio delle domande, più che nel rumore delle soluzioni.
Against 'embedding "AI literacy" in education and workforce development
"Generative AI use is degenerative to literacy. “AI literacy” is a dangerous device of neoliberal education and it deserves to be dismissed out of hand. But, since we don't seem to be doing that, I've taken it in hand and given it a real good rattling." (Miriam Reynoldson)
La memoria spezzata, il gesto falso, e l’arte perduta di fallire
𝑪𝒊ò 𝒄𝒉𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒊 𝒆𝒍𝒂𝒃𝒐𝒓𝒂, 𝒓𝒊𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂. 𝑴𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒓𝒊𝒕𝒐𝒓𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒆𝒓𝒂.Ritorna come caricatura, come spettro che si traveste da radice, come mito vuoto che pretende di diventare identità. Il 25 aprile dovrebbe essere un rito di rigenerazione civile, e invece oggi è minacciato da una classe dirigente che celebra la Resistenza solo quando è costretta, mentre flirta con le ombre che da essa furono sconfitte. Eppure, si ostinano a chiamarlo “governo”. Ma si tratta, più propriamente, di una sindrome: regressiva, afasica, in ostaggio dell’algoritmo e della nostalgia.
25 aprile
25 aprile. Il saluto romano non è romano. Il fascismo non è un’opinione. L’ignoranza non è una scusa.
L’intelligenza sprecata
In un’epoca che proclama la centralità del pensiero ma premia l’automatismo, questo saggio affronta una delle contraddizioni più radicate nel mondo del lavoro contemporaneo: l’intelligenza viene richiesta, ma raramente ascoltata. Tra riunioni inconcludenti, micromanagement paralizzante e tecnologie che promettono efficienza mentre semplificano la complessità dell’umano, si consuma il paradosso dell’organizzazione moderna. Un viaggio critico dentro l’ossessione per il controllo e la paura della decisione, dove la leadership si riduce a gestione dell’immagine e la collaborazione a strategia di sopravvivenza. Un testo che disobbedisce con rigore, scritto per chi non si accontenta più della forma senza sostanza.
Nei labirinti della tecnologia
Un testo usato come premessa del mio libro 𝗡𝗲𝗶 𝗹𝗮𝗯𝗶𝗿𝗶𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮, pubblicato con Delos Digital a fine 2014. "Il labirinto è tutto tecnologico, reticolare, virtuale e reale al tempo stesso. Non è nato da solo, lo abbiamo costruito noi su misura, per divertimento e per soddisfare bisogni e necessità. Poi ci siamo persi al suo interno e abbiamo scoperto i numerosi Minotauri che cercano di dominarlo. Oggi lo abitiamo in modo incosciente e pieni di dubbi, correndo numerosi pericoli, dei quali non siamo sempre consapevoli, e sperimentandone anche le molteplici opportunità. Uscirne non è facile e forse neppure lo vogliamo."
try { meaning } catch(error) { virtue }
In questo dialogo immaginario fuori dal tempo, Fulcenzio Odussomai – filosofo apocrifo e artigiano del pensiero – incontra due figure emblematiche della storia del digitale: Alan Turing, matematico visionario, e Steve Wozniak, ingegnere creativo e giullare del silicio. Ne nasce una conversazione inattesa, intensa e ironica, dove l’errore non è più un nemico ma un maestro, un varco, una soglia di comprensione. Tra aforismi, confessioni e intuizioni, il bug si trasforma in figura simbolica della condizione umana e della progettazione consapevole. Un dialogo sul fallimento come forma di conoscenza, e sul codice come metafora dell’esistenza.
Il tempo è adesso. Grazie, Papa Francesco
Oggi ho deciso di scrivere al Papa. Non solo per omaggiarlo, ma per ringraziarlo. Ora che ha lasciato questa vita terrena, sento il bisogno profondo di raccogliere il testamento civile che ci ha lasciato con le due encicliche Laudato si’ e Laudate Deum. In un mondo in fiamme – con 56 guerre in corso, una crisi climatica ignorata, e una società sempre più anestetizzata – ha avuto il coraggio di dire la verità con la forza mite della sua voce. «Tutto è connesso.» «Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale.» «La contemplazione della bellezza ci porta a uscire da noi stessi.» Parole che ci interrogano e che restano. ✍️ Ho trasformato queste riflessioni in una lettera aperta. È un gesto di memoria, ma anche un invito a non perdere la direzione.
Libertà è partecipazione
Non c’è nulla di più importante della Libertà e su questo credo che possiamo essere tutti d’accordo, ma è fondamentale comprenderne il vero senso e capire che quando si parla di Libertà s’intende qualcosa che deve appartenere a tutti indistintamente e, per questo motivo, è ovvio che, pure se può sembrare una contraddizione, non può esistere vera Libertà senza il rispetto delle regole.
Intelligenza sensibile
Nel mezzo del cammin di una connessione neurale, mi ritrovai per una selva di sensazioni, ché la retta logica era smarrita.
“Il project manager è una carpa Koi”: rileggendo Mazzucchelli nell’era delle dashboard
Per uscire dall’acquario non basta saltare. Bisogna smettere di crederci. Smettere di credere che la governance sia progettualità. Che la pianificazione sia conoscenza. Che l’efficienza sia saggezza.
La lettura come pasqua intellettuale: un rinascere del pensiero
In questa Pasqua celebriamo la possibilità di rinascita che i libri ci donano. Lasciamo che le parole degli autori risveglino il nostro intelletto assopito. Permettiamo alla lettura di scuotere la nostra mente e di aprirla a nuove possibilità di pensiero.
Il peso del fumo (quanto pesa l’intelligenza, anche quella artificiale)
Ogni ambito disciplinare ha i propri sistemi teoretici, i propri metodi di indagine, le proprie tecniche di ricerca i propri strumenti (concettuali e tecnici). Così come ogni ambito disciplinare non è chiuso in sé stesso ma si offre al contributo delle discipline (più o meno “vicine”) così come anche sperimenta l’uso di idee, concetti, metodi e tecniche tipiche di discipline terze.
L’eredità di Bergoglio: l’uomo al centro, anche nell’era dell’Intelligenza Artificiale
Se c’è una frase che mi ha folgorato negli ultimi anni, mentre cercavo di conciliare il mio amore per la tecnologia con la mia ossessione per un futuro più umano, è stata quella di Bergoglio al G7: “𝑳’𝒖𝒐𝒎𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒄𝒊𝒃𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒈𝒐𝒓𝒊𝒕𝒎𝒊”. Oggi, mentre il mondo piange la sua scomparsa, voglio ricordarlo così: come il Papa dell’Innovazione, il primo Pontefice tech-aware che ha osato mettere in guardia i potenti sull’IA con la stessa urgenza con cui parlava di povertà e guerre.
L'eredità letteraria di Papa Francesco
Durante la giornata di ieri ho letto post meravigliosi in memoria di Papa Francesco. Ma oggi vorrei ricordarLo attraverso la Sua profonda passione per la poesia ✍️ e la letteratura, testimoniata dall'opera "Viva la poesia!", curata da Antonio Spadaro per le Edizioni Ares.