Heidegger, Hegel e la tecnica come destino dell’epoca.

Il saggio indaga la tecnica come forma epocale dell’apparire: secondo Heidegger, il Gestell riduce l’essere a risorsa e determina ciò che può mostrarsi; in dialogo con Hegel, si evidenzia come la manifestazione tecnologica trasformi la riconciliazione dello Spirito in pura espansione senza ritorno. Pur nel dominio totalizzante della tecnica, restano spazi residuali di apparire non funzionale, dove l’essere può ancora mostrarsi come presenza e non solo come strumento?

James Hillman: la psicologia archetipica e l’anima mundi. Dall’archetipo all’archetipico

L’opera e il pensiero di James Hillman si caratterizzano per tematiche e delucidazioni che non erano ancora presenti all’interno della psicologia analitica. Proprio per questo, per differenziarsi dalla psicologia del profondo del suo maestro, Hillman è colui che ha dato vita alla psicologia archetipica. C’è qui una nuova visione dell’archetipo. Ma che cosa vuole intendere Hillman per psicologia archetipica?

Emotion, Consciousness, and Attention

Emotions are a specific type of conscious experience that helps preserve the integrity of our self by guiding us toward actions that restore our state of equilibrium in response to unexpected or unusual events. Emotions accomplish this function by informing us that our self has entered a state of disequilibrium, indicating the nature of this disequilibrium (positive vs. negative, or pleasure vs. displeasure) and its intensity (strong or weak), signaling—through appraisal processes or some mechanisms of direct elicitation—that this disequilibrium has been caused by an object and typically identifying which object it is, and, finally, guiding us—by eliciting specific physiological responses and action tendencies—toward actions aimed at restoring the original equilibrium or establishing a new equilibrium acceptable for our self.

La natura tra il prospettivismo amerindiano e la psicologia archetipica

Lo scopo di questo documento è quello di descrivere ciò che si intende per natura a partire dal pensiero antropologico di Eduardo Viveiros de Castro e psicologico di James Hillman. Considerata in Occidente come una realtà unica, oggettiva ed esterna all’essere umano, nei due pensatori la natura diventa molteplice e viva. Nel prospettivismo amerindiano di Viveiros de Castro essa si crea a partire dai differenti punti di vista dei soggetti che si guardano (uomini, animali ecc.,): ognuno immerso nella propria realtà naturale. Nella psicologia archetipica di Hillman, la natura intesa come psiche, trova la sua dimensione in un contesto pluralistico, attraverso i concetti di Anima mundi e di politeismo psichico.

Quando Maurizio Ferraris ha abbandonato la filosofia?

Tornando a leggere il saggio di Maurizio Ferraris 'L'ermeneutica di Proust', 1987, sovvengono pensieri a proposito di come si evolve il pensiero di un filosofo. Appare stridente la distanza tra queste pagine sincere, volte all'autoriflessione, attente alla contiguità tra filosofia ed arte, e la successiva produzione del filosofo. Viene da chiedersi: come è possibile che quel Maurizio Ferraris sia trasformato in tronfio e cinico apologista del telefonino, banale critico di Gesù Bambino, impenitente inventore di formule che ricicciano l'ovvio -dal nuovo realismo alla documentalità-, sempre in cerca di gerghi tesi ad annichilire i lettori, e a rinserrare le fila degli addetti ai lavori.

Auto-Tune del pensiero. Apparire o essere?

Nel campo dell’audio professionale esiste un software chiamato Pro Tools, lo stesso ambiente digitale in cui nascono molte produzioni musicali contemporanee. È uno strumento che può servire tanto a modellare una voce quanto a filtrare il rumore, rendendo più chiare le frequenze di un suono. In ambito tecnico, viene impiegato anche per scopi di analisi acustica, come la pulizia e la separazione delle voci in registrazioni ambientali effettuate dalle Forze dell'Ordine. La differenza non sta nel programma, ma nell’intenzione di chi lo usa. Nel primo caso, la macchina serve a rivelare meglio la realtà; nel secondo, a coprirla con un effetto di perfezione. Pro Tools, usato bene, chiarisce ciò che il rumore nasconde. L’Auto-Tune, usato male, cancella ciò che la voce autentica potrebbe dire. È la stessa linea sottile che separa l’intelligenza artificiale come strumento di comprensione da quella usata come trucco cognitivo. Tutto dipende da come si sceglie di ruotare la manopola: verso la verità o verso l’effetto artificiale.

L’intelligenza artificiale come nuova religione

Il mondo intero sta attraversando crisi continue, le guerre non sono solo due ma molteplici e diffuse, l’Occidente, con il suo pensiero, i suoi modelli economici ed i suoi valori, è in una fase di declino demografico, culturale, spirituale, morale ed economico, eppure tutti si sono entusiasmati per l’arrivo dell’intelligenza artificiale, nella convinzione che la tecnologia e il progresso non siano limitati, ma elementi fondamentali per la soluzione dei nostri problemi. L’intelligenza artificiale si è fatta religione e noi crediamo alle sue divinità, perché pensiamo che attraverso di essa anche noi umani stiamo acquisendo qualità e capacità che un tempo erano proprie di un Dio.

Amicizie impermanenti: anatomia di un legame che cambia

L’amicizia è tra le esperienze più celebrate dell’esistenza umana, eppure tra le più fraintese. La immaginiamo stabile, eterna, immune al tempo e ai mutamenti, ma la realtà racconta un’altra storia: i legami cambiano, si trasformano, si dissolvono e talvolta rinascono. La celebre massima latina — «In rebus secundis multi amici sunt; in adversis veros amicos cognoscimus» — ci ricorda che la prova della verità arriva solo nelle difficoltà. Accettare l’impermanenza dell’amicizia significa liberarci dall’illusione dell’assoluto e imparare a riconoscerne la bellezza fragile e mutevole, in ogni sua forma, senza temere la fine come fallimento ma accogliendola come parte del ciclo vitale.

Percepire, Pensare, Agire

Tre operazioni che, stando a quanto scrive il neuroscienziato Boncinelli, il nostro cervello fa per conto suo. Prima ancora che, grazie al linguaggio, l’emergere di una coscienza trasformi il tutto in qualcosa di psichico, personale e personalizzato per ognuno di noi.

Tempi di "flottille", vascelli, navi, navicelle e di coraggiosi folli!

L’avventura della Global Sumud Flottilla è collegabile per me anche al progetto della Stultiferanavis, una iniziativa pensata per folli che nel mondo ignorante, insensibile e disumano attuale appaiono come saggi. - Questo è tempo di vascelli, di viaggi avventurosi e consapevoli, di naviganti coraggiosi e folli, resilienti ma soprattutto resistenti, persone comuni che sentono il richiamo etico e valoriale a fare delle scelte, sfidanti e rischiose, che vanno al di là delle appartenenze politiche, delle fedi e delle ideologie, per reagire alle ingiustizie, alla disumanità teorizzata e praticata e alle persecuzioni, esercitando la responsabilità per andare in soccorso di chi sta male o sta subendo una ingiustizia. In un mondo che va a rotoli siamo tutti alla ricerca di senso e di significati più profondi della nostra esistenza. Mettersi in mare aperto è un punto di partenza, anche per evitare il naufragio che si sta preparando sulla terraferma.

Pensare in un'epoca di previsione algoritmica

C'è un tipo specifico di tempo – chiamatelo ritardo mentale o chiamatelo riflessione o chiamatelo come volete – che sembra sempre più difficile da abitare ora, e intendo ora nel senso che significa sia "questo momento storico" che "questo effettivo secondo di coscienza in cui vi trovate mentre leggete questo", e se questa confusione sembra già fuori luogo potrebbe essere perché l'adesso stesso è stato deformato, che è un po' il punto.

Non confondiamo la rapidità del ragionamento con l’intelligenza

L’abitudine a premiare chi risponde in fretta, chi semplifica senza esitazione, ha finito per farci dimenticare che il pensiero autentico è un atto lento, complesso, spesso contraddittorio. Non nasce da riflessi automatici, ma dal coraggio di interrogare le possibilità, di sbagliare strada, di sostare nel dubbio. Questa riflessione — nata tra i banchi di una biblioteca senza Internet e maturata osservando i limiti delle cosiddette intelligenze artificiali — è un invito a restituire alla mente il tempo che le spetta.

Dioniso immortale: ancora oggi nel carnevale e nella curva sud

Un viaggio affascinante da Dioniso ai rave party e agli stadi: l’articolo racconta come il dio della follia e dell’ebbrezza, celebrato nelle Baccanti di Euripide e riscoperto da Nietzsche, abbia attraversato i secoli trasformandosi nei Saturnali romani, nel carnevale medievale e persino nelle curve degli stadi moderni. Perché da sempre l’Umanità cerca di mettere “in comune le anime” attraverso il delirio condiviso.

Scopo e coscienza: due strade per interrogare il senso dell’universo

A volte sono i libri a ritrovare noi, non il contrario. Sistemando le scatole di uno dei miei tanti traslochi per lavoro, mi sono imbattuto in un volume che non ricordavo nemmeno di possedere. "Lo scopo di tutto" di Stanley Jaki era rimasto sepolto per anni, dimenticato fra carte e scaffali, eppure il suo riemergere oggi mi è sembrato carico di significato. Quelle pagine, dove scienza, filosofia e teologia si intrecciano per interrogare il destino dell’universo, mi hanno spinto a scrivere queste righe, mettendole in dialogo con un’altra lettura recente: un libro di Federico Faggin, diverso per impostazione ma animato dalla stessa, inesauribile domanda di senso.